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Appunti del Movimento
1.02.2009

Appunti del Movimento "A Sinistra", guardando alla politica nazionale. Le decisioni, gli atti e l’agenda del nuovo governo Berlusconi presentano ancora più marcati alcuni caratteri dei governi precedenti da lui guidati: attacco ai principi fondamentali della Costituzione nascosto da un certo formale ossequio nei confronti della sua prima parte, svuotamento progressivo degli spazi e degli strumenti della vita democratica, difesa del profitto e della rendita finanziaria a scapito del lavoro, ridimensionamento e disarticolazione di strutture e misure tese a combattere l’evasione fiscale e a sostenere lo stato sociale, decisionismo spregiudicato e ideologico lontano dagli interessi dei lavoratori, un atteggiamento di distanza e di insofferenza rispetto al difficile e complicato processo di costruzione dell’unità politica dell’Europa. Davanti alla crisi economico-finanziaria internazionale partita dagli Usa, che comincia a far sentire i suoi effetti devastanti nel paese e soprattutto nelle nostre regioni meridionali, nel cuore della nuova disfatta delle teorie e delle pratiche del liberismo economico (dopo quella terribile del 1929) il governo Berlusconi è di fatto inerte, risponde con un decreto legge insignificante e si dimostra incapace di affrontare gli elementi strutturali all’origine del disastro.

Si può ben dire che il senso politico-culturale complessivo dei provvedimenti decisi in questi mesi dal governo può essere rappresentato dal ritorno della "tessera di povertà", oggi chiamata "social card", con il messaggio implicito che nel mercato reale l’esercizio di diritti fondamentali, a partire da quelli al lavoro, alla salute, all’istruzione, non può essere garantito a tutti, e che i tanti esclusi possono trovare possibilità di sopravvivere solo in una attenzione residuale della beneficenza pubblica e eventualmente nel buon cuore di quella privata. Questione politica e questione economico-sociale sono strettamente collegate: aumento delle disuguaglianze, compressione delle retribuzioni e concentrazione della ricchezza costituiscono il corrispettivo di un accentramento del potere politico che riduce progressivamente il ruolo del Parlamento ridotto a luogo di presa d’atto delle decisioni di un governo approssimativo che decreta in via d’urgenza in materia che ne è priva e rinvia laddove l’urgenza preme con i suoi drammi sociali.

Lungo il crinale di tale deriva le forze politiche che si riconoscono lealmente nei principi fondanti e nel disegno programmatico della Costituzione non possono assolutamente attardarsi in una conflittualità interna che appare spesso, per le ragioni che la sostengono, lontana dalle vicende quotidiane e dal bisogno di ricostruire speranza e futuro di tanta parte della popolazione, soprattutto di quella giovanile. Tali forze hanno invece urgente necessità di ritrovare la passione per cercare e praticare l’interesse generale, per ricostruirsi come libere organizzazioni di cittadini a presidio della democrazia, di rispondere con messaggi, mobilitazione e comportamenti politici alla nuova diffusiva sfida della privatizzazione dell’esistenza che soffoca e tende ad annullare il legame sociale e civile tra i cittadini quale fondamento della Repubblica.

Occorre aprire le sezioni, i circoli, i luoghi dei partiti e movimenti politici che si riconoscono nella Costituzione ad una nuova analisi critica del modello di economia dominante e in modo particolare nella sua versione italiana, a partire dalle situazioni reali che i cittadini vivono nella città o nel quartiere e che hanno uno stretto legame con l’esercizio dei diritti a garanzia della loro dignità. Così come appare importante rilanciare il tema fondamentale della pace con lo sguardo rivolto alle speranze accese dalla nuova politica di Barak Obama. Ma questi obiettivi non potranno essere efficacemente perseguiti senza la costruzione di un soggetto della sinistra di alternativa, unitario e pluralista (di cultura laica, comunista, socialista, ambientalista e d’ispirazione cristiana). Un soggetto che, partendo dalla contestazione degli attuali assetti dell’economia e dal "ripudio" di tutte le guerre, si ponga decisamente al servizio della costruzione di un nuovo modello di politica economica e di un’attiva politica di pace secondo le direttive fondamentali del nostro Statuto. Un soggetto che, nell’interesse del Paese e delle fasce sociali più deboli, lavori per non farsi ingiustamente emarginare come si sta tentando di fare con lo sbarramento del 4% alle Europee: una scelta meschina e miope contro la quale, senza isterismi con risvolti autopunitivi, va portata avanti la più ferma e dura protesta. Ed è con questo spirito che guardiamo con apprensione a tutti i travagli che stanno segnando questa fase della sinistra di alternativa ma anche con molta speranza a tutto ciò che in essa si muove per promuovere processi innovativi e unificanti.

guardando alle scadenze elettorali locali

In vista delle nuove scadenze elettorali europee e, per il nostro territorio, anche di quelle riguardanti il rinnovo del Consiglio provinciale e del Consiglio comunale di Brindisi, nonché di Francavilla F., Ostuni ed Villa Castelli, il movimento "A Sinistra" rinnova l’invito a tutte le espressioni politiche democratico-progressista e di sinistra di perseguire le ragioni necessarie della convergenza pur nel rispetto delle differenti impostazioni e progettualità politiche. I contrasti e i sommovimenti interni a singoli partiti democratici e di sinistra come diffidenze e forme di chiusura pregiudiziale tra gli stessi non possono prendere il sopravvento rispetto al compito primario e irrinunciabile di difendere le istituzioni democratiche dando voce a quanti subiscono discriminazione e ingiustizia.

Il Comune e la Provincia di Brindisi costituiscono luoghi da cui i partiti e i movimenti dell’area democratico-progressista e di sinistra possono far partire segnali di inversione di tendenza attraverso l’approfondimento e il confronto su contenuti sociali e politici all’interno delle forze politiche e tra di esse, ed evitare frammentazioni incomprensibili che consegnerebbero gli enti locali al centro-destra ed in tale malaugurata ipotesi renderebbero persino evanescente il ruolo dell’opposizione. Brindisi e la sua provincia sono al centro di un conflitto tra alcuni poteri forti che vogliono il nostro territorio asservito alle ragioni di interessi privati ed a logiche che hanno devastato l’ambiente aggravando la situazione occupazionale. Si tratta di una comunità che ha mostrato capacità di reazione ad un modello imposto dall’alto e forza di mobilitazione per ricostruire un tessuto sociale e produttivo capace di ripartire dalle notevoli risorse presenti nel territorio: il mare, il porto e l’aeroporto, la tradizione industriale e artigianale, la fertilità dei terreni agricoli, la cultura dell’accoglienza e dell’apertura alle terre d’oriente. Questo patrimonio di consapevolezza e di mobilitazione cresciuto negli ultimi anni non può essere dissipato: esso appartiene largamente all’associazionismo politico e sociale di sinistra, a quello democratico-progressista ed ambientalista nonché alle diffuse sensibilità della sinistra cristiana. Dovrà essere compito primario delle forze politiche democratiche e di sinistra difenderlo e svilupparlo: la ricerca di accordi per rappresentarlo e interpretarlo anche nelle istituzioni locali è urgente e necessaria.

In vista dei prossimi appuntamenti elettorali il nostro movimento indica alle forze dell’area progressista alcune linee di impegno:

Ø la scelta delle amministrazioni locali di considerare la partecipazione democratica dei cittadini come la linfa vitale dei loro progetti e della loro azione politica: una partecipazione da favorire ma anche da promuovere concretamente con iniziative di sensibilizzazione, di consultazione e di confronto in un virtuoso rapporto di collaborazione con i movimenti e le associazioni democratiche;

Ø l’esigenza di dar vita ad un organico progetto di economia locale (già invero avviato da alcune scelte amministrative) capaci di valorizzare le risorse e le vocazioni del nostro territorio (il mare ma anche l’agricoltura ed il turismo) ed a rendere ambientalmente compatibili gli insediamenti industriali esistenti. E ciò con particolare riferimento alla irrinunciabile urgenza di ottenere una consistente riduzione del carbone bruciato nelle centrali elettriche;

Ø la scelta che tale progetto sia il frutto di un’ampia consultazione democratica delle nostre popolazioni (assemblee di base ed altri strumenti di coinvolgimento dei cittadini) i cui orientamenti dovranno essere elaborati e decisi in sede politica con l’utilizzo di qualificati apporti tecnico-professionali;

Ø la valorizzazione della costa; il recupero dei centri storici; la riqualificazione delle periferie (ben oltre l’indispensabile risanamento) dotandole di adeguate strutture e servizi; il miglioramento della viabilità: impegni questi rivolti a migliorare la qualità della vita e nello stesso tempo ad assicurare nuovi posti di lavoro specialmente in un momento di crisi;

Ø la conferma della più intransigente opposizione al rigassificatore la cui realizzazione, oltre a costituire un grave pericolo per l’incolumità dei cittadini, vanificherebbe ogni impegno rivolto ad innovare l’economia locale e segnerebbe il ritorno a politiche naufragate fra scandali e inchieste penali;

Ø un impegno concreto rivolto a fare in modo che vengano dagli enti locali adottati tutti i necessari accorgimenti per assicurare la correttezza e la trasparenza della gestione amministrativa attraverso l’applicazione scrupolosa della normativa vigente integrata dalla predisposizione di criteri oggettivi per nomine ed incarichi.

Su questi temi vorremmo si svolgesse il confronto all’interno dell’area di centro-sinistra chiudendo ogni spazio ai personalismi, a certi eccessi di autopromozione nelle candidature, ad esasperate polemiche ed a interviste non centrate sui problemi del territorio e sugli interessi concreti della gente. Dobbiamo tutti tenere ben presente che tali scelte impongono il dovere di privilegiare su ogni altra cosa e di promuovere gli interessi dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli come condizione indispensabile per rendere un proficuo servizio all’interesse generale della collettività. Ed in questa prospettiva il nostro movimento è impegnato a dare il suo contributo sia all’interno della sinistra per promuovere la sua unità, aperta al confronto costruttivo con l’area riformista e con i movimenti, e sia per la ricerca di un’intesa tra tutte le espressioni dell’area democratica e progressista per favorire, per i prossimi appuntamenti elettorali, tutte le necessarie convergenze sulle scelte programmatiche e su chi deve rappresentarle.

Brindisi, 31 gennaio 2009

A Sinistra – Movimento Politico Antiliberista e Pacifista – Brindisi

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