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Mandiamo la precarietà in pensione
22.11.2009

Mandiamo la precarietà in pensione, campagna nazionale del Nidil Cgil. Vogliamo impedire che la precarietà del lavoro diventi a livello pensionistico inconsistenza di rendimento, ed evitare il rischio che un´intera generazione sia senza una tutela dignitosa per la vecchiaia\"

\"Mandiamo la precarietà in pensione\": questo il titolo della campagna di raccolta firme su proposte specifiche promossa da NIdiL-CGIL che ha preso il via sabato 7 novembre, in occasione della seconda Giornata nazionale della tutela individuale.

Scopo della campagna è impedire che la precarietà del lavoro diventi, a livello pensionistico, inconsistenza di rendimento, ed evitare pertanto il rischio che un´intera generazione non sia in grado di costruire una tutela dignitosa per la vecchiaia.

\"Sappiamo che i primi assegni pensionistici interamente liquidati con il nuovo sistema contributivo – dichiara Filomena Trizio, segretaria generale di NIdiL – dovrebbero garantire per i lavoratori non discontinui una copertura che oscillerà fra il 50 e il 60 per cento dell´ultima retribuzione, con il recupero di un ulteriore 20-30 per cento affidato alla previdenza complementare. Ne consegue che i lavoratori ‘discontinui´ si troveranno in futuro ampiamente al di sotto di tale copertura\".

\"So bene che i lavoratori hanno come primo problema – prosegue Filomena Trizio – quello di tutelare il presente: il lavoro, le loro retribuzioni. Per questo, oltre agli interventi fatti attraverso il CCNL e gli accordi sul sostegno al reddito per i somministrati, abbiamo chiesto ieri unitariamente un incontro al ministro Sacconi, cogliendo la discussione in corso sulla Finanziaria, per sottoporgli le nostre proposte di rafforzamento della misura di sostegno per gli iscritti alla Gestione separata Inps: misura oggi limitata ai soli collaboratori a progetto. Ma non dobbiamo – e non possono farlo i lavoratori interessati – allo stesso tempo dimenticarci del futuro, e in tal senso è fondamentale agire immediatamente per scongiurare la possibilità che già a partire dal 1° gennaio le pensioni dei lavoratori discontinui e precari subiscano un duro colpo con l´applicazione dei nuovi coefficienti di calcolo\".

In particolare, le richieste avanzate dai firmatari riguardano:

• La non applicazione dei nuovi coefficienti di calcolo a partire dal 1° gennaio 2010;

• L´immediata costituzione della Commissione prevista dal protocollo sul welfare del 23 luglio 2007 per verificare l´incidenza dei percorsi lavorativi discontinui sulle future pensioni, al fine di proporre meccanismi di solidarietà tali da garantire un tasso di sostituzione non inferiore al 60% e per correggere l´incidenza dell´andamento negativo del Pil sulla determinazione dei nuovi coefficienti di trasformazione;

• L´aggancio unico dei compensi minimi dei lavoratori parasubordinati ai minimi del CCNL di riferimento per i lavoratori dipendenti con analoga professionalità, come già previsto dall´art. 1, comma 772, della legge n. 296/2006;

• L´obbligatorietà della rivalsa previdenziale per i lavoratori con partita Iva iscritti alla gestione separata Inps e l´innalzamento della stessa dal 4% al 9%, in linea con la ripartizione del costo contributivo che grava sul lavoratore parasubordinato, mantenendo il regime contributivo unificato per tutti gli iscritti alla gestione separata Inps privi di altra copertura previdenziale e non pensionati;

• L´introduzione normativa del 4% di costo aggiuntivo a carico dell´impresa per tutte le prestazioni di lavoro parasubordinato, al fine di garantire la possibilità di aggiornamento professionale e di costruzione della previdenza integrativa.

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