8.12.2008
Sulle rinnovabili l'Italia frena l'Europa Realacci: "Il governo la smetta con questo atteggiamento miope" Ancora una volta l’Italia mette un freno all’Europa. Sul pacchetto rinnovabili il Bel Paese blocca l’accordo e rimanda l’intesa alla prossima settimana quando il vertice europeo di Bruxelles dovrà dire l’ultima parola sulla questione clima.
"Eravamo riusciti ad avere l’accordo dei liberaldemocratici, dei socialisti e di parte del Partito popolare, ora c’è solo il governo Berlusconi che blocca", ha detto il relatore del testo, il verde lussemburghese Claude Turnes. La motivazione di tanta ritrosia da parte del governo italiano sarebbe la situazione di crisi che il sistema economico sta subendo in questi mesi e la paura che le decisioni prese a Bruxelles possano colpire la competitività di alcuni settori manifatturieri italiani. Roma ha infatti chiesto che gli impegni per paese siano ricalcolati, magari passando dal Pil/pro capite alle Emissioni/pro capite, e che siano concessi i permessi gratuiti di emissione anche ad altri settori del comparto manifatturiero come carta, vetro e ceramica. Quote gratuite che sono state richieste anche dalla Germania per le industrie "energivore", ma le sue istanze, insieme a quelle avanzate dai paesi dell’est che chiedono un regime di esenzioni per il termoelettrico, potrebbero essere facilmente risolte nei prossimi giorni.
Il ricalcolo chiesto dall’Italia permetterebbe al nostro paese di abbassare l’obiettivo italiano per il 2020 dal 17% al 14%. Ma la proposta sembrerebbe irricevibile, in quanto rischierebbe di rappresentare una sorta di "precedente" che potrebbe indurre paesi altamente inquinanti a richiedere il medesimo trattamento e poi, come fa notare ancora Turmes, "le imprese italiane sviluppano progetti in Libia, Egitto, hanno vinto un concorso mondiale per rivestire di pannelli solari il padiglione olimpico di Pechino, non ci sono scuse, è una questione di volontà politica".
"E' paradossale che sia un inglese a doverci dire che l'industria italiana è forte nella produzione di pannelli solari e che questo è un terreno su cui, come già fanno altri paesi europei, possiamo rilanciare la nostra competitività ", ha commentato Ermete Realacci, Ministro dell'Ambiente del Governo ombra del Pd riferendosi alle affermazione del relatore al Parlamento Europeo. "Il Governo italiano la smetta con questo atteggiamento miope, arretrato e irragionevole", prosegue Realacci. "Non è questa la strada per difendere la nostra economia e le nostre imprese". "Del resto questo è il retroterra che genera idee perverse come quella del taglio agli incentivi per l'efficienza energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Speriamo che in Polonia, al summit di Poznan, non arrivino gli eco di quanto sta facendo in casa il Governo Berlusconi su questo fronte. Cerchiamo di salvare la faccia almeno in sede internazionale".
Mentre il fronte italiano rimane aperto, a Danzica, sabato, il presidente in carica dell'Ue, Nicolas Sarkozy incontrerà alcuni leader di paesi dell'est europeo, per strappare loro un "sì" al pacchetto climatico Ue, che permetterebbe all'Europa di presentarsi con una sola voce alla giornata conclusiva di Poznan.
Se i colloqui tra Parigi e i paesi dell'Est portassero ad un'intesa sul "pacchetto energia-clima" in discussione al prossimo vertice dell'11 e 12 dicembre a Bruxelles, l'Europa potrebbe riuscire a fare da apripista verso il nuovo accordo che dovrà sostituire il protocollo di Kyoto a partire dal 2013 e che dovrebbe essere firmato a Copenhagen nel dicembre 2009. Se, al contrario, il pacchetto non sarà adottato, l'impatto sulla conferenza di Poznan, che riunisce oltre 10mila delegati da tutti i paesi del mondo, potrebbe essere disastroso.
Fonte: http://www.partitodemocratico.it:80/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=66240
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