10.10.2009
Romania. Dove va la moneta nazionale? Il leu continua ad essere vulnerabile di fronte alle pressioni e potrebbe svalutarsi nel caso in cui la situazione economica e politica si deteriorasse "in modo drammatico" nei seguenti mesi.
Lo riferisce un rapporto degli analisti di Economist Intelligence Unit (EIU), citato da Mediafax.
Secondo lo studio, che analizza dettagliatamente l’evoluzione di quest’anno della moneta nazionale, il leu si è svalutato fino ad un minimo storico di 3,4 lei/dollaro e 4,3 lei/euro nel mese di febbraio, nonostante gli interventi della Banca Nazionale di Romania, ma si è valutato in seguito all’annuncio fatto dalle autorità romene nel mese di marzo sull’accordo di finanziamento con il FMI, l’UE ed altre istituzioni finanziarie internazionali, di quasi 20 miliardi di euro.
Il leu si è rafforzato ulteriormente tanto nei confronti del dollaro, quanto nei confronti della moneta unica europea, arrivando alla fine di agosto a parità di cambio di 2,96 dollari/leu e 4,22 lei/euro.
"Comunque, in base alle stime sulle rate di equilibrio, esiste la possibilità che il leu continui ad essere fortemente sopravvalutato. I possibili problemi sulla competitività della Romania derivano dal fatto che altre monete della regione si sono svalutate nell’ultimo anno. Il leu potrebbe essere ancora vulnerabile alle pressioni nel senso della svalutazione, nel caso in cui la situazione economica e politica si potrebbe deteriorare in modo drammatico nei seguenti mesi", si sta precisando nel rapporto EIU.
Il documento mette in risalto che la probabilità di un conflitto all’interno del Governo è "significativa", vista la possibile differenza esistente tra il PDL e il PSD nel problema della politica economica e in quello della riforma nella Giustizia.
Gli analisti EIU precisano che il tasso medio del cambio valutario è stato nei primi cinque mesi di quest’anno di 4,23 lei/euro, ciò che significa una svalutazione del circa 15% nei confronti della media del periodo analogo del 2008, di 3,67 lei/euro. "Si può notare l’esistenza di un segno che il declino delle esportazioni si avvicina al punto minimo, nel caso in cui non l’abbia già toccato. In opposizione a questa evoluzione, le importazioni non indicano nessun segno tangibile di miglioramento", menziona il rapporto EIU.
Gli economisti dell’EIU considerano che l’aggiustamento del deficit del conto corrente dal 12,4% del PIL l’anno scorso verso il 5% del PIL nel 2009 e nel 2010 è possibile.
Ugualmente anticipano che gli investimenti stranieri diretti si ridurranno a metà nel 2009 rispetto all’anno scorso, coprendo circa il 60% del deficit del conto corrente.
L’EIU stima una diminuzione della forza economica nel 2009 del 7,5%, anticipando anche un aumento del PIL dell’1% nell’anno prossimo.
di Dana Fagarasanu
fonte: http://www.sette-giorni.ro/index.php?page=detalii&categorie=economia&id=20091004-635
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