Welfare Italia :: Economia :: Niente tasse, siamo il Milan di Vincenzo Visco Invia ad un amico Statistiche FAQ
6 Maggio 2024 Lun                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Niente tasse, siamo il Milan di Vincenzo Visco
8.09.2003

Un articolo di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella pubblicato sul Corriere della sera del 1° settembre scorso (Fisco, accolto il ricorso del Milan: “Niente Iva alle squadre Uefa”), ha segnalato all’opinione pubblica la singolarità di un parere fornito all’amministrazione finanziaria in risposta ad un quesito proposto dal Milan.
In sostanza con tale parere l’Agenzia delle entrate, accogliendo la richiesta della squadra, ha ritenuto che i proventi derivanti dalla cessione all’Uefa dei diritti di sfruttamento economico delle partite di calcio non debbano essere assoggettati all’Iva.
Tutto ciò, in termini finanziari, si traduce in una significativa perdita di base imponibile (dichiarata o accertabile poco importa) da parte delle finanze pubbliche ed in un corrispondente beneficio per le società di calcio. La decisione dell'Agenzia risulta discutibile ed inopportuna sotto diversi profili: a) viene data risposta in senso comunque pregiudizievole per l'interesse pubblico ad un quesito proposto dal Milan, che è la squadra del Presidente del Consiglio; appare ancora una volta evidente la pervasività del conflitto di interessi; b) un ennesimo favore fiscale alle società di calcio, dopo tutto quanto è accaduto nelle scorse settimane, appare francamente scandaloso, tanto più che i giornali informano che le società suddette non versano le ritenute fiscali e contributive, non risulta che l'amministrazione sia intervenuta tempestivamente, o ritenga di intervenire.
Nel merito la questione è la seguente: i consumi effettuati in Italia da soggetti italiani collegati allo svolgimento della coppa dei campioni (dalla semplice visione televisiva, alla pubblicità, merchandising, dischi, magliette, ecc.) devono essere assoggettati a Iva? L'Agenzia delle entrate (su richiesta del Milan) dice no, il buon senso (e anche l'atteggiamento più rigoroso tenuto dall'amministrazione in passato) farebbero dire sì.
La norma interpretata è infatti molto chiara nelle sue finalità, volte ad escludere la possibilità di non assoggettamento all'imposta, tanto che l'Agenzia è costretta ad accogliere una interpretazione del tutto causidica e formalistica del concetto di "utilizzazione", in base alla quale l'utilizzatore dello spettacolo calcistico o della maglietta di Maldini non è lo spettatore o il tifoso bensì la Uefa! È noto che gli avvocati hanno una forte propensione ai cavilli, ma non è detto che la pubblica amministrazione debba farli propri, contro l'evidenza, il buon senso e lo spirito della legge.
E in verità, consultando il servizio di documentazione tributaria della stessa amministrazione si apprende dell'esistenza di diverse interpretazioni del criterio di utilizzazione della prestazione stabilito dall'art. 7 del decreto Iva (DPR n.633 del 1972, art. 7, comma 4, lett. f).
In particolare, relativamente alle prestazioni pubblicitarie svolte parte in Italia e parte all'estero, si è affermato in passato che l'intero corrispettivo dovesse essere assoggettato ad Iva quando non fosse possibile individuare la quota di prestazione nazionale (risoluzione prot. 470170 del 1990).
Più recentemente la giurisprudenza ha ritenuto che il luogo di utilizzazione della prestazione è precisamente quello in cui è stata esplicata l'attività di consumo oggetto della prestazione (Cass., sez. I, sent. n. 11141 del 13 dicembre 1996).
È possibile che questi pronunciamenti e gli altri che tralascio per brevità non siano risolutivi ai fini della specifica questione. È certo, tuttavia, che se adeguatamente ed autonomamente ponderati avrebbero potuto condurre ad un'interpretazione più convincente, realistica ed argomentata del problema sollevato dal Milan.
Non so se - come sostiene il direttore dell'Agenzia delle Entrate - in altri paesi europei si fa così. L'argomento mi pare comunque poco rilevante, in quanto la norma in questione fa parte di quelle disposizioni antielusive che non interferiscono sui rapporti economici tra gli Stati dell'Unione (concorrenza), e su cui ogni Stato può esercitare ampi margini di discrezionalità. Con l'approccio seguito per il calcio si è creato un precedente pericoloso: basterà far transitare le transazioni soggette al criterio della "utilizzazione" in un paese extra comunitario (Svizzera, San Marino, ecc.) per eludere l'imposta.
Del resto va detto che l'episodio segnalato dal Corriere, al di là del suo intrinseco rilievo, appare del tutto coerente con il clima di lassismo normativo e amministrativo che sembra essere la costante del Governo Berlusconi in materia tributaria, come confermato oltre che da due anni di intensa attività (condoni, ecc.) anche da due recenti iniziative.
La prima è una norma “nascosta” nella legge di semplificazione per l'anno 2001, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nello scorso agosto. L'art. 23 di tale legge abroga le disposizioni che stabilivano l'obbligo per il venditore di attestare negli atti di compravendita l'avvenuta dichiarazione del relativo reddito immobiliare, prevedendo la nullità dei contratti che non contenessero l'attestazione.
Questa norma è stata abrogata prevedendo anche una sanatoria retroattiva di ben 12 anni senza preoccuparsi di ricercare altre possibili soluzioni che garantissero adeguatamente l'interesse pubblico in un settore ancora caratterizzato da alti tassi di irregolarità.
L'altra iniziativa governativa che segnalo è la vendita delle aree demaniali oggetto di sconfinamento abusivo da parte dei proprietari di aree limitrofe. Con l'art. 5-bis del decreto-legge n.143 del 2003 si è infatti prevista la possibilità per i proprietari che hanno abusivamente occupato aree demaniali costruendovi manufatti di acquisire la proprietà dell'area.
Ormai le parti si sono invertite ed al privato che abusivamente ha occupato porzioni di aree demaniali si consente di estromettere lo Stato. Si è passati dall'espropriazione della proprietà privata per pubblica utilità all'espropriazione dei beni pubblici per privato interesse!
Credo che ogni ulteriore commento sia superfluo: stiamo diventando un Paese senza vergogna e privo di ogni principio.

da www.unita.it
Welfare Italia
Hits: 1797
Economia >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicit | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti