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Io mi chiedo perché continuino a vivere da morti! di L.Boschi
25.10.2009

Io mi chiedo perché continuino a vivere da morti! Incapaci di risveglio... Tutti con alterne fortune e rendite a fare ciò che non è nella potenziale natura individuale.

Eppure tutti si prestano, considerano la sopravvivenza senza ideali, senza amore, senza passione e talento una vita degna di essere vissuta.

Non ci sono più uomini né donne, ma un succedaneo umanoide preda dello schiavismo della società dello spettacolo.

Sinceramente non so più se sia meglio vivere o morire in questo inferno artefatto dove anche la salute è subordinata al profitto.

Un mio amico fa il bidello precario notturno per 950 euro al mese. Io so i suo valore, conosco la sua sensibilità, la sua conoscenza, il suo pensiero profondo, la sua meditazione spirituale... della luce che dà a chi sa coglierla!... eppure questo è ciò che la società gli offre... e lui per la sopravvivenza, anche lui si presta...

Solo un esempio, normale, non certo dei peggiori, di come questa società annienti, non gli importi nulla delle qualità di una persona, se la considera ancora tale, ma vuole, nel più completo disprezzo, il suo uso o la sua mercificazione... in forme poi spesso obsolete o senza senso, blandita dalla pubblicità, dall'intrattenimento e dalle icone mito.

Uno scenario diviolenza quotidiana dove depressione, droghe, alcol e suicidi imperversano.

*Marie France Hirigoyen:* *"Le sollecitazioni economiche fanno sì che si chieda sempre di più ai lavoratori, con sempre minore considerazione.

Vi è una svalutazione della persona e delle sue capacità. L'individuo non conta.

Poco importano la sua storia, la sua dignità, la sua sofferenza. Di fronte a questa cosificazione, a questa robotizzazione degli individui, la maggior parte dei dipendenti di società private si sente in una condizione di fragilità troppo grande per poter fare altro oltre che protestare interiormente e chinare la testa in attesa di giorni migliori." *

La dignità e la vita umana non possono essere continuamente calpestate... e il lavoro non può produrre miseria!

*Corriere della sera:* *"In Italia sono oltre 3 milioni e mezzo le persone che non hanno abbastanza soldi per un'alimentazione adeguata, il 5,3% delle famiglie (1 milione e 265 mila nuclei). Un dato purtroppo in crescita. La scarsa qualità dell'alimentazione, soprattutto per i più giovani, tra i 5 e i 10 anni, ha effetti negativi sulle abilità cognitive e anche sul carattere". *

E assistiamo, d'altra parte, a remunerazioni senza senso. Manager pubblici iperpagati con gli Stati in fallimento (California!!). Alla stessa stregua manager privati corrotti, collusi dediti alla truffa internazionale (Lehman, Parmalat). Un sistema che produce miseria alimentato dalla follia individuale e di massa incapace di ravvedersi.

Ma perché continuare a annientarsi? Ha senso? Finché si presta la propria ragione, la propria opera a un sistema mortifero, non potrà esserci liberazione. Resistenza è non concedersi! Non c'è talento che superi lo  spirito di sopravvivenza! Il talento disposto a vivere senza ripiegarsi... a volte, invece, ed è triste, costretto a rinnegare se stesso. Spera forse in un cambiamento, ma il cambiamento non ci sarà. E rimane prigioniero a vita. E' una perdita di energia progressiva... e ti trovi senza forze nella rete dei servizi e consumi, oggetto anziano, prezioso per la rendita di altri.

E sì, fanno passare per eccezionali i servizi alla persona che erano consuetudine di vita in ogni famiglia, quando i giovani avevano rispetto e cura degli anziani... quando c'era un senso della casa.

No! Oggi, se non hai mezzi, perché così ti han ridotto, devi continuare a dare la tua vita all'imbecillità quotidiana per la sopravvivenza e mettere negli ospizi, nei centri diurni i tuoi cari... quelli che ti hanno dato la vita! E questa è fatta passare per conquista sociale!

L'opera svolta nella rivoluzione industriale ha terminato il suo ciclo evolutivo e si riproduce ora in quello involutivo... quasi incapace del cambio di marcia determinato dalla rottura di paradigma della società della tecnica e delle conoscenze.

*Ajai Chopra:* *"I problemi dell'Italia vanno ben oltre questa recessione" *e dipendono dal *"basso potenziale di crescita" *dell'economia.

*Paul Krugman: **"Il cambiamento andrebbe contro "alcuni potentissimi e cementati interessi acquisiti anche se questo creerebbe nuove opportunità economiche. E le industrie del passato oggi hanno armi ed esponenti ben piazzati; le nuove industrie del futuro no"*.

Abbiamo di fronte una nuova era, ma abbiamo paura dei cambiamenti che genera, non vogliamo affrontarla e timorosi restiamo nel vecchio sacrificale a subire inesorabilmente una sorte già segnata! Ingabbiati in questi macro sistemi industriali al collasso rimandiamo... non si salpa.

Una vita di inerti in balia della stupidità e della moda. Non abbiamo l'energia, ma l'inerzia. Ci contorniamo di cose inutili e annulliamo la persona. E'  inventato il mondo delle cose! Ci sono più case per le cose cheper le persone... che invece non l'hanno! Chiedetevi perché son sempre tuttiin strada? Perché una vera casa non ce l'hanno, ben che vada sonodormitori... spesso in comune.

Stanno mercificando il mondo con operatori decerebrati che si prestano. Iomi chiedo cosa aspettiamo ancora!!! Un sistema d'ordine che tutela questacondizione! Che bastona chi si ribella!

E si depredano saperi e intelligenze. Si mortifica la ricerca, la creatività. Si emargina chi non è allineato. Eppure c'è ancora chi spera nelcambiamento dall'alto. Non è possibile! Quelli vi mandano solo al massacro!

Io credo nella ribellione silenziosa, non in quella dei disordini. Io credo nel cambiamento dei nostri stili di vita. Siamo noi il cambiamento, nessun altro! Il cambiamento del silenzio! E' nel silenzio che il pensiero trova la sua dimensione e ritrova energia nella meditazione.

Ma l'opera di devastazione è stata vasta, invasiva e così calibrata che ogni ribellione è annientata sul nascere, ti tolgono ogni mezzo di sussistenza... la paura della condizione prende il sopravvento e non c'è la forza di rivedere se stessi. Si vuole una società senza tenuta etica. E allora il cambiamento avverrà per collasso o per opera naturale!

E' mancato in questi ultimi 20 anni il progetto di evoluzione, si è fermato a quello di competizione produttiva che porta inevitabilmente (lo insegna losport) al dopaggio! E questa è una società drogata!

Un sistema produttivo che si è avvalso di manodopera consenziente gestita dai sindacati che sapevano, ma hanno lasciato fare. Non solo, ma quando queste macchine della produzione integrata vanno in crisi perché insostenibili o obsolete, usano le forze lavoro come ricatto e ostaggio.

Oggi è richiesta consapevolezza e responsabilità a tutti i livelli in ogni nostra scelta quotidiana.

Ma questa società di perbenisti, conformisti e consumatoi è stata allevata nel modello pavloviano: hanno prodotto animali in trappola che rispondono a comando. Ripetibilità d'azione senza conoscerne lo scopo.

Gli obiettori di coscienza devono ritornare ad essere in ogni luogo! Perché sarà l'epoca del rifiuto, della resistenza contro modelli inaccettabili, soprusi e sopraffazioni. E coloro che si presteranno, incuranti di una etica sociale saranno additati come lo furono i nazisti! L'epoca dei Kapò non è finita con la chiusura dei campi di concentramento! Un fare che si ritrova ancora spesso!*...* in una società disumanizzante. Nel tempo la memoria si corrode intrecciandosi con la menzogna. La funzione dell'intellettuale *-dice Levi-* si identifica con la capacità di tener vigile e trasmettere la coscienza del Lager, non come episodio circoscritto e storicamente concluso, ma come realtà sempre contemporanea, contro cui perennemente lottare. *(Parma,

Luigi Boschi*

*visita il blog ** www.luigiboschi.it

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