8.03.2009
I DIRITTI DELLE DONNE NELLO SPORT: "DIFFONDERE UN LINGUAGGIO AL FEMMINILE PUO' CONTRIBUIRE A COSTRUIRE UNA SOCIETA' MIGLIORE. PER TUTTI" Intervista a R. Borsellino Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo e vicepresidente di Libera, parteciperà all’iniziativa "Staffetta Rosa – donne di pace" che si terrà a Catania sabato 7 marzo. Ci ha anticipato questa breve intervista che pubblichiamo:
Come giudica l’incontro che la vedrà protagonista, assieme alle donne della Uisp, di un’iniziativa di solidarietà a favore delle insegnanti palestinesi di Shu’fat?
«Sono molto contenta di prendere parte a questa manifestazione. Mi fa piacere poter dare il mio contributo parlando della mia esperienza di donna nel campo del sociale, ma soprattutto credo che sarà interessante ragionare insieme sui vari ambiti di lavoro delle donne nella società , con particolare attenzione al contributo che la diffusione di un linguaggio al femminile può dare».
Nel corso dell’incontro di domani a Catania parleremo anche di sport e della sua funzione sociale. Lei ha dei ricordi familiari legati allo sport?
«Per me è bellissimo ricordare le grandi passioni sportive di mio fratello Paolo. Lui era tifoso dell’Inter, fatto che lo portava spesso a litigare con un altro dei nostri fratelli che teneva invece alla Juventus. E ancora oggi rido pensando ai litigi che quei due facevano quando parlavano di calcio. Ma in fatto di sport l’amore più grande di Paolo è stato per il ciclismo, ai tempi della grande rivalità tra Coppi e Bartali. Questa passione lo portò da ragazzino a fare risparmi per lungo tempo per poter dare una mano ai nostri genitori affinché gli comprassero una bici da corsa. Ricordo del suo piacere nell’andare in bicicletta, cosa che ha fatto sempre a livello personale e dilettantistico, e di come si appassionasse nel seguire le gare in televisione. È un’abitudine che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno della sua vita. Basta pensare che il pomeriggio poco prima della sua morte Paolo era a casa a guardare una tappa del Tour de France».
Per chi tifava Paolo tra Coppi e Bartali?
«Chiaramente per Coppi. A Bartali teneva invece l’altro fratello, quello della Juventus (ride, ndr)»
E per quanto riguarda lei, qual è stato il suo rapporto con lo sport?
«Beh, anche se allora l’attività fisica non era così diffusa come oggi, posso dire anch’io di essere stata una piccola atleta. Da bambina infatti ero velocissima, molto forte nella corsa, tant’è che gli insegnanti mi "sfruttavano" per vincere le gare che venivano organizzate tra le varie scuole. Mi piaceva moltissimo l’ora di quella che all’epoca si chiamava "educazione fisica", soprattutto perché in quel contesto potevo esprimermi appieno e liberamente».
Come giudica l’attuale situazione di incremento costante di casi di violenza contro le donne?
«E’ positivo il fatto che se ne parli, sarebbe meglio evitare la loro spettacolarizzazione. Temo la possibilità che si possano diffondere sulla base di processi di emulazione che potrebbero far breccia sulle persone più deboli. Altro rischio connesso a questa situazione è che un giorno, quando i media si stancheranno di considerare questi argomenti, il tutto possa passare nel dimenticatoio».
Di Vittorio Martone (redazione Uisp Emilia Romagna, inviato a Catania)
Fonte:Uisp Cremona
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