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Turismo, l'oasi pugliese (di Antonio V. Gelormini)
19.09.2009
Nell’arido scenario di un’estate grama di risultati per il turismo mondiale in genere, italiano in forma specifica e per quello del Mezzogiorno più in particolare, la Puglia si staglia come un’oasi, in apparenza surreale, e fa registrare dati confortanti in decisa controtendenza. Non si tratta di un miraggio. Ma del concreto consolidarsi di una performance, riscontrata dalla totalità degli indicatori economici, frutto di un’azione allargata e di concerto da anni perseguita dalla regione levantina.

L’industria del turismo è in calo dappertutto, gli effetti di una crisi diffusa e niente affatto passeggera, malgrado i flebili segnali di ripresa, lasciano il segno su multinazionali come il Club Med (-13%) o su mete balneari come la Sicilia, la Campania e la Sardegna. Le cinghie da tempo continuano a stringersi, e non sono molti quelli che possono ancora contare su qualche foro residuo. Flessioni a due cifre percentuali delle presenze nelle strutture ricettive. Riduzione vistosa dei fatturati e ulteriore concentrazione dei flussi nei picchi centrali di stagione. C’è solo la Puglia che tiene. E i suoi incrementi tra il 7 e il 10%, in Salento specialmente e sul Gargano in parte, sono gli unici a ravvivare il desolante quadro d’insieme.

I gestori dei lidi balneari confermano l’incremento di presenze in spiaggia, ma denunciano il sofferto contenimento di spese accessorie (bar e ristorazione). Lamentano l’inclemenza climatica del mese di giugno e continuano a sollecitare una revisione dei calendari scolastici. Contare su un’appendice estiva più lunga a settembre, magari a scapito di qualche settimana a giugno (da dedicare ad attività più pratiche), non solo aiuterebbe in concreto gli sforzi di destagionalizzazione nel comparto turistico, ma andrebbe incontro alle stesse esigenze delle famiglie, per cui giugno rappresenta spesso un problema.

La Puglia tiene. In un Italia che doveva essere “magica”, ma che si rivela inadeguata a realizzare politiche e azioni per trattenere. Mettendo a frutto quel suo straordinario potere d’attrazione, che le deriva dal privilegio di essere “unica”. La Puglia tiene perché, con caparbietà, sta riappropriandosi della sua antica attitudine alla fidelizzazione degli ospiti. Favorita dalla versatilità e dalla varietà di declinazioni della sua offerta turistica. Ma anche dai germogli di una riscoperta logica di sistema.

Per cui se il Salento traina, l’incremento esponenziale degli approdi crocieristici nel porto di Bari e la crescente attenzione del mondo del cinema a una location ricca di umori, sapori, luce e colori, diventano il palcoscenico di una destinazione con la maggior parte dei suoi tesori ancora nascosti. Per cui, il potenziale inespresso tra costa, entroterra e colline si rivela il valore aggiunto qualificante a una più larga offerta di turismo culturale. Funzionale a una proposta rinnovata, che individua nei convegni, nei congressi e nei servizi relativi, la moderna frontiera del turismo d’affari.

L’oasi può e vuole farsi più accogliente. Lo stesso Gargano è una pagina tutta da scrivere nei margini di riqualificazione e di sviluppo dell’industria alberghiera di Puglia. Se solo non ci si accontentasse più di un turismo di campeggio e non ci si facesse più confondere dagli arrivi senza presenze di un turismo di prossimità, puntando a servizi alberghieri più performanti, più variegati e ovviamente più redditizi.

E ancora. Se solo non ci si cullasse troppo, e soprattutto non ci si illudesse più tanto, sui ritorni di un turismo religioso da “toccata e fuga”, da integrare magari con dosi massicce di turismo culturale e turismo da diporto. A tal proposito, l’inaugurazione della moderna infrastruttura portuale di Rodi Garganico apre nuove prospettive di scambi e di flussi, sul tratto di mare più corto con la Croazia.

L’oasi Puglia non si nasconde tra le dune del deserto. Eppure è praticamente ignorata dal ministro del Turismo Brambilla. Essa è ben visibile al centro del Mediterraneo. E’ come un trabucco affascinante con i suoi pali a tentacoli, che si allungano come antenne sensibili di crostaceo. L’anima portante di un agile sistema di canapi e gomene. Riuscire a governarne la ragnatela di intrecci e diramazioni è l’opportunità che si offre all’Assessore regionale al Turismo, Magda Terrevoli. Se lo farà con maestria, la pesca continuerà ad essere senz’altro proficua.

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