13.12.2009
A Copenhagen siamo in più di 100mila: dai leader globali un impegno all'altezza! Ma i tagli annunciati dal 15 all'accesso al Bella Centre mettono a rischio la trasparenza del vertice Una città aperta, le strade accoglienti, i negozi a porta aperte, applausi dai balconi e incoraggiamenti. E' quasta l'accoglienza che la città di Copenhagen ha riservato agli oltre 100mila attivisti, ambientalisti, sindacalisti, contadini, negoziatori ma anche semplici cittadini che si sono riversati tra le strade della città . Un corteo giovane, colorato, pacifico, che mentre sta arrivando al Bella Center, dove fino al 18 i leader di tutto il mondo decideranno il futuro delle politiche sul clima per i prossimi vent'anni almeno, e quindi il futuro del pianeta, lancia loro una sfida impegnativa: siate all'altezza delle nostre aspettative. "La Coalizione Climate Justice Now, cui partecipa l'organizzazione equosolidale Fair, e il network Climate Justice Action, "hanno dato vita ad uno schieramento ampio, rappresentativo, che mettendo insieme ong, ambientalisti, organizzazioni non governative, equosolidali, movimenti sociali, rappresentanti sindacali, indigeni, contadini e dei piccoli produttori, dimostra nei fatti che la società è unita nella denuncia del tentativo di trasformare questa Conferenza, come i recenti vertici FAO di Roma e quello della WTO a Ginevra, nell'ennesima sfilata di leaders senza impegni sostanziali", commenta Alberto Zoratti, portavoce dell'organizzazione nella coalizione. I delegati africani, gran parte dei G77, quelli delle piccole isole "stanno marciando insieme a noi perché sentono che i loro interessi, quelli delle comunità locali, dei cittadini a Nord e a Sud rischiano di essere schiacciati da grandi interessi economici che vanno avanti per inerzia, cercando di trasformare anche il dramma delle emissioni e dei cambiamenti climatici in un buon affare". Dopo la grande manifestazione di oggi nei prossimi giorni i Capi di stato e di Governo "dovranno dimostrare di essere all'altezza della nostra responsabilità , capacità d'analisi, di coesione e ascoltare le proposte che in questi giorni le coalizioni stanno già confrontando quotidianamente con i delegati dei Paesi in via di sviluppo", sottolinea Zoratti. Ma dal 15 dicembre prossimo il lavoro prezioso delle Ong di rappresentazione e di confronto potrebbe essere gravemente pregiudicato. E' cominciata oggi a Copenhagen, infatti, la distribuzione di "doppi badges". A partire dal 15 dicembre potranno entrare al Bella Center solo alcuni dei delegati designati dai "contact point delle organizzazioni". L'elenco badges addizionali per Ong e Organizzazioni internazionali, sarà limitato, pare, al 20% degli attuali aventi diritto. Un provvedimento singolare, secondo le Ong presenti a Copenhagen, perché accomuna le Organizzazioni internazionali alle Ong, come se la Wto e un'organizzazione di indigeni o pescatori fossero la stessa cosa, avessero la stessa possibilità di farsi sentire o gli stessi interessi in ballo. "C'è chi si gioca una scrivania, o una poltrona più importante, qui alla COP15 - denuncia Zoratti -. C'è anche chi ci si gioca la vita, però, e per questo sta sostenendo con grande efficacia la lotta dei delegati africani o delle piccole isole come Tuvalu, di cui il mondo fino a qui ignorava il dramma. La preoccupazione, dunque, è che con l'arrivo dei capi di Stato e di Governo tutto diventi più patinato, levigato, soffuso, all'interno del Bella Center, e il "controcanto" venga relegato in strada e in piazza. Dove vive tutti i giorni, troppo spesso ignorato, inascoltato. ----------------------------------------------------- Commercio Equo, Sostenibilità , Comunicazione www.faircoop.it
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Fair per Climate Justice Now/100 piazze per il clima! www.faircoop.net/faircoop In diretta dal vertice di Copenhagen: Alberto Zoratti +393358426752 azoratti@yahoo.it ------------------------------------------------------------------------------------------------------
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