10.10.2009
Sciopero metalmeccanici: Fiom, adesioni oltre 70% "Il dato medio di adesione allo sciopero nazionale dei metalmeccanici, proclamato per oggi dalla Fiom, è di oltre il 70%. Questo dato è ampliamente superato in molte aziende". Lo afferma in una nota la segretaria nazionale Fiom Cgil Francesca Re David.
"Ovviamente, non abbiamo potuto rilevare alcun dato relativo alla partecipazione alla giornata di lotta dei lavoratori dipendenti dalle tantissime imprese che, in queste settimane, sono coinvolte dall’utilizzo della Cassa integrazione, specie nel settore manifatturiero", aggiunge Re David che poi ricorda che "i dati relativi alle adesioni allo sciopero nelle singole aziende, saranno pubblicati sul sito ufficiale della Fiom (www.fiom.cgil.it)"
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Ccnl metalmeccanici: Rinaldini, sospendere trattativa e fare referendum
"Forse qualcuno si è illuso di poter utilizzare la crisi per definire un accordo separato che ha la pretesa di regolamentare, per oggi e per il futuro, quello che si può o non si può fare rinnovando il Contratto nazionale e gli accordi aziendali. Il rischio è che nei prossimi giorni venga fatto non solo un contratto separato, come già ne abbiamo visti in passato, ma un contratto che annulla per il futuro l’autonomia rivendicativa dei metalmeccanici." Lo ha detto, Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom Cgil, concludendo a Milano la manifestazione cui hanno partecipato 100mila persone.
"A Federmeccanica, quando ha dichiarato non negoziabile la nostra piattaforma - ha proseguito Rinaldini - abbiamo presentato una proposta ragionevole: sospendere per 2 anni l’applicazione dell’accordo separato sul sistema contrattuale e individuare una soluzione transitoria salariale di qui a fine 2011. Oltre a ciò, abbiamo chiesto il blocco dei licenziamenti e abbiamo proposto alle imprese di chiedere insieme al governo una estensione degli ammortizzatori sociali. Le imprese ci hanno risposto che non accettano nessun blocco dei licenziamenti e che avevano deciso di proseguire il negoziato solo con Fim e Uilm".
"Noi continueremo a perseguire l’obiettivo del blocco dei licenziamenti - ha affermato Rinaldini - perché giudichiamo clamorosi proprio i licenziamenti e non le proteste con cui i lavoratori intendono bloccarli. Quaranta anni fa, con l’autunno caldo del 1969, abbiamo conquistato il più importante contratto nazionale della nostra storia. Adesso le imprese vogliono farci tornare indietro. Ma la Fiom è come un argine, è un punto di aggregazione della protesta. Se pensavano di vederci più deboli a causa della crisi, li avvertiamo che le cose non stanno così. Per questo, a Federmeccanica, Fim e Uilm diciamo: fermatevi. A Federmeccanica, proponiamo di sospendere una trattativa che prescinde dalla nostra piattaforma. A Fim e Uilm, proponiamo un referendum vincolante sulle due piattaforme. Si tratta di una proposta di democrazia, perché per noi il voto dei lavoratori è l’ unico vincolo".
"Il fatto - ha spiegato Rinaldini - è che oggi in questo paese c’è chi cerca di attuare un progetto autoritario che parte dal livello sociale e arriva alla questione costituzionale. Tale progetto vuole anche sottrarre ai lavoratori la possibilità di esprimersi sulle piattaforme e sugli accordi che li riguardano. Per questo chiederemo un incontro a tutte le forze politiche. Ciò che vogliamo sapere non è se siano d’accordo con la nostra piattaforma, ma se esiste un diritto democratico dei lavoratori di votare su piattaforme e accordi. Diritto che, secondo noi, va sancito da una legge specifica".
"La mobilitazione di oggi - ha concluso Rinaldini - non costituisce un’iniziativa "una tantum". Si sappia che se venisse firmato un accordo separato che dovesse portare dentro il nostro contratto le nuove regole previste dagli accordi del 22 gennaio e del 15 aprile, tale accordo per noi non sarà valido in alcun modo".
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