11.06.2009
UN PD PIU’ FORTE DOPO LE ELEZIONI EUROPEE Il Partito Democratico è stato capace di resistere alla campagna demolitrice che la maggioranza di governo, aiutata da buona parte degli organi di informazione, ha ostentatamente condotto nelle ultime settimane.
Il 26% di consensi raccolti nelle elezioni europee è un buon risultato, con profondi e diversi significati.
Siamo un partito che sta trovando sé stesso e una coerente linea politica - Questo hanno capito gli elettori, giudicando positivamente un gruppo dirigente che ha saputo contrastare il berlusconismo in apparenza dilagante.
Siamo un partito che ha bisogno di unità e da cui si pretende armonia interna - Questo non vuol dire che la dialettica non debba esserci, ma esistono i luoghi adatti alla discussione interna, oltre che equilibrio nell’esprimere giudizi e posizioni anche a livello personale.
Siamo un partito che vuole sottolineare i propri ideali di sincero riformismo, che ha voglia di mettersi al servizio dei settori più deboli della nostra società - Questo stanno a testimoniare gli appassionati interventi del segretario Franceschini e dei nostri candidati durante la campagna elettorale.
Siamo un partito che ha cominciato a recuperare i giovani - Questo è molto importante, poiché per vincere avremo bisogno di tutte le migliori energie portate da una nuova leva di politici che occorre presto allevare per entrare in totale sintonia con la parte di società più esposta alle incertezze del futuro, ma di cui occorre coltivare l’innata freschezza ed il naturale entusiasmo.
Siamo un grande partito, che da solo non ce la può fare a vincere – L’esito elettorale delle frantumazioni alla nostra sinistra, ma anche la crescita dell’IDV, devono farci riflettere sulla necessità di impostare subito salde alleanze programmatiche, cominciando dai ballottaggi elettorali che si svolgeranno tra pochi giorni .
Alle europee non abbiamo vinto, ma l’arretramento del Pdl ha dimostrato che quel partito, dopo avere toccato il suo massimo storico nelle elezioni politiche del 2008, sta perdendo consensi a livello nazionale e si potrà battere, prima o poi. Occorre proseguire, con pazienza e tenacia, nella costruzione di un partito che, quando tornerà al governo, sappia interpretare i veri bisogni della collettività .
Realizzeremo così il vero grande progetto alla base della nascita del Pd: il nostro bisogno di futuro si deve poter riconosce in un partito serio, disciplinato e soprattutto unito, con una linea chiara anche nei momenti di maggior dibattito interno.
Non potremmo più tollerare le prese di posizione personali, soprattutto di fronte alle emergenze di una crisi economica di cui non si riesce a prevedere la fine.
Abbiamo invece bisogno di un partito di cui poterci fidare, mentre quotidianamente affrontiamo le nostre difficoltà .
Andrea Clavarino e Barbara Cigliana
www.pd.communitas2002.org
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