27.09.2009
"PIANO INDUSTRIALE A.M.I.U. E RACCOLTA DIFFERENZIATA A GENOVA" Ad oltre un anno dalla firma del Protocollo d'Intesa del Progetto Pilota di raccolta "Porta a Porta" a Sestri Ponente e Pontedecimo, sottoscritto dalla Giunta Comunale e dalle associazioni Amici del Chiaravagna, Italia Nostra, Legambiente Liguria, è tempo di bilanci e valutazioni.
Sotto il nostro esame sono i risultati del progetto pilota, il piano industriale AMIU per la raccolta differenziata in città , le conclusioni dei lavori della Commissione Tecnica sui trattamenti finali dai materiali post consumo prodotti nella Provincia di Genova.
Da quanto illustrato da Pietro D'Alema, Amministratore Delegato AMIU, e confermato dall'Assessore Senesi, gli obiettivi di raccolta differenziata a Genova nei prossimi tre anni passeranno dall'attuale 20% al 25% alla fine del 2009, al 30% nel 2010 e al 40% nel 2011.
Ciò significa che la raccolta differenziata genovese sarà ancora una volta nettamente inferiore agli obiettivi fissati dalla normativa in vigore, secondo cui la raccolta differenziata dovrà raggiungere il 65% alla fine del 2012.
Giudichiamo in modo estremamente negativo le scelte - "prudenti" più che realistiche - di AMIU e della Giunta Comunale: semplicemente queste non risolvono i problemi della città .
Basti pensare che durante la recente esposizione di questi seppur modesti obiettivi non ci sono stati forniti i dati indispensabili per comprendere e valutare la programmazione degli investimenti tecnologici e gestionali che AMIU reputa necessaria per raggiungere, nei tempi previsti, i propri obiettivi.
Quello che ci ha lasciato più perplessi è come il piano industriale AMIU non tenga in alcun conto l'esperienza di raccolta differenziata di prossimità realizzata a Sestri Ponente e Pontedecimo, aree volutamente scelte tra quelle urbanisticamente più difficili, nel variegato panorama cittadino, allo scopo di sollevare le criticità e mettere in pratica le soluzioni.
Il Progetto pilota di Sestri Ponente e Pontedecimo ha dimostrato anche agli scettici come, in capo a 3 mesi, i cittadini genovesi coinvolti abbiano superato il 50% di raccolta differenziata; questo nonostante l'alta densità abitativa, la mancanza di spazi condominialie le strade strette. Tali risultati sono stati ampiamente confermati nei mesi successivi.
Ciò è stato ottenuto nonostante lo scarso impegno da parte del management AMIU e del Comune nell'affrontare e risolvere tempestivamente i tanti piccoli e gravi problemi che il nuovo sistema di raccolta presentava.
Se queste criticità , più volte segnalate durante i numerosi incontri del Tavolo Tecnico a cui partecipavamo assieme a Comune ed AMIU, fossero state affrontate tempestivamente e con la dovuta energia, attuando le azioni decise e spesso ribadite, siamo sicuri che già da oggi i cittadini coinvolti nel progetto, in particolare quelli di Sestri Ponente, potrebbero testimoniare il fatto che raggiungere e superare il 65% di raccolta differenziata a Genova, è possibile.
In particolare abbiamo chiesto e non ottenuto nei fatti:
-una comunicazione più efficace verso l'utenza
-la modifica del Regolamento Comunale di Igiene per permettere la domiciliarizzazione della raccolta, anche nelle aree private
-la riorganizzazione del settore della raccolta differenziata in A.M.I.U con adeguati investimenti in tempo/operatore
- la riorganizzazione della raccolta in modo da domiciliarizzare e responsabilizzare l'utente in maniera efficace. Per esempio, per i grandi condomini, l'uso di cassonetto condominiale "tracciabile" .
- L'individuazione, da parte dell'Amministrazion e, su tutto il territorio comunale, delle aree di servizio necessarie per sviluppare l'impiantistica essenziale alla gestione e trasformazione del materiale raccolto.
Invece, stravolgendo quanto convenuto nel Protocollo d'Intesa con le Associazioni, da quanto abbiamo appreso Amministrazione e AMIU intenderebbero sostituire alla per noi fondamentale scelta della domiciliarizzazione della raccolta (raccolta Porta a Porta), l'avvio di una raccolta di prossimità , ovvero una raccolta differenziata fatta con gruppi di contenitori (carta, plastica, vetro, umido) "anonimi", messi a disposizione di più utenti, residenti in condomini diversi.
Tutto questo in barba alle esperienze di raccolta Porta a Porta ormai diffuse anche in grandi città italiane quali Torino, Roma, Reggio Emilia, Napoli, Salerno; qui, grazie alla "tracciabilità " del contenitore, la raccolta differenziata spesso supera facilmente il 60%.
Temiamo quindi che le scelte in tema di raccolta differenziata che la civica Amministrazione si appresta a fare coincidano con la rinuncia definitiva a raggiungere perlomeno il valore di legge del 65% di Raccolta Differenziata, visto che si intende far venire meno la responsabilizzazion e sul corretto conferimento da parte del cittadino e si chiude la strada ad un possibile "premio" economico per chi separa e conferisce in modo corretto.
Questa scelta è facilitata dalla recente decisione di realizzare a Scarpino un impianto di gasificazione che formalmente si adatta a raccolte differenziate comprese tra il 40 e il 65%, ma non ha la flessibilità che si è voluto far credere all'avvio dei lavori della commissione tecnica e che, ovviamente, garantisce maggiori introiti (elettricità venduta) se gasifica più rifiuti.
Ricordiamo invece che l'intera Germania raggiunge oggi quote di riciclo e compostaggio pari al 65% e che numerose analisi confermano che una raccolta differenziata tra il 60-65% finalizzata al riciclo massimizza i risparmi energetici, la riduzione dell'inquinamento ed è ottenibile con bilanci economici accettabili, se non addirittura con riduzione dei costi, laddove i costi di smaltimento sono elevati.
Va ricordato poi che i costi di smaltimento realizzati con la nuova impiantistica approvata dalla Giunta (compostaggio, digestore anaerobico, trattamento meccanico biologico, gasificatore) saranno certamente più alti di quanto oggi costi buttare il rifiuto tal quale a Scarpino.
E' poi il caso di ricordare ai genovesi che già ora, a causa dell'attuale percentuale di raccolta differenziata ma anche in futuro con valori al 40%, i cittadini sostengono un duplice costo: ci riferiamo all'ecotassa regionale di 10 euro per ogni tonnellata di rifiuti conferito a Scarpino ed al mancato introito di circa 120 euro a tonnellata, altrimenti erogato dal CONAI per ogni tonnellata di imballaggio (carta, vetro, plastica, metalli, legno) riciclato.
Ad onor del vero va detto che nel piano industriale AMIU ci sono anche elementi che giudichiamo positivi, quali la particolare attenzione alle grandi utenze, gli investimenti in attrezzature che consentono di trasferire personale dalla raccolta dell'indifferenziat o a quella del differenziato, la riorganizzazione delle isole ecologiche e le modifiche dei cicli di raccolta e, finalmente, la convinzione che uno dei nodi centrali della raccolta debba essere la raccolta alla fonte degli scarti biodegradabili (lavorazione e scarti di cibo, mercatali), a cominciare dalla grande distribuzione.
Tuttavia, abbiamo avuto l'impressione che queste iniziative verranno adottate senza un progetto di comunicazione permanente, in grado di ottenere il massimo coinvolgimento e la massima responsabilizzazion e dei cittadini.
Coinvolgimento e responsabilizzazion e per la gestione dei materiali post consumo dei genovesi che dovrebbero interessare anche le maestranze AMIU, i dipendenti ed i civici amministratori, con scelte ed impegni concreti che lo stesso Sindaco auspicava durante l'incontro che abbiamo avuto con Lei.
E non ci saranno immediati ed evidenti cambiamenti di rotta da parte di AMIU e Amministrazione Comunale, a cominciare da un rilancio del progetto pilota, con il raggiungimento di più significative percentuali di raccolta differenziata, diventa quindi estremamente difficile per le Associazioni ambientaliste che rappresentiamo proseguire il rapporto di collaborazione attorno al tavolo Tecnico dei progetti pilota di Raccolta differenziata a Sestri Ponente e Pontedecimo, progetti che abbiamo voluto e nei quali crediamo ancora, fermamente.
Amici del Chiaravagna, Italia Nostra, Legambiente
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