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Forse é giunta la fine dell’Imperatore? di G. Fiorentini
22.11.2009

Forse é giunta la fine dell’Imperatore? Berlusconi sconsolato perché isolato. Infatti, L’ultima Legge ad personam stenta e rischia l'incostituzionalità, il processo peggiore per Silvio é la causa di divorzio, ma il Sig. Silvio prepara il piano B: metterà forze la fiducia sul provvedimento pur rischiando le urne?.

Il Premier Berlusconi non riesce a uscire dal tunnel. Anzi, in questa fase al premier sembra non riuscirgli più nulla. L'elenco delle turbative subite e che sta subendo negli ultimi giorni il presidente del Consiglio si fa sempre più lungo, sia piano politico che su quello privato, che da tempo – ma nel suo particolare caso forse da sempre - quello pubblico é diventato tutt’uno con quello privato: affrontare il divorzio da Veronica Lario in un'aula di tribunale grava sull'immagine del premier, e sulla stabilità del suo impero economico, forse quanto I suoi processi penali.

Un quadro molto nubiloso Un futuro indecifrabile. L'esperienza testimonia che in questi casi tutto è possibile. Compresa la possibilità che il Cavaliere si decida a mosse anche strabilianti per uscire dall'angolo.

Tutti I fedelissimi del premier sottolineano che gli sviluppi del caso Veronica é ciò che preoccupa maggiormente il premier. Ne va di mezzo le questioni familiari, gli affetti e le relazioni, che forse avrebbero meritato più rispetto, e quindi anche più silenzio dei mezzi di comunicazione, ma forze anche questioni che inevitabilmente sono destinate a finire in pasto all'opinione pubblica: spartizioni patrimoniali, accuse da rotocalchi tra ex coniugi e, soprattutto, nuova materia per la vicenda delle escort. In fondo, è stata l'agenzia Ansa con i giudizi di Veronica sul «ciarpame senza pudore» delle veline candidate e sulla sortita di Berlusconi a Casoria per il 18° compleanno di Noemi che è partita la valanga nera ed internazionale del Cavaliere. Il curriculum delle rivelazioni e degli scandali potrebbe facilmente arricchirsi di nuovi ed inediti spunti nel contesto di una separazione risolta attraverso i Tribunali.

In una situazione di stallo politico, si è inceppato qualcosa nella catena di comando del centrodestra. Anche in altre stagioni Berlusconi ha incontrato problemi e resistenze all'interno del suo schieramento, ma mai senza che alla fine non si siano ristabilite le pur spinose questioni e con le buone o con le cattive anche la sua supremazia.

Potrebbe accadere che anche questa volta che alla fine il premier vincerà la partita ma al momento appare molto difficile, sembra addirittura che sia compromessa. Per ora i il vantaggio seppur ai punti se lo sono aggiudicato i suoi avversari più ostili all’interno del PDL. Gli esempi sono numerosi. Il premier ha provato a calmare il più agitato del momento Gianfranco Fini chiedendogli un atto di fedeltà sulla giustizia e ne ha ottenuto una reazione negativa e plateale, che lo ha costretto a varare un DDL in cui non crede e che non serve alla soluzione dei problemi giudiziari di Berlusconi, cioè, non serve a neutralizzare i processi a suo carico. La Lega, che gli si dimostra l'alleato più fedele a fasi alterne, gli ha complicato la vita, rimettendo subito in discussione il precedente accordo raggiunto con Fini sul processo breve e anticipando il un conflitto parlamentare che minaccia di accompagnare l'iter del provvedimento. Il Ministro Tremonti ha tenuto banco all'attacco sferratogli dal premier e da diversi Ministri nell'ultimo Consiglio imponendo la sua posizione riguardo ai tagli fiscali. La cabina dei comandi economici della maggioranza somiglia molto alle scatole vuote solitamente consuetudine del centrosinistra) che nascono per fingere una soluzione a problemi ma che poi rimangono perennemente irrisolti.

Se Berlusconi non riesce più a comandare in casa propria, come potrà pensare di farlo in casa altrui?. L'incontro della settimana scorsa con Casini, fermamente voluto, valeva già di per sé un clamoroso dietrofrunt: Berlusconi molto stranamente costretto a tornare a dover chiedere in modo formale l'aiuto a chi aveva bruscamente estromesso dal centrodestra, con la solita sua convinta infallibilità che si era dovuto liberare di una zavorra diventata troppo pesante. Purtroppo male per Berlusconi, ma non solo Casini ha subito rinviato al mittente la proposta di rientrare nell'orbita berlusconiana, ma lo ha freddato sulla questione che al Cavaliere stava più a cuore: la giustizia. L'ex presidente della Camera aveva già spiegato all’"Imperatore" a tu per tu, poi lo ha fatto pubblicamente definendo il progetto del processo breve del fedelissimo Ghedini tuttofare, che il DDL sul processo breve é «una grossa porcheria». Altro duro colpo ai piani del presidente del Consiglio: Casini non si era opposto al lodo Alfano e ora invece è sulle barricate, garantendo anche a Pier Luigi Bersani di poterci restare un po' più comodamente. Dopo le parole del centrista Casini sarà molto più difficile se non addirittura impossibile per il Pdl rilanciare il ritornello dello schiacciamento del Pd su Di Pietro, ancora più difficile sarà accusare il Colle di parzialità, se il silenzio con cui Giorgio Napolitano sta seguendo in queste ore il varo del processo breve (proposta di iniziativa parlamentare, che esenta il capo dello Stato anche dall'esercitare una qualche forma di persuasione morale) si trasformerà al momento opportuno in ostilità, a causa degli aspetti di incostituzionalità del provvedimento che sembrano profilarsi con estrema chiarezza.

Lo stesso Bersani si trova oggi costretto a un nuovo scontro frontale con l’avversario Berlusconi e non si tratta di una scelta strategica, ma dell’incapacità del governo di proporre una impostazione di un ragionamento di più ampio respiro istituzionale con la nuova leadership democratica, che ha anche lanciato un segnale di disponibilità a uscire dal pantano della "efferata" contrapposizione impostata da Berlusconi con volute sembianze di guerra civile, che è un altro evidente demerito politico del governo. Tutto ciò ha fatto si che Berlusconi a suo discapito si é venuto trovare un'opposizione parlamentare più compatta e più determinata di quanto ormai non lo é più la maggioranza di governo, anzi, il PDL é sempre meno lucito e sta andando vertiginosamente verso la confusione totale.

Direttore del "Il Nuovo Giornale di Mce"

Dr. Giovanni Fiorentini

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