17.05.2009
Il processo di allargamento dell’Unione Europea L’allargamento dell’Unione Europea si compie attraverso l’accesso di nuovi stati membri: se la CECA (Comunità Europea Carbone e Acciaio, predecessore dell’UE) contava sei componenti, attualmente l’UE è formata da 27 paesi.
Inoltre, sono in corso negoziati con 3 stati che potrebbero essere inclusi nei prossimi anni: Croazia, Turchia, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia.
Per unirsi all’UE, tuttavia, è necessario raggiungere determinati standard definiti dai cosiddetti Criteri di Copenhagen, che si articolano in 3 punti principali:
1. il criterio politico: la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela;
2 .il criterio economico: l’esistenza di un’economia di mercato affidabile e la capacità di far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione;
3. il criterio dell’"acquis comunitario": l’attitudine necessaria per accettare gli obblighi derivanti dall’adesione e, segnatamente, gli obiettivi dell’unione politica, economica e monetaria.
Affinché il Consiglio europeo possa decidere di aprire i negoziati, deve risultare rispettato almeno il criterio politico.
Una volta verificato che lo stato candidato rispetti effettivamente i tre Criteri di Copenhagen, il Consiglio dell’UE decide all’unanimità di concludere il processo, previo parere conforme di Commissione e Parlamento europeo.
Si procede allora a stipulare il Trattato di Adesione vero e proprio, che dovrà essere oggetto di ratifica di tutti gli Stati membri.
Questi passi si rendono necessari per evitare che l’UE abbia al suo interno paesi poco omogenei dal punto di vista economico e politico, con evidenti problemi di gestione e di capacità decisionale.
Ecco perché, ad esempio, l’inclusione della Turchia pone non pochi dubbi.
Ufficialmente candidata dal 1999, la Turchia dovrà dimostrare la sua capacità di adottare standard europei in diversi settori (dalla protezione dei diritti umani alla tutela dell’ambiente), senza dimenticare la questione di Cipro e quella delle minoranze curde.
Visti questi elementi, sono ancora molti i paesi (basti citare Francia e Germania) a preferire l’opzione di una partnership più stretta che però non preveda, nei prossimi anni, l’ingresso della Turchia nell’UE.
Dovrebbe porre meno problemi, invece, l’ingresso di paesi come la Croazia e la Repubblica di Macedonia, politicamente ed economicamente più vicini ai parametri europei.
Tutti i paesi ufficialmente candidati beneficiano di appositi strumenti (chiamati strumenti di preadesione) che hanno lo scopo di facilitarne la transizione tramite aiuti economici e un costante monitoraggio dei progressi in atto.
Si tratta, per molti stati, dell’occasione per ottenere assistenza finanziaria che può essere utilizzata per potenziare le infrastrutture, investire nel welfare e nella formazione, del paese.
In generale, le motivazioni che inducono a presentare la propria candidatura sono le seguenti: aspettative di maggiore prosperità economica e sociale, maggior senso di sicurezza e stabilità e di credibilità internazionale all’interno di un importante entità politica come l’Unione europea.
L’Unione, invece, è motivata all’allargamento dalle necessità di estendere il proprio spazio politico ed economico nonché da necessità strategiche.
In primo luogo, quella di definire il proprio confine ad est integrando anche l’area balcanica (sottraendola, in tal modo, all’influenza russa); in secondo luogo, estendere la propria area di influenza verso il Medio Oriente e Mediterraneo, luoghi di transito ed estrazione delle risorse energetiche.
Questo avviene sia tramite gli Accordi di Associazione ( di cui si trova descrizione su http://europa.eu/scadplus/leg/it/lvb/r14104.htm ) che attraverso la Politica di vicinato http://europa.eu/scadplus/leg/it/lvb/r17100.htm ) strumenti alternativi all’adesione, ma che rivestono fondamentale importanza nel dare forma ad un’area di influenza europea.
Per maggiori informazioni sul processo di allargamento, vai su http://europa.eu/pol/enlarg/index_it.htm
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