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Denuncia di una mistificazione. (di Lidia Secci)
18.04.2009

Denuncia di una mistificazione. Sono la mamma di Sergio Secci che perse la vita, assieme alle altre 84 vittime della strage alla stazione di Bologna, attuata con ferocia inaudita da Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini.
Le responsabilità di costoro sono state definitivamente sancite da sentenze emesse in nome del popolo italiano.
Nei confronti delle vittime e dei superstiti non c'è mai stato da parte dei responsabili un atto di umana pietà.
In questa situazione ancor oggi tragica si introducono mistificatori che è necessario siano denunciati a chiare lettere quanto meno perché le persone possano giudicare su fatti reali.
Uno di questi mistificatori, il più tenace, è tale Gian Carlo Calidori che si presenta in televisione e ospite di giornali come "amico" di mio figlio in vita e, come tale, autore di perdono nei confronti di Fioravanti e Mambro.
Denuncio pubblicamente che ho fatto accertamenti ed ho appurato che la vantata amicizia, peraltro non nota a me e al defunto mio marito Torquato Secci, non è mai esistita.
Il Sig. Gian Carlo Calidori e mio figlio avevano frequentato la stessa scuola ma non la stessa classe.
Tutti gli interpellati ricordano, ad esempio, che quando si incontravano nei locali della scuola si chiamavano per cognome e non per nome.
I due non hanno frequentato insieme il gruppo di amici fraterni e cari che ruotava intorno a Sergio.
Questi amici hanno escluso l'esistenza di un'amicizia.
Tutto ciò ho accertato più volte.
In modo particolare le testimonianze mi sono state offerte quando uscì la notizia, che fece molto scalpore a Terni e a Bologna che il Sig. Calidori aveva dato notizia alla stampa di aver incontrato a cena Fioravanti e Mambro, a loro aveva espresso il suo perdono in qualità di "uno degli amici più cari di Sergio Secci".

Lidia Secci
Il Presidente
Paolo Bolognesi

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