10.10.2009
Rifiuti tossici, scorie radioattive: questo è stato per la Calabria lo sviluppo industriale Diecimila persone in piazza il 4 ottobre a Crotone, per dire no ai rifiuti tossici vomitati dalla fabbrica Pertusola, (l\'industria, chiusa dalla fine degli anni \'90, in cui si produceva zinco) e usati per costruire case e scuole.
La città è stata attraversata da due cortei, uno che è partito dallo stadio Scida e l\'altro che ha bloccato la Statale 106 dove ha sede lo stabilimento. Tanti gli studenti in piazza. I promotori della manifestazione sono stati le associazioni, i volontari, la gente comune, le scuole, le madri e i padri
dei bimbi che si ritrovano scuole avvelenate dalle scorie tossiche fra di essi i circoli Arci Culture in… movimento e Pagania oltre che l\'Arci di Crotone.
Al centro della manifestazione il no alle discariche, la richiesta della bonifica dell\'ex area industriale e di tutti i 23 siti inquinati dalle scorie tossiche.
Non solo. È stata anche denunciata l\'intenzione di tumulare i rifiuti tossici per risparmiare.
«Questa è una terra che va bonificata. Ora, subito. Per non aumentare il numero di tumori. Vogliamo uno screening per tutta la popolazione».
È questo che in diecimila hanno urlato in piazza. «Crotone si è svegliata e adesso vuole vivere. La città dice no anche al sito di Giammiglione che, secondo il piano regionale, dovrà ospitare
l\'ennesima discarica di rifiuti tossici.
Giù le mani dalla bonifica. Stavolta i soldi vanno utilizzati per progetti reali e non per passerelle
politico - mafiose» hanno detto gli oratori dal palco allestito in piazza.
Non è stata una manifestazione fine a se stessa e, perciò, gli organizzatori «non si
accontentano di aver dimostrato lo sdegno di un\'intera popolazione martoriata da anni
nel silenzio».
Proprio per questo motivo c\'è ancora chi continua e continuerà la sua protesta facendo lo sciopero della fame, fino a quando non verranno presi seri provvedimenti.
Innanzi gli uffici della Prefettura, infatti, attualmente, ci sono persone (Rosanna Carvelli e Domenico Colosimo) fermamente intenzionate a non mangiare e a non far ritorno alle proprie abitazioni fintanto che non verrà dato un segnale reale e concreto, da parte del Governo, che
mostri di aver recepito l\'entità del disastro ambientale in atto e l\'urgenza della bonifica.
Non è solo Crotone a scoprire in Calabria che, per anni in questa Regione, si sono compiute nefandezze ai danni della salute dei cittadini e dell\'ambiente.
È infatti di pochi giorni la conferma dell\'affondamento al largo della costa di Cetraro
di navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi. Pochi chilometri più su a Praia a Mare la Marlane-Marzotto di Praia, industria tessile, è sotto inchiesta per i 120 casi di tumore
- finora accertati - direttamente attribuibili alle condizioni di lavoro nello stabilimento, oltre ai morti di cancro, che non si sa ancora quanti siano, ma che potrebbero essere oltre 150 a causa della presenza dell\'amianto.
Info: calabria@arci.it
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