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C'era bisogno che lo dicesse il Financial Times ? di A.De Porti
9.10.2009

C'era bisogno che lo dicesse il Financial Times che se l'Italia va male è colpa di Berlusconi, soggetto politico che è sceso in campo solo e soltanto per non avere rogne con la giustizia, come asseriva - ad alta voce - anche Indro Montanelli ? Io continuo a dire e scrivere queste cose da 15 anni ed ora sembra giunto finalmente il momento critico per quegli Italiani che lo hanno votato pur conoscendo da tempo le accuse contro di lui.

"L'Italia starebbe sicuramente meglio senza di lui". E' la conclusione a cui arriva il Financial Times, in un editoriale dedicato alle vicende del presidente del Consiglio italiano, intitolato "La crisi di Berlusconi", con un sottotitolo che è un invito ai suoi alleati a "iniziare a considerare l'idea di scaricarlo".

Delle "tragedie e trionfi" che hanno contrassegnato i suoi 15 anni di vita politica, scrive il Financial Times - che dedica a Berlusconi anche l'intera pagina 4 con la cronaca delle polemiche di ieri - "il colpo ricevuto dalla Corte Costituzionale è la più seria battuta d'arresto con cui si sia scontrato". Berlusconi è "chiaramente indebolito", anche se "questo è ben lontano dall'essere un colpo mortale", perché "il sistema giudiziario italiano è debole e avrà bisogno di tempo prima di arrivare a un verdetto definitivo nei processi che lo coinvolgono". Ma il premier, rileva il quotidiano londinese, "é politicamente forte": ha "la maggioranza in Parlamento" mentre "il centrosinistra è in crisi" e "i suoi partner si rifiutano di sfidarlo". Berlusconi - ricorda uil predetto giornale "guardando sconsolato lo stato deprimente della politica italiana" - "é sceso in campo per dare a se stesso un piattaforma per difendersi dalle accuse di corruzione. Ed è stato tragico per l'Italia e per l'Europa che l'abbia fatto". Berlusconi, scrive il quotidiano, può "rivendicare di avere avuto il mandato degli italiani che conoscevano da tempo le accuse contro di lui", ma l'Italia, aggiunge, "non è maturata politicamente a causa del suo dominio della scena" e "si è impantanata nelle dispute tra giudici e politici sul destino di Berlusconi", senza riuscire a "stabilire una chiara distinzione tra potere politico e potere dei media".

Ora mi chiedo cosa succederà. Infatti, tutti coloro che sono stati assoldati per difenderlo, dopo essere stati estrapolati dall'organizzazione Finivest, che faranno ? Continueranno a difenderlo o si accontenteranno di quanto hanno ricevuto per coprire il loro incarico di difensori del premier ? Di certo sarà dura per loro "cambiare faccia" per cui è immaginabile che si determini un forte corto circuito fra politica e le istituzioni. Ovviamente si dovrà trener conto anche di coloro che lo hanno difeso in buona fede ma che, ora come ora, dovranno ricredersi stante il fatto che si stanno attualizzando fatti pregressi che riguardano la mafia: è tornato alla ribalta Dell'Utri, ex braccio destro di Berlusconi, Ciancimmino, ex sindaco di Palermo, lo stalliere Vittorio Mangano presso la Villa di Arcore ecc.ecc., ragion per cui, dopo le affermazioni suffragate anche dall'ex Ministro della giustizia, Claudio Martelli, traspare fin da allora una certa connivenza fra cose lecite ed illecite. Circostanza che porterà al bandolo della matassa !

Ora il momento è fra i più tormentosi della storia politica italiana in quanto questo governo che credeva di passarla franca inventandosi il lodo Alfano, non si darà per vinto. Con conseguenze deleterie per l'economia italiana, checché ne dica Draghi, governatore di Bankitalia, in quanto questa gente che ha messo al sicuro all'estero i propri mezzi, avrà ancora la forza di piegare le persone oneste al loro volere. Non solo, ma questa gente si procurerà anche un' attenuante: diranno che se le cose stanno andando male sarà colpa di coloro che non hanno lasciato governare il premier.

ARNALDO DE PORTI

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