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Lo sfascio (di Antonio V. Gelormini) |
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7.02.2009
La bufera non si placa. Nonostante il moltiplicarsi degli sforzi, la barca resta in balia dell’imprevedibile. Ammonimenti, concitazione ed eccitazione hanno ceduto il campo alla paura e alla confusione, che rapidamente hanno preso il sopravvento sulla razionalità di ogni decisione. Troppa corda è stata concessa alla vela dell’emotività . E in questi frangenti il controllo si perde.
L’Apocalisse per l’ordinamento dello Stato, più volte annunciata e da sempre auspicata da “Maestri” sia grandi che piccoli, si profila nel bel mezzo di questo Carnevale. Il suo Profeta, all’ombra venerabile di logge, coperture mediatiche ed appoggi cardinalizi, da tempo ne predicava l’avvento. Sforzandosi di dar forza all’invettiva, con l’antico e incredibile sigillo dell’unto del Divino.
Era in attesa solo della buona occasione. Del momento propizio. Che, come tutti i paradossi della vita, è apparso sotto i deboli, indifesi e tristi lineamenti del sorriso impotente di una ragazza, sofferente all’inverosimile. Eluana. Un angelo senza spada, che da 17 anni vive una vita del tutto artificiale.
In un’assurda ed apparentemente casuale confusione, da qualche giorno si accavallavano gli incitamenti ad una variegata disobbedienza. Più o meno velata dalla sottile cataratta delle coscienze individuali. Rendendo alquanto manifesta l’assordante latitanza di qualsiasi monito e di qualsivoglia adeguato intervento censorio.
Adesso, addirittura, nel vortice debordante di un relativismo sterile, diffuso e contagioso, i cui schizzi colpiscono senza clemenza alcuna, è stata presa di mira la Costituzione. Che a farlo sia uno dei poteri dello Stato democratico, da sé dà la stura del tasso di sovversione contenuto nella studiata manovra. Ma che a tener bordone, con toni e accenti di dichiarato entusiasmo, si ritrovi nientemeno che l’Ecclesia, sia pur nelle espressioni miserevoli dei comuni fedeli, suona come sinistro annuncio di biblica memoria.
La breccia si apre su una brutta china. La relativizzazione della Carta Costituzionale mina alla base lo Stato di diritto. Poco importa se con essa si vorrà mettere in discussione anche il Concordato, i Patti o la libertà di celebrare messa in latino (dato che anche agli Imam nelle moschee è richiesto di pontificare in italiano).
L’aspetto devastante del precipitare degli eventi, è che per compiere le “scritture” venerabili di Castiglion Fibocchi hanno reso edificabile la Vigna del Signore. Ne faranno una Villa. E magari la chiameranno Eluana.
(gelormini@katamail.com)
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