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Entrate tributarie Gettito in calo, evasione in aumento.
25.12.2008

Entrate tributarie Gettito in calo, evasione in aumento. Mentre il governo enfatizza la necessità di ridurre l’evasione fiscale, la dinamica delle entrate tributarie continua a rallentare ed é oramai inferiore alla crescita economica. Secondo le rilevazioni del Ministero dell’Economia, tra gennaio e ottobre, le entrate tributarie dello Stato (escludendo i ricavi una tantum) sono aumentate solo dell’1,7 percento molto meno della crescita economica visto che PIL nominale é cresciuto del 2,6 e i consumi delle famiglie di oltre il 3 percento.

La dinamica delle entrate negli ultimi mesi é particolarmente preoccupante. Mese dopo mese, il tasso di crescita delle entrate si é ridotto progressivamente e ad ottobre lo Stato ha incassato in termini nominali meno dello scorso anno con una riduzione mensile dell’1,2 percento. Con l’eccezione dell’IRPEF, che cresce a causa dei numerosi rinnovi contrattuali sottoscritti quest’anno (+ 6,6 percento), tutte le maggiori imposte sono in calo rispetto a 2007. Su base annua, l’IRES (al netto delle imposte sostitutive) é diminuita di circa 3 miliardi (-10,7 percento) a causa principalmente della previsione negativa sui profitti aziendali (soprattutto nel settore finanziario) nel 2009; le accise sui beni di consumo come gas e petrolio sono calate di 1,7 miliardi (-5,5 percento), riflettendo una riduzione dei consumi legata prima ad un aumento dei prezzi e più recentemenre all’acutizzarsi della crisi economica; il gettito dell’IVA sugli scambi interni (circa un quarto di tutte le entrate) é stato di 800 milioni inferiore a quanto incassato lo scorso anno (-1,1 percento), un risultato non spiegabile dall’andamento economico. Solo gli incassi di alcune imposte sostitutive e delle imposte sulle importazioni presentano un andamento positivo, sebbene negli ultimi mesi anche quest’ultime sono in netto peggiormento.

La riduzione del gettito IVA sugli scambi interni é particolarmente indicativa: segnala che l’evasione fiscale é tornata ad aumentare dopo essere diminuita nel 2006 e nel 2007. Mentre il gettito decresce, i consumi e le vendite al dettaglio, su cui si calcola l’IVA, infatti crescono e non possono quindi spiegare il calo del gettito: come succede? Semplicemente, non tutti stanno registrando le proprie vendite e il fenomeno sembra peggiorare nel tempo. Se si considerano gli ultimi quattro mesi (luglio-ottobre), l’IVA sugli scambi interni é diminuita di circa 1,2 miliardi, una riduzione del 3,7 percento, mentre i consumi su cui si calcola l’IVA sono cresciuti nell’ultimo trimestre (luglio-settembre) del 3,3 percento. Se si guarda all’intero anno e si considera l’’andamento dei consumi, lo stato ha perso circa 3 miliardi di entrate (quasi 4 punti percentuali di crescita del gettito IVA) che in condizioni normali si sarebbero dovute incassare. L’evasione sembra una delle strategie utilizzate per affrontare questo periodo di crisi economica: gli incassi si riducono, si restringe sui costi e sulle imposte che si intende pagare. Sul fronte della lotta all’evasione, infatti, solo l’incasso da ruoli sembra andare meglio rispetto allo scorso anno (in virtù dei programmi varati dal precedente governo), sebbene il bottino sia magro con solo 224 milioni di euro in più rispetto al 2007.

Nel complesso, a causa del peggioramento della tax compliance e dell’aumento dell’evasione fiscale, si stima che nel 2008 si perderanno circa 6-8 miliardi di euro di entrate (0,4 percento del PIL) prima recuperate al fisco. In particolare, questa é la cifra che grosso modo si prevede di incassare in meno rispetto a quanto ci si sarebbe dovuti aspettare sulla base della crescita del PIL nominale, delle manovre (stimate dal governo), degli eventi una tantum e dei fattori eccezionali. (Si veda il V Rapporto di Finanza di NENS). Questo si compara con i crica 20 miliardi milardi recuperati nei due anni precedenti durante la gestione del governo Prodi.

La lotta all’evasione fiscale, obiettivo dichiarato dal governo, sta andando chiaramente male, e questo non é un caso: dal primo decreto di finanza pubblica di maggio al recente decreto anticrisi (DL 185/08) di novembre, sono state smantellate le principali misure antievasione approvate precedentemente dal parlamento (eliminando la tracciabilità dei compensi dei professionisti, innalzando l’importo massimo per rendere non trasferibili gli assegni, abolendo la trasmissione telematica dei corrispettivi, l’obbligo di tenere un elenco clienti-fornitori e la co-responsabilità nel pagamento delle imposte tra committente, appaltatore e subappaltatore), riducendo drasticamente il sistema sanzionatorio (vedi la nota Nens "Evasione fiscale: le strane modifiche delle sanzioni") e ridimensionando, per via amministrativa, gli studi di settore. Quindi, l’evasione aumenta ed aumenterà ancora di più il prossimo anno se non saranno presi provvedimenti. Lo Stato continuerà a perdere entrate anche nel 2009 e questo creerà presto nuove pressioni sui saldi di finanza pubblica in un momento in cui servono risorse per finanziare misure di sostegno all’economia come hanno fatto gli altri paesi europei. Il governo può certamente ottenere di meglio nella raccolta dei tributi e nella lotta all’evasione di quanto finora mostrato.

Fonte: http://www.nens.it/_public-file/Entrate%20tributarie.doc

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