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Dignità delle persone. Appello urgente contro le misure razziste
11.08.2009

UN APPELLO URGENTE A TUTTI COLORO CHE HANNO A CUORE LE SORTI DEL DIRITTO E LA DIGNITA' DELLE PERSONE  A tutte le persone che ci leggono chiediamo di presentare esposti alle magistrature e ad altre istituzioni affinche' siano abrogate le misure razziste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" e siano processati i colpevoli del tentativo di colpo di stato da esse misure configurato.

Vorremmo che nel lasso di tempo piu' breve possibile migliaia di esposti raggiungano tutte le Procure d'Italia e numerosi altri pubblici ufficiali ed attivino cosi' le procedure che portino con la massima tempestivita' possibile all'intervento della Corte Costituzionale che abroghi le illegali e criminali misure razziste, squadriste e golpiste contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94.

Vorremmo che si sviluppasse un movimento di dimensioni massive, corale, di popolo, in difesa della Costituzione e dell'umanita', in difesa della legalita' e della civilta', un movimento che si opponga al razzismo e allo squadrismo, che si opponga al tentativo di colpo di stato del governo dell'eversione dall'alto.

Proponiamo di utilizzare come modello gli esposti che abbiamo presentato noi stessi e di seguito riportiamo, oppure di formularne, presentarne, diffonderne di piu' elaborati e dettagliati ancora; in ogni caso di agire tempestivamente nel richiedere che le competenti magistrature intervengano per ripristinare la legalita' violata dai golpisti razzisti.

Agire tempestivamente, poiche' ogni giorno che passa il razzismo miete vittime. Agire tempestivamente, per la legalita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Con la forza della verita'. Con la forza del diritto. Con la forza dell'ordinamento giuridico. Con la forza della nonviolenza.

Centro di ricerca per la pace - Viterbo

2. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO

2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di Viterbo

Al Presidente del Tribunale di Viterbo

Al Presidente della Corte d'Appello di Roma

Al Presidente della Corte di Cassazione

Al Presidente della Corte Costituzionale

Al Sindaco del Comune di Viterbo

Al Presidente della Provincia di Viterbo

Al Presidente della Regione Lazio

Al Questore di Viterbo

Al Prefetto di Viterbo

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Presidente della Camera dei Deputati

Al Presidente del Senato della Repubblica

Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura

Al Presidente della Repubblica Italiana

Al Presidente del Parlamento Europeo

Al Presidente della Commissione Europea

Al Presidente del Consiglio d'Europa

Al Segretario generale delle Nazioni Unite

Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94

Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante

"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a:

a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana;

b) violazione dei diritti dei bambini;

c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale;

d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.;

e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.

Si richiede il piu' sollecito intervento.

Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che

riterranno sussistere nella concreta fattispecie.

L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.

(Giuseppe Sini)

responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 8 agosto 2009

 

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3. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di Viterbo

Al Presidente del Tribunale di Viterbo

Al Presidente della Corte d'Appello di Roma

Al Presidente della Corte di Cassazione

Al Presidente della Corte Costituzionale

Al Sindaco del Comune di Viterbo

Al Presidente della Provincia di Viterbo

Al Presidente della Regione Lazio

Al Questore di Viterbo

Al Prefetto di Viterbo

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Presidente della Camera dei Deputati

Al Presidente del Senato della Repubblica

Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura

Al Presidente della Repubblica Italiana

Al Presidente del Parlamento Europeo

Al Presidente della Commissione Europea

Al Presidente del Consiglio d'Europa

Al Segretario generale delle Nazioni Unite

Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo

Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente.

Si richiede il piu' sollecito intervento.

Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che

riterranno sussistere nella concreta fattispecie.

L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.

(Giuseppe Sini)

responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 8 agosto 2009

 

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4. UNA SOLA UMANITA'. GIANCARLA CODRIGNANI: ANTIGONE TORNA A MORIRE IN ITALIA

[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri@alice.it) per questo intervento]

Quante volte dovra' continuare a morire nostra sorella Antigone? Ci penso in questi giorni di rievocazioni di fatti di violenza che testimoniano solo la voglia, anche involontaria, di guerra: il 2 agosto dell'attentato alla

stazione di Bologna, il 6 della bomba di Hiroshima, l'8 della miniera di Marcinelle.

E viviamo in un paese in cui le leggi si fanno nemiche e i governanti fanno guerra alla giustizia, al diritto, alla legalita', alla convivenza civile, all'intelligenza, alla dignita', all'umanita' contro quegli immigrati in cui

vediamo rispecchiati i tanti milioni di emigranti italiani che non trovarono lavoro e diritti in patria.

Oggi, 9 agosto, imparo il nome di Fatima, marocchina "irregolare", che si e' suicidata per queste norme di "sicurezza". Anche lei era nata per amare,

come dice di se' Antigone. Gli italiani, come il coro della tragedia greca, tacciono, anche quelli che non sono d'accordo. Siamo complici, e' bene saperlo.

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5. UNA SOLA UMANITA'. MICHELE NARDELLI: LETTERA APERTA AI SINDACI DEL TRENTINO

[Ringraziamo Michele Nardelli (per contatti: sol.tn@tin.it) per averci inviato copia del seguente documento; la proposta qui formulata - di non ammettere nel proprio territorio le cosiddette "ronde" - e' stata fatta propria del presidente del Consorzio dei Comuni trentini, dal Governo provinciale, dall'Associazione Trentini nel Mondo e da numerose associazioni]

 

Caro Sindaco,

Le scrivo come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, organismo rappresentativo delle istituzioni e delle istanze delle societa' civile impegnate a promuovere "la cultura della pace attraverso gli interventi disciplinati dalle vigenti leggi provinciali in materia di sostegno alla cooperazione per lo sviluppo, di emigrazione e di immigrazione straniera extracomunitaria, di diritto allo studio, di formazione

professionale e di cultura" (L. P. 11/91, articolo 1, comma secondo).

Ho scelto questa forma di comunicazione sollecitato dall'appello "In sicurezza?" e da numerose associazioni aderenti al Forum che, come me, avvertono forte la preoccupazione che le scelte operate in campo nazionale

attraverso il cosiddetto "Pacchetto sicurezza" possano avere ripercussioni gravi nel processo di integrazione sociale nelle nostre comunita' dei nuovi cittadini che hanno trovato sul nostro territorio la possibilita' di

ricostruirsi una vita. E che rappresentano - che lo si voglia o no - una parte importante ed ormai ineludibile della nostra comunita'.

I dati parlano chiaro. La presenza dei cittadini trentini provenienti da altri paesi e residenti in Trentino rappresenta a fine 2007 il 7,4% della nostra popolazione. Alla stessa data gli occupati stranieri sono circa

16.000 (escludendo i lavoratori stagionali e domestici) ed incidono per il 7,2% dell'occupazione complessiva. Interi comparti dell'economia trentina, in assenza di questi lavoratori, entrerebbero in crisi: pensiamo ai raccolti

dei lavoratori stagionali nell'agricoltura, all'industria manifatturiera ed estrattiva (24,4%), al commercio (12,4%), all'edilizia con il 16,2% degli addetti, alla ristorazione e all'industria alberghiera dove la presenza di questi nuovi cittadini e' al 10,5%, pensiamo al settore dei trasporti nazionali e internazionali (6,4%), alla presenza nel settore sanitario (9,3%) e nell'assistenza (10,3%), ai servizi alle imprese (8,2%). Essendo il tasso di attivita' di questi nuovi cittadini piu' alto di quello generale si puo' valutare che l'incidenza sul totale del nostro Prodotto Interno Lordo locale sia intorno all'8-10%.

Molte di queste persone, nonostante abbiano un lavoro ed un luogo in cui vivere, non hanno ancora il permesso di soggiorno. Una parte di loro hanno un lavoro a tempo determinato e, qualora non venisse confermato, con il

"Pacchetto sicurezza" rischiano l'espulsione e la criminalizzazione. Il provvedimento, infatti, introduce il reato di clandestinita' (come se un migrante che cerca lavoro e di che vivere con dignita' fosse un delinquente), obbliga i pubblici ufficiali alla denuncia verso chi non ha il permesso di soggiorno con effetti gravi sul piano della salute o dell'integrazione scolastica dei figli degli immigrati, riconosce istituzionalizzandole le "associazioni dei volontari per la sicurezza", meglio conosciute come "ronde", delegando a privati cittadini compiti che sono propri delle forze dell'ordine, alimentando, in maniera perversa, un clima di diffidenza e insicurezza.

Di fronte a questa situazione sono a chiederLe di dare un segnale forte e chiaro per affermare nelle parole e nei fatti che il Trentino e' terra accogliente, per aver conosciuto il dolore e l'umiliazione del partire e per avere impresso nella propria memoria l'essere stato esso stesso terra d'emigrazione. E di avere nella solidarieta' un tratto identitario acquisito nel tempo della poverta' e del mutuo soccorso.

Le chiedo un segnale chiaro: il divieto nel proprio territorio comunale di ricorso alle "ronde" e ad ogni altra forma di delega verso privati cittadini nello svolgere funzioni di ordine pubblico e sicurezza.

La ringrazio sin d'ora della Sua attenzione. Il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani rendera' pubbliche le adesioni che verranno dalle nostre comunita' e Le chiedo quindi di darci gentilmente comunicazione di ogni

eventuale delibera connessa a questa richiesta all'indirizzo del Forum:

forum.pace@consiglio.provincia.tn.it

Cordialmente,

Michele Nardelli

Presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani

*

Post scriptum: L'appello "In sicurezza?" proposto da Punto d'incontro, Cnca Trentino, Fondazione Comunita' Solidale, Acli, Cgil, Volontari di strada, Fondazione Fontana, Fondazione Migrantes, Caritas, Apas, Villa S. Ignazio, Gris, Centro Missionario Diocesano, Comunita' di San Francesco Saverio, Mensa della Provvidenza - Frati Cappuccini ed altri si puo' trovare sul sito:

www.vitatrentina.it

 

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AGENDA. ISTRUZIONI PER L'USO E INDIRIZZI UTILI

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri.

Puo' essere anche inviato per posta.

Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione.

Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali).

Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel

capoluogo di provincia).

Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere ampliati, o resi piu' dettagliati, se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.

*

Diamo di seguito gli indirizzi delle istituzioni centrali cui inviare gli esposti; gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano ovviamente da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.

Al Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma;

e-mail: cassazione@giustizia.it; sito:

www.cortedicassazione.it

Al Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost@cortecostituzionale.it;

sito: www.cortecostituzionale.it

Al Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it

Al Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601;

e-mail: fini_g@camera.it; sito: www.camera.it

Al Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061;

e-mail: schifani_r@posta.senato.it; sito: www.senato.it

Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911;

e-mail: segvpres@cosmag.it; sito: www.csm.it

Al Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125;

e-mail: presidenza.repubblica@quirinale.it; sito:

www.quirinale.it

Al Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;

sito: www.europarl.europa.eu

Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm

Al Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000;

e-mail: cm@coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp

Al Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa);

sito: www.un.org

Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti non sostituiscono l'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi di inviare sempre comunque anche copia cartacea degli esposti per posta (con

raccomandata).

Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac@tin.it

 

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UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo.

Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.

In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione

pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.

Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.

E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.

Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene

sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.

Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato.

Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro

bambini da parte dello Stato.

Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune

umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si

basa la stessa costruzione politica europea.

E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.

La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.

A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.

Roma, 29 giugno 2009

Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

 

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UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici.

In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.

La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.

Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.

L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato

discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.

L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'

alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di

giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.

Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa

coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica.

"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di

"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla

Costituzione a tutte le persone.

25 giugno 2009

Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky

 

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LEGALITA' E' UMANITA'

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 3 del 10 agosto 2009

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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