7.09.2009
Quando la verdura è lusso di Clara Gibellini. Istat Coldiretti denuncia il meccanismo speculativo della grande distribuzione, da rompere con la filiera corta. Un italiano su due acquista direttamente dal produttore. Un aumento di prezzi ingiustificato che penalizza i consumatori e non porta alcun beneficio nelle tasche degli agricoltori italiani. È questa la dura reazione della Coldi-retti alla pubblicazione, ieri, dei dati Istat sull'inflazione del mercato italiano, che indicano una crescita tendenziale dei beni alimentari (+1,2%) di sei volte superiore al valore medio dell'inflazione (0,2%). Ancora più scandaloso, agli occhi della principale associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana, è poi il dato sull'aumento del 2,3% del prezzo dei vegetali freschi, «pagati oggi agli agricoltori su valori dimezzati rispetto allo scorso anno». Un quadro che spinge la categoria a puntare il dito contro la grande distribuzione, ritenuta responsabile del vertiginoso aumento di prezzi nel passaggio fra.acquisto ai produttori e vendita ai consumatori finali. Per trutta e ortaggi «!e poche deci-rie di centesimi pagate agli agri-
coltori - tuona la Coldiretti - si trasformano in svariati euro sui banchi di vendita per la presenza di pesanti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che danneggiano consumatori e imprese agricole alle quali vengono riconosciuti compensi che non coprono i costi». Un meccanismo speculativo, quindi, che, secondo l'associazione, si snoda lungo l'intera catena di approvvigionamento, e per spezzare il quale Coldiretti suggerisce «l'adozione di politiche che favoriscano un contatto più diretto tra consumatori e produttori locali». Un vero e proprio appello a favore della filiera corta e dei farmer market, che se per ora non riescono a competere con il ruolo predominante assunto dalla grande distribuzione, avrebbero però già conquistato un posto su! le tavole italiane Seconde un'indagine raggiunge un valore di vendite di a 2,7 miliardi di euro. Un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente che porta la filiera corta a essere anche la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita in Italia, a fronte anche del calo delle vendite degli ipermercati segnalato ieri dallìstat (-1,2% nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo nel 2008). Per quanto riguarda i beni acquistati attraverso la filiera corta, dall'indagine emerge che il 43% della spesa dei consumatori è destinata all'acquisto di vino in cantina, mentre il 23% aU'ortofrutta, il 12% ai formaggi, il 7% a carni e salumi e infine il 6% all'olio di oliva.
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