Richiesti da ANCI Lombardia alla Regione
maggiori poteri ai Comuni nella nuova Legge urbanistica
Anci Lombardia, che ha già difeso in più occasioni alcuni aspetti del nuovo progetto di legge sul "governo del territorio" presentato dall’assessore regionale Moneta, alla vigilia della ripresa dell’attività consiliare della Regione, intende ora affrontare alcuni aspetti problematici del nuovo testo presentato perché possano essere oggetto di opportune valutazioni da parte della Commissione e dello stesso Consiglio regionale.
"La tendenza alla liberalizzazione della materia urbanistica – afferma il presidente di ANCI Lombardia on. Giuseppe Torchio – non rappresenta, in sé, un elemento negativo, ma deve essere chiaro il quadro di riferimento soprattutto quando si introducono possibilità di attribuire "indici differenziati" a livello di compensazione urbanistica ai privati che, a fronte di amministrazioni deboli o non adeguatamente supportate da uffici tecnici e urbanistici attrezzati, "a fronte di rilevanti benefici pubblici" potrebbe portare a una sorta di capitolazione, anche in relazione alla necessità di garantire un coordinato sviluppo del territorio".
"Anche per quanto riguarda la pianificazione – prosegue il presidente Torchio – si nota una riduzione delle competenze della provincia che, pur mantenuta a livello di verifica, è subordinata a livello gerarchico-funzionale alla concentrazione decisionale in capo alla Regione, che gode di ampi poteri di intervento in ambito comunale, in particolare in riferimento alla concessione di titoli abilitativi alla costruzione. Inoltre la possibile mancanza di coordinamento tra i vari aspetti dei piani urbanistici e la flessibilità e la genericità di alcune previsioni se da un lato amplia la gamma degli interventi possibili, dall’altra può allargare la fascia del contenzioso legato alla mancanza di parametri certi e prefissati".
Per quanto riguarda la possibilità di "libera commerciabilità " dei diritti adificatori trasferibili su qualsiasi area edificabile, concessi in cambio della cessione gratuita al Comune di aree destinate a servizi, esistono alcuni dubbi per gli effetti di possibile sviluppo incontrollato e disarmonico di aree urbane, rispetto ad altre, senza possibilità di controllo per l’ente locale, Inoltre appare complesso il sistema di calcolo degli oneri di urbanizzazione soprattutto negli interventi che comportano il cambio di destinazione d’uso, che sono ammessi se consentiti dallo strumento urbanistico o se sono complementari allo stesso, con un capovolgimento dell’art. 1 della legge regionale 1 del 2001. In altre parole risultano ridotti gli strumenti propri dell’Ente locale di frenare e comunque governare la possibilità di espansione urbanistica. Seppur esprimendo adesione all’idea liberalizzatrice e di semplificazione è necessario introdurre elementi di maggiore potestà nei livelli comunali di decisione".
"Per tali argomenti – conclude il presidente Torchio – ANCI Lombardia ha convocato a più riprese il Dipartimento presieduto dall’arch. Silverio Clerici, vice presidente dell’Associazione, ed affronterà in un apposito seminario di studio le implicazioni concrete a livello delle singole amministrazioni locali. Sarà poi formulato un documento di sintesi da inviare alla Giunta e al Consiglio regionale".