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Bologna. Frutta e verdura a KM 0
25.12.2008

FRUTTA E VERDURA A KM 0 (IN INGHILTERRA SI DICE
AIR MILES) - SOLO LA "CAPRESE VAL BENE ILSACRIFICIO !"
SIAMO ANDATI A VEDERE COME SI VENDE E SI CONSUMA
A LONDRA CON OCCHI ATTENTI ALLE ETICHETTE E ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA.

A Sandra Sazzini, responsabile internazionale di
Legambiente Turismo, che annota su di un blog
http://aragoste.splinder.com/ esperienze dirette
e dispensa consigli di vita quotidiana a turisti,
casalinghe e albergatori e ha compiuto
recentemente un breve soggiorno a Londra - e ha
potuto di vedere, con l'occhio del visitatore e
del consumatore, il modo in cui la grande
«Metropolis» del nostro tempo tenta di adeguarsi
e inserire la sostenibilità nella vita di tutti i
giorni - abbiamo chiesto un report sui
cambiamenti in atto nella distribuzione con
particolare attenzione ai generi alimentari.
"Data la mia passione per la cucina, comprese
anche le ricette esotiche, - racconta Sandra
Sazzini - ho visitato due grandi catene
alimentari alla ricerca di prodotti tipici come
curry, mint sauce, chutney e dill mustard, con i
quali riprodurre a casa i sapori del Commonwealth
britannico. Quindi ho dovuto leggermi con
attenzione le etichette per evitare di portare a
casa roba inutilizzabile. Questa lettura accurata
ha dato risultati molto interessanti ed ha
evidenziato la tendenza, molto più marcata nella
distribuzione di qualità come Marks & Spencer ma
presente anche nella più popolare Tesco, ad
inserire volontariamente nelle etichette sia
elementi aggiuntivi sulla qualità e provenienza
del prodotto sia indicazioni sull'imballo e sul
suo corretto smaltimento. Il tutto in modo molto semplice e comprensibile.
Ad esempio: il simbolo del peperoncino indica il
grado piccante dei preparati da sedate a mild,
medium a hot; una V dentro ad un cerchio indica
che il preparato è adatto ai vegetariani e nelle
spezie è indicata la provenienza: prodotto in
Australia, nel caso del curry in foglie, oppure
more than one country, ovvero proveniente da
diversi paesi. Avremmo delle sorprese se lo
facessero anche coloro che commercializzano
l'olio d'oliva in Italia! Ma forse, visto che il
Regno Unito non produce spezie, è più facile per
loro essere precisi, come ad esempio nella salsa
di menta, prodotta con British Grown Mint oppure
con la mostarda Real Ale, con autentica birra chiara inglese.
I pacchetti di cartoncino riportano spesso la
fonte: SOURCE: FSC - Sustainable sources e poi
l'indicazione di smaltimento paper/carton. Molti
vasetti di vetro portano l'indicazione della
quantità di vetro riciclato usato (20% minimo, ma
ho trovato anche vasetti con 80%), invitano a
riciclare il vasetto, una volta utilizzato,
mettendo l'indicazione widely recycled, (che vuol
dire: non cercate scuse e trovatevi il
contenitore per il vetro) ed anche il coperchio o
lid da mettere nei metalli, ma controllando la
disponibilità locale della raccolta differenziata
(frase complessa che in inglese si riassume con
tre parole: check local recycling).
Le catene salutiste stanno sostituendo sempre più
i tradizionali fast food, soprattutto nei
quartieri più abbienti, ma anche in quelli
frequentati da studenti, come ad esempio
Bloomsbury. In una di queste, dove ho mangiato
più volte, ho trovato i sandwich invernali, i
succhi di frutta freschi (scadenza 24 ore) come
frullati in casa, le zuppe del giorno con
prodotti di stagione, i sacchetti di patatine
fritte, cui nessun inglese rinuncia, senza grassi
idrogenati. Le stoviglie usa e getta erano di
cartone e vi era una struttura molto compatta -
del resto gli inglesi sono gli inventori dei
mobili utilitaristici e poco ingombranti - per il
riciclaggio ordinato dei rifiuti ai tavoli. Nelle
etichette poi compariva spesso la scritta AIR
MILES: siamo convinti che il trasporto aereo di
frutta e verdura sia davvero esagerato. Non è
necessario e pertanto, ad eccezione delle foglie
fresche di basilico, non lo facciamo! Ho
pensato che per gli inglesi solo la "caprese" val bene il sacrificio!

L'Ufficio Stampa 051/241324

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