12.09.2003
Signor Direttore,
si parla molto (e giustamente male) delle cose allucinanti dette recentemente dal sig. B. attorno alla figura di Mussolini.
Vorrei segnalare un passo della stessa intervista in cui viene affrontata un'altra questione.
Difendendo a spada tratta ("ci metto la mano sul fuoco") il suo amico Marcello Dell'Utri, il sig. B. arriva a dire (testualmente):
"....A Palermo la nostra magistratura comunista, di sinistra, ha creato un reato, un tipo di delitto che non è nel codice. E' il concorso esterno in associazione mafiosa ..... è una follia. Questo dovete capire: che questi giudici sono matti due volte. Uno perché sono politicamente così, due perché sono matti loro. Per fare quel mestiere bisogna avere delle turbe mentali, bisogna avere dei disturbi psichici. A me non verrebbe mai in mente di fare quel mestiere, se lo fanno è perché sono antropologicamente diversi. Non so se mi spiego".
Eccome se si spiega!
Per dare del matto ad ogni magistrato italiano, il sig. B. non ha trovato di meglio che prendere lo spunto dai magistrati di Palermo. I quali, in questi anni, anche attraverso l'utilizzo del 'Concorso esterno', sono riusciti ad infliggere più di un colpo - purtroppo non ancora definitivo - alla mafia ed alla sua organizzazione. E che, purtroppo, 'qualche colpo' l'hanno anche dovuto subire.
I magistrati Falcone, Borsellino e Chinnici, il poliziotto Boris Giuliano, il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e i tanti, troppi altri 'uomini dello Stato' caduti nella lotta contro la mafia e per la difesa dello stato di diritto, sentitamente ringraziano.
In attesa delle prevedibilissime ed ormai noiose ‘precisazioni’ del sig B, cordialmente
G. Invernizzi
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Nella foto:
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato 21 anni fa.
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