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Napoli. Le doglianze degli attori a maschera
8.02.2009

Martedì 10 febbraio 2009, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. Le doglianze degli attori a maschera Enzo Moscato riallestisce, proprio per gli spazi dello Stabile di Innovazione partenopeo, il suo libero omaggio a Carlo Goldoni e al suo Molière del 1751

Il Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, per l'ultimo appuntamento del progetto

Lengue of Ccà. Vent'anni dopo, (intenso viaggio nell'universo poetico

moscatiano, attraverso tre spettacoli) ospiterà, martedì 10 febbraio 2009

alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 15), Le doglianze degli attori a

maschera, libero omaggio di Enzo Moscato a Carlo Goldoni, ispirato al suo

Molière del 1751, e di cui il drammaturgo partenopeo cura il testo e la

regia.

Presentato dalla Biennale Teatro di Venezia e dalla Compagnia Teatrale Enzo

Moscato, in collaborazione con Festival Città Spettacolo di Benevento e

Mercadante Teatro Stabile di Napoli, lo spettacolo si avvale della presenza,

in scena, oltre allo stesso Enzo Moscato, di Tata Barbalato, Valentina

Capone, Salvatore Chiantone, Cristina Donadio, Lalla Esposito, Gino Grossi,

Carlo Guitto, Salvio Moscato, Mario Santella e con Francesco e Gianky

Moscato, Giuseppe Affinito jr.

La scena sono a cura di Paolo Petti, le luci di Cesare Accetta, i costumi di

Tata Barbalato, la selezione musicale di Donamos.

La messa in scena è una scrupolosa, quanto fantasiosa,

riscrittura/reinvenzione scenica di uno dei testi ritenuti tra i minori e

meno rivisitati di Carlo Goldoni, Il Molière del 1751.

L'operazione di Moscato mette a fuoco, dell'antico copione originale,

l'ironica, ma non superficiale, intuizione psicologica dei personaggi,

unitamente alla grottesca tematica (al limite del sospetto d'incesto) della

passione nutrita dal già maturo Molière per la giovane figlia della sua

'storica' amante, la Bejart.

La dimensione drammaturgica, sorprendentemente 'aperta' ed antididascalica,

quasi modernamente meta-teatrale (un commediografo famoso che indaga la vita

intima di un altro celebre autore di teatro, senza malevolenza, ma anche

senz'alcun'ambiguità o reticenza o ipocrisia), tenta di restituire la

trascurata opera del Veneziano in tutta la sua viva e anticonformistica

incisività, in tutta la sua leggiadra e maliziosa levità d' atmosfere, fatta

di ritmiche battute a rima baciata.

Rime che pendono, come graziosi fronzoli, da una ferrea struttura formale 'a

incastro' e 'a rimando', intessuta com'è, di allusivi specchi animici, di

espliciti doppi 'autorali' (non solo Goldoni e Molière, ma anche 'tracce' di

Petito, Scarpetta, Feydeau, nonché, ovviamente, la neo-drammaturgica vena

dello stesso Moscato).

Il tessuto drammaturgico è ricco di significanze ed accenti linguistici, dei

più vari e meticci, pulsanti e musicali, nel cui mutevole fondo balugina,

forse, l'autentica intenzione di Goldoni: scrivere e dedicare il testo al

suo insuperato maestro 'in pectore' di Teatro, Jean-Baptiste Poquelin, detto

Molière, simbolo, egli medesimo, dell'essenza, semplice e profonda, del

'fare' scena. Fatua doglianza e malcelata 'nostalgia di maschera', trionfo e

impopolarità, libertà e veleno, prigionia e mai vinto desiderio d'evasione,

dagli impicci o contingenze della Vita. Più o meno quello che, ancora oggi,

sotto qualunque cielo, un qualsivoglia artista prova e (ri)prova sulla

propria (e trascurabile) pelle.

Le doglianze degli attori a maschera, di Enzo Moscato

Napoli, Nuovo Teatro Nuovo- dal 10 al 15 febbraio 2009

Info e prenotazioni al numero 0814976267 email

botteghino@nuovoteatronuovo.it

Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali) e ore 18.00 (domenica)

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