Parte domani, con la riunione della segreteria nazionale, una "discussione ordinata"- come l’ha definita oggi Piero Fassino - dei Democratici di sinistra sulla proposta di dar vita alle prossime elezioni europee ad una lista comune delle forze riformiste del centro-sinistra, vista dai Ds come importante tappa nella costruzione in Italia di un soggetto politico unitario dei riformisti, una "casa comune" su base federativa.
La discussione quindi investirà in sequenza il direttivo nazionale, la direzione e tutti gli organismi dirigenti locali.
Nel frattempo su questo progetto si è registrato un primo importante consenso nella riunione dei segretari regionali e delle federazioni metropolitane, che si è tenuta oggi in Via Nazionale.
Al termine della riunione, Vannino Chiti, coordinatore della segreteria Ds, incontrando i giornalisti ha detto: "C'è una condivisione generale della proposta di lista unica, il nostro sarà uno sforzo che non esclude ma vuole includere. Noi non diciamo 'chi ci sta ci sta', il nostro punto di partenza è la massima apertura".
Chiti ha poi precisato che la lista unica da un lato e il progetto riformista dall'altro non esauriscono né l'Ulivo né il tema delle alleanze: "E' evidente che questo soggetto vuole riorganizzare l'Ulivo ed essere garante di una futura vittoria elettorale".
A tale proposito la riunione di oggi è servita anche a ribadire "l'impegno di stringere alleanze con Prc e Italia dei Valori".
Per definire la svolta che la lista unica ed il progetto di unità dei riformisti costituiscono per i Ds, Chiti ha parlato de "la scommessa di un partito che oggi è sicuro e unito", per questo il gruppo dirigente si accinge alla discussione interna con la convinzione che sia legittimo dissentire da questa proposta, ma invitando chi non la condivide a non assumere un atteggiamento pregiudiziale che dica, prima ancora di discutere: 'o è così o vado via'.
La discussione nel partito, promossa dagli organismi dirigenti, "non porterà a escludere o a rinunciare a nessuno, perché tutti nel nostro partito- conclude Chiti- vogliono fare una discussione nel merito".
Passando ad esaminare la situazione politica del paese, caratterizzata dalle difficoltà del governo e dalle ripetute aggressioni della maggioranza verso l’opposizione e le principali istituzioni, Chiti riporta l’opinione, condivisa dai segretari regionali, che la crisi in cui versa il governo, le difficoltà che incontra su pensioni e riforme istituzionali, siano il segno di una crisi di Forza Italia, come dimostra anche la mancata elezione dei coordinatori nel convegno di Gubbio.
Dalla crisi di Forza Italia e del suo leader scaturisce l'aggressività contro le più alte cariche istituzionali, la magistratura, l'opposizione, il mondo giornalistico. Un'aggressività che non può essere accettata".
I "veleni" del caso Telekom Serbia sono collocati dunque da Chiti in questa prospettiva. "Noi non ci facciamo certo intimidire da questa campagna, che soprattutto televisioni pubbliche e alcuni quotidiani continuano a portare avanti. Ma siamo preoccupati che questi veleni possano creare danni al Paese".
Nel ribadire che c'è bisogno di "mettere un freno a queste campagne", Chiti ha sottolineato che i segretari regionali hanno "condiviso la forte risposta politica con cui i Ds hanno denunciato questa campagna di aggressione".
La riunione quindi si è conclusa rivolgendo un appello "a tutte le forze responsabili, nel centro-sinistra e nel centro-destra, alle classi dirigenti del sindacato, dell'università , dell'imprenditoria e del volontariato affinché facciano sentire con forza la loro voce contro l’imbarbarimento della vita politica e assumano una posizione che consenta al Paese di non fare passi indietro.