Inflazione
Ires Cgil, nel 2003 retribuzioni perdono 220 euro
In questi ultimi due anni, "con tassi di inflazione programmata troppo distanti da quella reale (nel 2002 1,5% programmata e 2,6% reale e nel 2003 1,4% programmata e 2,7% reale) ed in assenza di interventi sui prezzi e sulle tariffe, si è determinata una perdita secca per una retribuzione contrattuale stimabile, per questo anno, in 220 Euro". E' quanto sostiene l'Ires-Cgil che in una indagine rileva come "l'inflazione in Italia, non solo non mostra alcun segno di rallentamento, ma addirittura aumenta". Conclusione del centro studi: "Il governo sta facendo saltare la politica dei redditi".
I prezzi al consumo "continuano a crescere più delle
retribuzioni: 2,7% contro 1,9% . Mentre la forbice tra
retribuzioni ed inflazione fa prevedere, per fine anno, una perdita di potere d'acquisto dei salari di un punto percentuale". L'Ires ricorda, inoltre, che "le retribuzioni orarie contrattuali non rispecchiano perfettamente le retribuzioni di fatto che, in periodo di crisi, sono aumentate sicuramente ancora di meno".
L'Ires infine sottolinea che "nel 2002, anno nel quale c'era stato l'effetto euro, solo a fine anno si era raggiunto il 2,8%. E il tutto avviene mentre i prezzi alla produzione crescono in misura più limitata, intorno all'1,5% e mentre le vendite al minuto diminuiscono in termini reali, a giugno del -2,5%".
D'altra parte "dall'inizio del 2002 non c'è stata alcuna iniziativa del governo volta ad intervenire sui prezzi".