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Comunisti fate silenzio (di Concita De Gregorio)
29.10.2009
I giudici e i giornalisti lo fanno impazzire. Quelli che fanno il loro mestiere naturalmente, certo. Quelli che non può comprare.

Li chiama comunisti, termine che usa come insulto dunque non è possibile rispondergli con ragionevolezza ferma che il comunismo non c'entra con l'esercizio di una funzione di controllo o meglio c'entra, ma sarebbe un discorso inaffrontabile con uno che considera «una vecchia storia» quella degli anni Novanta (le stragi di mafia, Mangano lo stalliere di Arcore, la trattativa, avete presente?).

Le origini della storia politica contemporanea di questo paese non sono un tema di cui dibattere con Berlusconi. Non gli interessa. Gli interessa solo la sua personale vicenda e difatti è solo sui suoi processi che perde il controllo.

La conferma della sentenza Mills, l'avvocato che ha mentito per salvare il premier ed è per questo stato ricompensato con 600 mila euro. Ricompensato, corrotto. Che se ne parli: non lo tollera. Chiama in diretta in tv per urlare che l'emergenza del paese sono i magistrati comunisti di Milano. Non, per restare solo ai temi trattati in quel programma, l'imprenditore che dice «sono un disoccupato che lavora». Non l'eventuale abolizione di una tassa che serve a finanziare il servizio sanitario, quel che ne resta. Non i suoi legami con Putin (tecnicamente, lui sì, un comunista) e con Gheddafi, un dittatore, gli unici due capi di stato mondiali con cui intrattenga rapporti: di affari, certo.

No, nessuno di questi punti toccati a Ballarò è per il premier un problema degno di replica. Lo è la sentenza che lo riguarda. I giudici comunisti e chi ne parla. Dunque un attacco a Giovanni Floris di incredibile violenza con il consueto corollario - il refrain di tutti gli editti - sul servizio pubblico occupato - da chi? - dai comunisti. Preoccupa. Ogni volta che Berlusconi ha additato un giornalista come nemico costui è stato rimosso tempo sei mesi. Nei giornali e in tv. O è preveggente o c'entra qualcosa.

Era imbarazzante l'altra sera assistere allo spettacolo di due ministri maggiordomi: prego prego presidente le cediamo il nostro tempo e le nostre parole. Le nostre opinioni, il posto, il cappotto, quello che vuole. Era mortificante non poter ribattere alle risposte del premier. Non c'è replica, quando risponde: ha sempre l'ultima parola. Quel che è chiaro è che certi "comunisti" - noi dell'Unità, Floris, Rosy Bindi allieva di Vittorio Bachelet - devono sparire. Deve sparire la libertà di parola. La museruola è pronta, Susanna Turco e Claudia Fusani raccontano quello che ci aspetta.

La vendetta contro i pm e i giornalisti comunisti si consumerà tra poche settimane: a fine novembre le nuove norme sulle intercettazioni potrebbero essere legge dello stato. Un testo che sarebbe un certificato di morte per centinaia di indagini comprese quelle su mafia e terrorismo. Leggete, riascoltate on line che cosa ha detto al nostro giornale Armando Spataro solo alcuni giorni fa. Chiunque abbia a cuore l'Italia deve reagire adesso. Prima che la struttura dello Stato venga giù come un palazzo durante un terremoto. Dopo si potrà solo piangere. I comunisti e tutti gli altri: il danno sarà uguale per tutti. Non aspettiamo le macerie, coraggio.

da l'Unità, 29/10/2009

http://concita.blog.unita.it//

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