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Genova. Avvisi a 73 poliziotti
13.09.2003

Genova 73 avvisi a funzionari e agenti di polizia.  A quanto sembra, la Procura di Genova è intenzionata a chiedere il processo nei confronti di settantatre poliziotti, tra dirigenti e capi squadra, accusati di aver commesso abusi e falsificato gli atti, durante l’irruzione alla scuola Diaz, alla scuola Pascoli e commesso le violenze nel carcere di Bolzaneto.

Le accuse, sostanzialmente, riguardano quattro distinte vicende: da un lato l’irruzione alle scuole Diaz e Pascoli, nel corso della quale la quasi totalità dei manifestanti no-global venne picchiata a sangue, mentre venne data come giustificazione delle brutalità il fatto che i ragazzi tentarono di resistere e di aggredire i poliziotti. Anche per questo - ed è il secondo filone - secondo l’accusa alcuni funzionari avrebbero avallato la falsa storia di un tentativo di accoltellamento nei confronti di un poliziotto, Massimo Nucera. Il terzo filone riguarda le violenze commesse nel centro di Bolzaneto, dove venivano portati i no global fermati. Ed infine c’è la vicenda decisamente più imbarazzante: la bomba molotov messa ad arte tra il materiale sequestrato alla scuola Diaz, che avrebbe dovuto dimostrare il «teorema» della deriva eversiva del movimento e quindi, dare una legittimazione sia ai proclami del governo che alla linea dura adottata dalla polizia.

Nell’indagine sono finiti alcuni alti dirigenti di polizia. Tra loro, indagati per falso in atto pubblico, calunnia aggravata ed abuso d’ufficio, ci sono l’ex capo dello Sco Francesco Gratteri, il vice capo dell’Ucigos, Gianni Luperi, il dirigente bolognese Lorenzo Murgolo, l’ex vice capo dello Sco, Gilberto Calderozzi e l’ex capo della Digos genovese Spartaco Mortola. Le accuse sono state contestate perché si tratta dei funzionari che hanno sottoscritto i verbali di arresto per i novantatre manifestanti fermati nella scuola. Le posizioni degli indagati, in questo caso, sono assai diverse tra di loro. E forse è questo il filone nel quale qualche dirigente riuscirà a dimostrare la sua estraneità.

Sempre per l’irruzione alla Diaz, il capo della celere romana Vincenzo Canterini e il suo vice Michelangelo Fournier sono indagati di concorso in lesioni gravi con il loro reparto e i capi squadra con altre squadre presenti la notte dell’irruzione.

Per i presunti responsabili delle violenze al carcere di Bolzaneto, i capi di imputazione riguardano le accuse di abuso d’autorità sui detenuti, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Tra di loro ci sono il medico del carcere Giacomo Toccafoni e il numero due della Digos di Genova dell’epoca, Alessandro Perugini. Perugini, tra l’altro, è lo stesso funzionario ripreso dalle telecamere mentre infieriva con i calci contro un ragazzo fermato dalla polizia ed immobilizzato a terra.

C’è poi, come detto, la vicenda del falso accoltellamento per la quale si procede per falso e calunnia aggravata nei confronti del poliziotto Nucera, ossia colui che sarebbe stato aggredito, e nei confronti dei dirigenti Maurizio Panzieri, Filippo Ferri, Spartaco Mortola e Fabrizio Ciccimarra, che avevano sottoscritto il verbale, avallando il racconto di Nucera che la Procura ritiene non veritiero.

Sempre per falso e calunnia aggravata sono stati «avvisati» della fine delle indagini il vice questore Massimo Troiani, il suo autista Antonio Burgio e il funzionario Massimiliano Di Bernardini. Si tratta delle persone maggiormente coinvolte nel passaggio della bomba molotov ritrovati in una strada di Genova e finita chissà come tra gli oggetti sequestrati ai no global nella scuola Diaz.

Significativa, a tal proposito, l’affermazione piuttosto prudente del ministro dell’Interno, Pisanu, il quale ieri ha detto che gli avvisi sono atto dovuto e che «la polizia è sana». Che significa che saranno presi provvedimenti amministrativi, se le accuse verranno dimostrate. È quello che vogliono tutti, soprattutto quei funzionari, dirigenti e poliziotti - la maggioranza - che non ha mai abusato delle proprie funzioni, nè ha fabbricato prove false per giustificare i propri errori o per compiacere qualche politico o zelante superiore.

fonte :ds genova

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