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Cittadini contro l’amianto della provincia di Cremona
15.12.2008

Cittadini contro l’amianto della provincia di Cremona La situazione in Italia e a Cremona L’amianto è considerato il male del secolo, sia in materia di salute dei cittadini che di ambiente, e la mancanza di partecipazione da parte degli enti locali e delle istituzioni nel promuovere interventi seri per affrontare il problema della bonifica ne è in parte responsabile.

Si calcola che vi siano in Italia 32 miliardi di tonnellate, vale a dire 8 milioni di mq di amianto da smaltire tra eternit ed amianto friabile. E le stime sono per difetto.

Dall’amianto bisogna quindi uscire e bisogna farlo in fretta; nessuna esposizione può e deve essere ammessa in quanto è stato ampiamente dimostrato che l’inalazione delle fibre di amianto è letale.

10 anni è il limite massimo proposto dalla Conferenza non governativa del 2004, che si è tenuta a Monfalcone, entro il quale l’amianto deve essere censito e poi eliminato.

L’amianto va considerato a tutti gli effetti un’emergenza nazionale, ma non è considerato tale dalle istituzioni di questo paese che anzi "risparmiano" sulla vita dei cittadini.

La legge 257/1992 è inattuata per quanto riguarda censimento e mappatura dei siti inquinati e relativi piani regionali di bonifica. Non vengono programmati interventi adeguati e le risorse impegnate dallo Stato e dagli enti locali sono sempre insufficienti. Tendenzialmente il pericolo amianto è misurato non in quanto tale, ma in base a quanti soldi si è disposti a spendere.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che vi sono 60mila morti l’anno per disastri ambientali. Non possiamo più permettere che le istituzioni a tutti i livelli non intervengano, ciascuna per il suo ruolo, in difesa dei diritti fondamentali come il diritto alla salute dei cittadini.

Torniamo ai problemi del nostro territorio

Per giustificare la necessità della discarica di Cappella Cantone l’assessore regionale Buscemi sostiene che siccome di amianto si muore, l’amianto va smaltito e quindi sono necessarie le discariche. Afferma, però, anche che non spetta alla Regione elaborare un piano regionale di smaltimento, ma solo definirne i criteri e che quindi lo smaltimento è lasciato al libero mercato, tesi sposata anche dal signor Rossoni di Forza Italia che dopo mesi di silenzio, senza evidentemente conoscere bene i problemi, si è dato un gran da fare per garantire la realizzazione di questo scempio ambientale contro i cittadini.

Questa la situazione:

Nel 2005 la Regione Lombardia si era impegnata a smaltire in 10 anni gli 800mila metri cubi di eternit stimati. Siamo a fine 2008 e la Regione Lombardia non ha neanche a disposizione la mappatura dei siti da bonificare. Entro dicembre 2008 saranno pronti forse i dati del telerilevamento e si parla di 2 milioni e mezzo di coperture di eternit, senza contare che il telerilevamento si è dimostrata una tecnica non completamente affidabile.

Questi i risultati:

Le discariche in funzione sono poche e in via di esaurimento, sono in via di approvazione solo due a Brescia e solo per il fabbisogno della provincia, alcune domande sono state respinte dalla Regione come a Cingia de’Botti (CR) e Treviglio (BG), a Castiglione delle Stiviere (MN) il sindaco si è accordato con il privato che ha ritirato la domanda ed ora al posto della discarica fanno un centro commerciale.

A Broni i cittadini chiedono a gran voce la discarica ma la Regione non la fa, al contrario pensa invece di far diventare Cremona la pattumiera di amianto di tutta la Lombardia nonostante il parere contrario della popolazione, degli enti locali e delle associazioni di categoria.

Le nostre proposte:

E’ evidente che lasciare all’iniziativa privata la soluzione dello smaltimento dell’amianto è da irresponsabili, oltre che sbagliato per principio.

L’amianto è un’emergenza nazionale, come ho già spiegato, ed in particolare in Lombardia la situazione è disastrosa, quindi va attuato urgentemente un piano di smaltimento regionale per l’amianto che parta dalla prevenzione e rimozione fino allo smaltimento corretto.

Il problema della sicurezza dello smaltimento

Il cemento amianto è un rifiuto speciale che va movimentato il meno possibile, le operazioni di smaltimento dalla rimozione al trasporto al conferimento in discarica sono quindi operazioni che vanno effettuate con la massima perizia e rispettando rigorosamente le norme tecniche.

Il rifiuto contenente amianto contiene il 12 % di amianto in fibra già sminuzzata e di dimensioni respirabili, è quindi un materiale con un potenziale inquinante elevato e che rende il sito inutilizzabile per altri scopi e non ci sono ancora risultati di studi del comportamento in discarica dei rifiuti di amianto non solo a breve e a lungo termine ma considerando l’impatto ambientale dello smaltimento anche a lunghissimo termine.

In Italia l’unico metodo esistente finora per lo smaltimento è il conferimento in discarica, ma non possiamo pensare di smaltire tutti gli 8milioni di metri quadri stimati di amianto mettendoli sotto terra.

L’obiettivo dovrebbe essere di bonificare bene il territorio, lavorare in sicurezza per l’incolumità sia degli addetti alla bonifica che vanno tutelati perché sono i "nuovi esposti", sia dei cittadini.

Si devono cercare metodi alternativi ed innovativi di smaltimento dei rifiuti tenendo conto dell’impatto ambientale complessivo e del rapporto costo/beneficio, ma in Italia nonostante che le ricerche sulle tecniche sostitutive alla discarica per lo smaltimento dell’amianto siano state avviate fin dal 1995 dai nostri istituti di ricerca, è mancata e manca tuttora la volontà politica di avviare un processo serio come in Germania dove l’ambiente è visto come un’opportunità più che un vincolo, o come in Francia.

Segnalo che in Italia sta per essere operativo un impianto in Sardegna la cui autorizzazione all’esercizio è stata data proprio dalla Regione Lombardia nel 2002.

Perché’ il sito di Cappella Cantone non e’ sicuro

Il sito scelto dai Fratelli Testa, evidentemente con accordi e garanzie assunte con la giunta regionale per realizzare la discarica, non è idoneo per eccessiva vicinanza ai centri abitati, falde acquifere affioranti e accesso stradale pericoloso .

Un caso analogo è quello di Treviglio del 2003, dove la forte opposizione dei cittadini ha vinto. 2500 cittadini hanno presentato un esposto contro il progetto di realizzazione di una discarica e l’ufficio VIA ha espresso parere contrario per eccessiva vicinanza alla città, falde acquifere affioranti e accesso stradale pericoloso.

C’è poi la questione del percolato che deve essere monitorato e trattato. I fanghi risultanti dalla depurazione devono poi essere a loro volta smaltiti.

Perché insistere a voler fare una discarica in una zona con equilibrio idrogeologico instabile come a Cappella Cantone?

C’è poi il problema dell’accesso stradale: si vuole attivare un notevole afflusso di camion provenienti da tutte le parti della Lombardia su un'arteria a scorrimento veloce e molto trafficata (SS415 Paullese) aumentando i rischi di incidenti. Non solo. C'é da considerare anche che in vicinanza della discarica in progetto, e sempre sulla Paullese, aumenterà il traffico di camion perché è in costruzione una centrale a biomasse, nel comune di Castelleone (comune confinante). Inoltre il tragitto dalla Paullese alla discarica è molto lungo e i fattori di rischio aumentano ancora di più come dimostrano gli incidenti di questi giorni.

Risvolti poco chiari su cui la Magistratura dovrebbe indagare

La richiesta di autorizzazione alla realizzazione della discarica è stata accettata ed è stato avviato l’iter per la Valutazione di Impatto Ambientale.

Secondo la normativa regionale questa domanda dovrebbe invece essere respinta perché non ci sarebbero le condizioni per garantire la tutela delle risorse idriche, un buon impatto ambientale nel medio-lungo periodo, e nemmeno la re-distribuzione della pressione ambientale all’interno del territorio lombardo, in quanto la nuova discarica di Cappella Cantone potrebbe accogliere da un terzo fino a oltre la metà dei previsti 800mila metri cubi di rifiuti di amianto da smaltire provenienti da tutta la Lombardia, sarebbe la più grande della Lombardia e tra le più grandi di Europa.

Inoltre per situazioni analoghe gli uffici tecnici della Regione hanno già dato pareri negativi.

Le dichiarazioni di Rossoni che paventavano possibili pagamenti di penali a Cavenord (Fratelli Testa) se non fosse stata garantita a questa impresa una mega discarica in provincia di Cremona sono gravi, assurde e non veritiere. Allora il tira e molla di tutti questi mesi può essere letto come una manfrina indegna di un paese civile, perché evidentemente i giochi erano stati decisi al di fuori della prassi e delle normative in vigore. Tant’è che si è dovuto modificare il piano rifiuti per potere autorizzare la discarica, cambiando le regole del gioco mentre la partita era in corso

Ed è anche inspiegabile l’insistenza dei fratelli Testa che cercano di comprare nel 2005 il terreno, non riuscendoci tornano alla carica nel 2007 acquistando il terreno adiacente per il doppio del valore di mercato e poi avanzano richiesta in Regione Lombardia.

Sorge il ragionevole sospetto che abbiano avuto delle garanzie prima di fare un investimento di ben due milioni di euro.

Il ruolo che devono giocare i cittadini

I cittadini sono e devono essere gli attori principali di questa faccenda perché sono i portatori degli unici interessi importanti, quelli della tutela della propria salute.

La protesta avanzata dalla amministrazione provinciale e dai sindaci non può bastare.

Si è già compiuto un errore grave a non coinvolgere subito i cittadini già nel 2005 quando si è presentato il problema. Poi non si è mobilitato il territorio quando i Fratelli Testa hanno fatto domanda. Ed invece era proprio il momento in cui i cittadini avrebbero avuto un ruolo rilevante sancito anche dalla normativa sul VIA. Si sarebbe potuto chiedere un’inchiesta pubblica ed il richiedente sarebbe stato costretto ad illustrare il progetto pubblicamente. Anche la petizione pubblica è partita molto in ritardo, addirittura nel marzo 2008.

E ancora oggi si ripete il vizio di tenere fuori dalla stanza dei bottoni i cittadini.

Si sono fatte riunioni per concordare le strategie di opposizione contro la Regione Lombardia e si stanno mettendo in campo squadre di tecnici per dare battaglia, ma perché tutto questo a porte chiuse invitando solo le associazioni di categoria e i sindacati, solo quelli confederali tra l’altro?

La verità è che l’opposizione sul piano sociale fa paura perché si mettono in discussione i grandi potentati economici che vogliono distruggere i territori.

Oggi gli enti locali sono con noi e appaiono essere contro gli interessi delle lobby delle discariche, ma non è sempre stato così per altri problemi.

Accenno solo a due episodi gravi che affliggono ultimamente la popolazione cremonese: l’inquinamento dei pozzi da idrocarburi da parte della Tamoil e l’indagine epidemiologica sulle leucemie collegata allo studio di impatto ambientale per la Cremona-Mantova.

Ma posso continuare con la situazione di Romanengo dove i familiari delle vittime di amianto sono stati lasciati a loro stessi e l’ex INAR è stata bonificata a ritmo di record per futuri investimenti immobiliari.

Non dobbiamo delegare più a nessuno la difesa della nostra salute e del nostro territorio. La tutela dei nostri interessi passa da noi stessi e nessuno meglio di noi può tutelare la propria salute.

Non dobbiamo mollare e farci prendere dallo sconforto e dalla rassegnazione.

Dobbiamo reagire a questo sopruso di voler costruire a tutti i costi contro ogni logica e normativa la discarica, dobbiamo contrastare il tentativo di svendere la sicurezza della salute e la tutela del nostro territorio in nome del profitto.

Costruiamo tutti insieme una manifestazione davanti alla discarica a gennaio o ai primi di febbraio e organizziamo un presidio permanente per testimoniare che il futuro passa dalle nostre mani.

E’ evidente che questa mobilitazione dovrà avere un carattere regionale e nazionale e dovrà vedere un maggior impegno dei partiti, delle associazioni e dei sindacati al fine di sensibilizzare e coinvolgere i loro aderenti, evitando e respingendo con forza qualsiasi strumentalizzazione da parte di forze che finora sono state estranee alla mobilitazione e che vogliono usare questa situazione per biechi scopi elettorali.

Mariella Megna

 nodiscaricadiamianto@yahoo.it

http://cittadinicontroamianto.blogspot.com

INTERVENTO di Mariella Megna

Castelleone, 11 dicembre 2008

 

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