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La lista unica... piace di piu' agli Ulivisti |
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15.09.2003
Lista unica, piace di più a chi vota Ulivo
e può convincere il popolo degli indecisi Tra gli elettori di centrodestra
c’è interesse ma scarsa abitudine a scegliere la coalizione Conviene
presentarsi in liste uniche alle prossime elezioni europee? La proposta,
avanzata da Prodi per l’opposizione e successivamente presa in considerazione
anche dalla maggioranza, ha suscitato un dibattito con consensi e dissensi.
Alcuni connessi a valutazioni tattiche e di opportunità politica, altri di
natura più tecnica. Nell'ambito di questi, si è ricordato come, nel corso della
prima Repubblica, la massima parte dei tentativi di coalizione tra diverse forze
si sia risolta in un insuccesso, dato che l'insieme dei voti raccolti dalla
lista unica è stato inferiore ai consensi che avrebbero probabilmente ottenuto i
singoli partiti separatamente. E' un fenomeno in larga misura connesso al
sistema proporzionale - proprio quello attualmente previsto per le Europee - che
tende in qualche misura a premiare le specificità dei singoli partiti, invitando
implicitamente l'elettore a scegliere proprio questi ultimi. Tutto ciò
porterebbe a considerare inopportuna la presentazione di una lista unica. Le più
recenti scelte di voto degli italiani suggeriscono però l'esistenza di uno
scenario diverso, specie per il centrosinistra. Il comportamento elettorale del
passato dipendeva infatti largamente dalla scelta «di appartenenza» e
dall'attaccamento dell'elettore al «suo» partito, con un conseguente rigetto
per un «annacquamento» di quest’ultimo in una lista di coalizione. Negli ultimi
lustri, tuttavia, la relazione tra elettori e partiti si è progressivamente
indebolita, mentre, anche per effetto del nuovo sistema elettorale, si è in
qualche modo sviluppata - negli ultimi anni in particolare per il centrosinistra
- una sorta di identità (o, quantomeno di preferenza) di area, di coalizione.
Molti elettori prediligono oggi una opzione generale, di schieramento, senza
volere al tempo stesso optare per uno specifico partito. Di recente, ciò ha
portato ad una significativa differenza di voti per il centrosinistra tra
maggioritario e proporzionale alle politiche (più voti al maggioritario rispetto
alla somma dei voti dei singoli partiti della coalizione nel proporzionale) e
nelle elezioni amministrative (più voti al candidato presidente che alle liste
che lo sostenevano). Anche nei sondaggi, ben il 25% dichiara di avere votato
almeno una volta per la coalizione e non per uno dei partiti che la componevano.
E il 3% afferma di avere adottato sempre questo comportamento. Che risulta,
anche dalle ricerche di opinione, più diffuso tra gli elettori del
centrosinistra. Ma che appare, dai dati di queste ultime, attuato in misura
ancora maggiore da chi è indeciso su cosa (o se) votare alle prossime elezioni.
Cioè proprio dalla fetta potenzialmente più «mobile» tra l'una e l'altra
coalizione, e che è di fatto, decisiva per l'esito finale. E che mostra di
privilegiare la più semplice scelta tra coalizioni rispetto all'opzione (più
complessa specie per chi, come costoro, si occupa poco o nulla di politica) per
l'uno o per l'altro partito. D'altra parte, anche di fronte alla domanda
diretta se sia preferibile che i partiti si presentino alle prossime elezioni in
un'unica lista o separatamente, la maggioranza si schiera nettamente per la
prima ipotesi. Con, al solito, una significativa accentuazione tra gli elettori
del centrosinistra, che sollecitano una alleanza elettorale in misura ancora
maggiore di quanto non la auspichino per i loro partiti i votanti per il
centrodestra. Anche tra costoro, comunque, benché la Cdl abbia ottenuto alle
ultime elezioni - e raccolga tuttora nei sondaggi - più consensi per i singoli
partiti che per l'insieme della coalizione, la preferenza per la realizzazione
di una lista unica appare assai cospicua. E, anche in questo caso, gli indecisi
manifestano, come gli altri elettori, una forte predilezione per la lista
unica. Naturalmente, nessuno può sapere oggi con certezza se la presentazione
di una lista unica alle Europee porterà più o meno voti ai partiti che la
attueranno. Ma questi dati fanno intravedere la possibilità che una alleanza
elettorale possa costituire, specie per il centrosinistra, un'operazione non
dannosa, e, anzi, potenzialmente fruttifera di un allargamento dei consensi. A
patto che ad essa corrisponda anche una qualche unità di intenti sul piano delle
proposte programmatiche presentate agli elettori.
fonte:DS
milano
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