Cina, 20 anni dopo La violenza dell'89 consentì al partito/stato cinese la ristrutturazione dell'economia. Ne è scaturita una nuova società , dove 150 milioni di migranti offrono le loro braccia a buon mercato. Così è nata la Cina fabbrica del mondo di P.A. Il dibattito sull’"incidente" Tiananmen non si è mai sviluppato in Cina. È rimasto un tabù. Ma che cosa ne sanno oggi i giovani cinesi? Quali canali usano per ricostruire quella vicenda? E’ la prima domanda che abbiamo rivolto ad Angela Pascucci, giornalista de "il manifesto" e autrice di vari testi sulla Cina...
Pascucci: I giovani cinesi, anche quelli "istruiti" che riescono ad andare all'università , mediamente sanno poco e nulla. Il silenzio minaccioso imposto dal governo sulla manifestazioni dell'89 e la repressione che ne seguì, scoraggia dal condurre ricerche per proprio conto. Il ritmo degli studi e la forte competizione sul mercato fanno il resto nel tenere lontani dalle grane. Molti poi non hanno neppure interesse a quanto accadde a quell'epoca, ritenendo che la Cina di oggi, potenza in piena ascesa sulla scena internazionale e in espansione economica anche quando infuria una crisi globale, abbia superato i problemi di quei tempi. Ma per quelli che sentono il bisogno civile e morale di sapere qualcosa oltre la verità imposta dal governo, e ce ne sono anche se è una sparuta minoranza, c'è Internet, il grande oceano della rete nel quale oggi navigano oltre 250 milioni di cinesi, il più grande esercito di internauti al mondo. Anche il sistema di sorveglianza messo in piedi dal governo cinese è uno dei più sofisticati al mondo, ma i giovani cinesi sono bravissimi ad aggirare tutti i firewall. Anche la crescita della comunità studentesca all'estero ha contribuito a moltiplicare i canali di informazione alternativi ma sembra che oggi in questa comunità prevalga piuttosto uno spirito nazionalistico e patriottico molto forte.
fonte: http://www.rassegna.it:80/articoli/2009/06/4/48048/tiananmen-lultima-rivolta-prima-della-globalizzazione