|

|
|
Welfare Italia |
Foto Gallery |
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia |

|
|
 |
Ultimi Links |
 |
|
|
 |
 |
 |
 |
L'Europa sia leader di una globalizzazione responsabile |
 |
10.09.2003
In conclusione dell’incontro nazionale delle Acli ad Orvieto, il presidente, Luigi Bobba, affida all’Europa e ai movimenti un ruolo chiave di fronte alle sfide globali.
«Per la costruzione di una globalizzazione responsabile, la carta da giocare è l’Europa, che ha fatto dei passi avanti sul cammino dell’inclusione, della cittadinanza, dell’accettazione della diversità e lo ha fatto in modo pacifico e democratico. È divenuta una “potenza civile”.
Ma deve fare di più, senza restare chiusa nelle sue frontiere, se vuole acquistare una leadership, nel campo della globalizzazione responsabile, che sia di modello non solo ai paesi tecnologicamente avanzati ma anche per i paesi in via di sviluppo. In buona sostanza l’Europa deve essere il soggetto politico in grado di fare da architrave a una globalizzazione responsabile».
«Quanto alle radici cristiane nella Costituzione europea — continua Bobba — appare piuttosto incredibile che siano diventate addirittura “innominabili”.
Ricordare le proprie radici, il proprio patrimonio significa in realtà possedere ancora la capacità di avere una missione da svolgere. E se dobbiamo pensare a includere qualcosa nella Costituzione europea, alle Acli piacerebbe che vi fosse inserito il ripudio della guerra, come nella nostra Costituzione».
Sull’Europa, un’ultima considerazione: «L’Europa appare ancora ripiegata sull’asse franco–tedesco mentre manca una chiara iniziativa della presidenza italiana per approvare una nuova risoluzione dell’Onu sull’Iraq». Infine, a proposito delle contestazioni di Riva del Garda e dei “new global”, Bobba dichiara: «Non ci piace dire “il movimento new global”.
Ci piace parlare di “movimenti”, complessità, esperienze, sensibilità diverse che hanno assieme una visione che mira a una riglobalizzazione dal basso. Ma questo insieme di soggetti, che è una ricchezza, deve imparare ad essere propositivo.
La stagione del “no” è finita. Ora bisogna formulare proposte e indicare percorsi. Trasformare quell’enorme patrimonio collettivo che, nato da una reazione apertamente individuale e privata – cosa c’è di più intimo del balcone di casa nostra – ha ricoperto le città di bandiere della pace, diventando così forza politica.
Alla fine, il merito maggiore di questa grande forza di pressione, di questi movimenti, è stato quello di incidere sull’agenda internazionale e, in qualche misura, persino di riscriverla. Ora si tratta di influire di più e di trasformare la protesta in proposta».
Welfare Italia
Hits: 1868
Sociale >> |
|
 |
|
 |
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
|
 |
|
|
|
 |
|