24.12.2009
LAVORO: DI GIOIA, PSI: GIOVANI: INUTILE PARLARE DI MERITO QUANDO MANCANO LE PROSPETTIVE I socialisti sono da sempre sostenitori della meritocrazia, ma i nostri giovani per cosa dovrebbero impegnarsi, cos’è che dovrebbero meritare? Non vedere per se un futuro, o meglio vederlo con chiarezza: incerto e sottopagato; può essere uno sprone? Non investire sui giovani significa non investire sul Paese. In tutti i paesi industrializzati, i giovani sono considerati “IL” potenziale su cui investire. E lo si fa! Ai nostri giovani dobbiamo offrire una sola certezza: un percorso professionale/contrattuale chiaro, che delimiti l’utilizzo del precariato e determini una crescita salariale programmata che consenta un minimo di progettualità rispetto al proprio futuro. Immaginare di formarsi una famiglia in primis. *Lo ha dichiarato Lello Di Gioia Coordinatore Nazionale dell'Organizzazione del PSI.* Allo stato dei fatti, invece, si ha la possibilità di assumere personale con contratti di precariato che si rinnovano sino al limite consentito dalla legge (nel caso che il limite ci sia), dopo di ché si manda a casa il lavoratore e se ne prende un altro a svolgere il medesimo lavoro 12 mesi all'anno. Stabilizzando la precarietà . Stabilizzando il vantaggio per l’impresa.
Ma la realtà è che sono sufficienti sei mesi, lavorando insieme per otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana, per stabilire se il nostro collaboratore, a qualsiasi livello si collochi, è la persona giusta o meno per svolgere una determinata mansione. Dunque mandarlo a casa , se trattasi di "fannullone", o proseguire con maggiore coraggio nel rapporto.
Noi siamo favorevoli *- prosegue Di Gioia - *alla elasticità all'ingresso nel mondo del lavoro (e solo all'ingresso). A tal punto da pensare che la si possa protrarre sino a 24 mesi ma, a partire del 7 mese con un significativo incremento dello salario "precario".
In ogni caso l'impresa dovrà avere, in base alle dimensioni della massa di personale al proprio servizio, un monte complessivo di "mesi precariato" da utilizzare e che non potrà superare. Ovvero, non sarà possibile mandare a casa un precario e ripartire da zero con un altro all'infinito così come oggi è consentito per la medesima mansione. Andranno calcolati dei coefficienti legati al settore di attività poiché alcuni di questi sono maggiormente esposti quanto all’utilizzo della precarietà ed hanno scarsa propensione al consolidamento dei rapporti lavorativi. Non si tratta di una gabbia ma piuttosto di un criterio. Non è obbligatorio starvi dentro, così come non è obbligatorio stare dentro gli studi di settore!
Tale modifica importante andrà supportata con premi, da erogarsi sopratutto nel sud, per chi assume a tempo indeterminato. I premi, sgravi fiscali, dovranno andare in parte a premiare l'impresa che assume ma nella maggior porzione al lavoratore che oggi ha la necessità di recuperare un grave gap in termini di potere d'acquisto del proprio salario. A fare da contraltare una moratoria su superstipendi, benefit e premi a Manager di medie e grandi aziende, che ne riporti le dimensioni ad un livello accettabile - *Conclude Di Gioia.*
p. l'Ufficio Stampa Andrea Nesi 335.6359382
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