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Con questi dirigenti non vinceremo mai di G. Carotenuto
25.12.2008

Con questi dirigenti non vinceremo mai
di Gennaro Carotenuto - da www.gennarocarotenuto.it
Ripropongo nel videoblog le parole quanto mai attuali di Nanni Moretti con
dietro la sfinge di Francesco Rutelli a Piazza Navona: "con questi dirigenti
non vinceremo mai". Ero a Porto Alegre quel giorno a lavorare per un altro
mondo urgente e necessario. Sono passati quasi sette anni e la profezia di
Moretti si è avverata in tutta la sua durezza.

Gli apparati hanno vinto contro la spinta dal basso della società civile
progressista e hanno portato la sinistra italiana alla rovina.

I Rutelli (quello che consegnata Roma ad Alemanno ha subito preteso una
poltrona più comoda) e non solo lui, hanno costruito il Partito Democratico
nella peggior maniera e con le peggiori intenzioni. E' il partito degli
assessori dove si parla di potere e di soldi ma mai di politica. Il partito
dove Paola Binetti può scavalcare a destra Gianfranco Fini su Chiesa e
antisemitismo e su molti temi etici. Il partito dove molti potrebbero
offrire la tessera a Mariastella Gelmini perché la pensano alla stessa
maniera ma dove non c'è mai una parola chiara su nulla.

E non c'è perché l'unica cosa che conta sono le poltrone, i soldi, la
spartizione delle tangenti come delle carriere, E Bocchino di Alleanza
Nazionale (quello dei pizzini di Latorre) può dire che lui insieme al
deputato del PD Lusetti e al faccendiere Romeo sono "un sodalizio". E dove
il caso Villari, ancor più di Pescara e Napoli ha messo a nudo l'incapacità
di scegliere la classe dirigente di centro-sinistra. Hanno fatto un partito
con il manuale Cencelli nel quale l'unica cosa che prevale oltre ai giochi
di potere è il diritto di veto su tutto.

La moglie di Cesare, Veltroni. Non temono Silvio Berlusconi ma disprezzano
Antonio di Pietro alla stessa maniera di come disprezzano il popolo di
sinistra che non può accettare, che non accetterà mai che facciano politica
per carriera e non per servizio. Un politico di centro-sinistra non può
dovere la propria legittimità ad altri che non alla fiducia degli elettori,
che sia un banchiere, un cardinale o un faccendiere come Alfredo Romeo.

Siamo così, illusi, stupidi, ingenui, non vogliamo la luna né la Rivoluzione
e siamo perfino disposti ai sacrifici, ma se i dirigenti non sono degni di
mettersi alla testa delle nostra ingenuità del volere un'Italia migliore
allora dovranno rotolare le teste dei dirigenti. Una, dieci, mille teste
dovranno cadere perché, come diceva Moretti, con questi dirigenti non
vinceremo mai.

Fanno finta di non capire che non si può non consegnare una regione come
l'Abruzzo alla destra più impresentabile se si va alle elezioni perché il
nostro governatore, quello fatto votare dai cittadini, è stato arrestato per
corruzione. Non si può governare come a Napoli negli ultimi anni.
Dimettetevi. Non si può far finta di non vedere il disastro dei rifiuti. Non
si può fare un governo ombra che è così ombra da essere impalpabile. Non si
può candidare Riccardo Villari e chi ha messo in lista Riccardo Villari si
deve dimettere. Non si può inciuciare con le destre (quelle destre) su
tutto. Il garantismo non può significare la mancanza di qualunque codice
etico, ovvero che fino a condanna definitiva (tra cent'anni) il politico, il
ministro come il consigliere di circoscrizione, può fare quello che gli
pare. Soprattutto non si può andare a cena con i palazzinari ma si deve
andare a cena con gli inquilini. Se vanno a cena con i palazzinari allora
questi politici non possono pretendere di rappresentare gli inquilini. E non
solo perché il palazzinaro può essere un ottimo pagatore di tangenti.

E qui viene il punto. Non possono far finta che il problema siano due o
dieci assessori corrotti e dirci che non dobbiamo fare di ogn'erba un fascio
e continuare (a perdere) come se niente fosse. Il problema, come si diceva
un tempo, è politico. Un dibattito veramente costituente sul PD non può non
toccare i nodi centrali di cosa voglia essere il PD. Se non si ha una
cultura propria, e il PD non ce l'ha, non esiste altro che la subalternità
culturale alle destre (ma il PD è subalterno a chiunque), su tutto, dal
modello economico, all'etica, al ruolo dello Stato come perequatore delle
differenze sociali alla questione morale.

Gianfranco Pasquino solleva da tempo un problema semplice: perché avete
liquidato la socialdemocrazia che con qualche ombra ma parecchie luci
continua ad essere uno strumento per garantire in mezza Europa le parti più
deboli della società pur all'interno di una società capitalista? Deragliato
il treno del PCI era necessario scavalcare a destra la socialdemocrazia per
finire nella palude dell'accettazione del modello? Non può essere quello
ancora oggi un ancoraggio minimo dal quale ripartire?

Perché ripartire si deve. Abbiamo il nemico in casa che sta facendo scempio
da Palazzo Chigi del nostro paese, abbiamo 3 regioni e spezzoni di altre in
mano alla criminalità organizzata. Abbiamo adottato un modello economico
fallito e fallimentare che ha gettato nella disperazione della precarietà le
nuove generazioni. Non s'illudano quindi e non celebrino quelli che da
sinistra criticano giustamente il Partito democratico. Perché il PD o quello
che verrà dopo il PD restano centrali per governare questo paese e senza una
grossa forza di centro-sinistra che corrisponda all'SPD, al PSOE, al PSF e
al Labour Party, questo paese lo governeranno Berlusconi e berluscones fino
al 25 aprile 2045.

Non ci sono altre vie. Rigidi codici etici per i quali vogliamo sapere anche
se il candidato sindaco ha preso una multa per divieto di sosta, e sennò non
si candida e va (o torna) a lavorare. La presunzione d'innocenza deve valere
solo rispetto al processo, non rispetto alla carica che si occupa ed è
necessario un vero salto generazionale, un profondo rinnovamento della
classe dirigente attraverso primarie vere su tutto. E la nuova classe
dirigente del PD deve finalmente decidere. Sulla scuola e sulle staminali,
sul PSE e sull'ambiente, su tutto quello che fino adesso non ha deciso.
Perché noi non siamo come loro.

MEGACHIP - DEMOCRAZIA NELLA COMUNICAZIONE

fonte: info@perleprimarie.org

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