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Arturo Parisi sul tema delle Primarie
4.01.2010

Inoltriamo alcuni "pensieri" dell'on. Arturo Parisi sul tema delle Primarie
in Italia.
Visto il suo "pionieristico" impegno ventennale a favore dell'istituto delle
Primarie, lo invitiamo a partecipare in prima persona alle attività del
Comitato Promotore per le Primarie.
Comitato Promotore Nazionale per le Primarie
www.perleprimarie.org  

28 Dicembre 2009
Primarie? La democrazia non piace al Pd di Arturo Parisi

Anche grazie ad un congresso che ha scelto il leader senza discutere in modo
esplicito la linea, ci troviamo di fronte ad un rovesciamento delle scelte
che hanno guidato questi anni. Avevamo appena ribadito che, pur divisi sulla
opportunita' di riservare la scelta dei dirigenti di partito ai soli
iscritti, il partito era tuttavia unito sulla necessita' che almeno i
candidati alle cariche pubbliche fossero scelti dagli elettori.

Invece a due mesi dalla scelta del Segretario, non c'e' candidato alla guida
delle regioni, dalla Puglia al Lazio, che il partito proponga di affidare
agli elettori. Avevamo ribadito la nostra convinzione in una democrazia
governante che affidasse la scelta dei governi da parte dei cittadini e
riconoscesse al loro voto e solo ad esso il diritto di cambiare i governi. E
invece cooperiamo in Sicilia ad un cambio di maggioranza senza una adeguata
reazione del partito nazionale.

E' troppo chiedere conto al Pd delle parole dette? Che i candidati siano
scelti con le primarie? Che i presidenti siano sostituiti dal voto dei
cittadini? La verita' e' in poco tempo abbiamo fatto troppa strada. Peccato
che la strada fatta sia stata fatta all'indietro. Ma il peggio e' che non
abbiamo neppure il coraggio di riconoscerlo. Se in quella che fu la stagione
dell'Ulivo erano i fatti in ritardo sulle parole, ora capita il contrario.
Sono le parole che non hanno il coraggio di tener dietro ai fatti. Questo
impedisce di riconoscere che al centro della discussione e' la democrazia
dei cittadini, la democrazia governante introdotta grazie alla legge
elettorale maggioritaria, la regola che fu il presupposto della nascita
delle coalizioni uliviste, l'unica che ha dato prima senso al bipolarismo e
poi alla fuga in avanti verso il bipartitismo promossa dal veltronismo. E
tutto questo avviene non contro il volere del Pd per iniziativa della
attuale dirigenza del Pd.

Solo D'Alema ha il coraggio di dichiarare chiaramente un progetto coerente
con i fatti che la dirigenza del partito va compiendo senza dichiararlo.
Basti rileggersi l'intervista rilasciata all'Unita' alla vigilia di Natale.

"Insieme alla 'bozza Violante', dice D'Alema, si dovrebbe avere il coraggio
di proporre la riforma elettorale. Sono convinto che la soluzione migliore
sia un sistema di tipo tedesco che ci consenta di uscire dalla logica dei
blocchi elettorali e restituisca ai partiti il loro profilo." Peccato che
D'Alema non sia il segretario del Partito e che il congresso abbia discusso
di tutto all'infuori che delle scelte che oggi La Torre definisce una linea
ormai deliberata. Vedo che ora viene riconosciuto che tutto questo cambia,
o, come preferisce D'Alema "restituisce" il profilo politico del partito e
percio' ritiene che debba essere sottoposto ai suoi massimi organi. La
realta' che il massimo organo, l'unico che avrebbe potuto decidere qualcosa
ha evitato accuratamente di discuterne. Ho paura percio' che quello che
auspichiamo sia gia' alle nostre spalle. Un altro fatto compiuto. Ecco
perche' nessuno si scandalizza piu' di tanto per la sparizione delle
primarie e per i cambi di maggioranza alle spalle degli elettori.

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30 Dicembre 2009
Parisi, con le primarie si vince. Guai a privare i cittadini della
possibilità di scegliere
di Luca Telese - da Il Fatto Quotidiano

Il primo a parlare di primarie in Italia, come è noto fu lui. Lo guardavano
come un pazzo. Arturo Parisi partì per l'America nel 1990 e tornò nel 1992:
"Seguii la sfida che portò alla designazione di Clinton, e mi convinsi che
era possibile anche da noi". L'ex ministro della Difesa è rimasto l'ultimo
grande eretico nel Pd. Non muove truppe cammellate, ma continua a combattere
contro le maggioranze dei leader a colpi di sentenze che talvolta si
rivelano profetiche. Ieri, alla notizia che Emiliano si è piegato alla
richiesta delle primarie lui (che certo, non è affine a Vendola) ha
esultato: "E' una vittoria della democrazia dei cittadini".

Onorevole Parisi, gioisce?
Certo. La vicenda pugliese è lì a dimostrarlo: le primarie sono il modo
migliore per scegliere i leader.E poi....

Sorride?
Qualcuno se lo scorda, vorrei ricordare che sono nello statuto del nostro
partito.

Paradossalmente lo ricordava Vendola, che è di Sinistra e Libertà.
Ha ragione. Non si può negare che fin dal 2005 lui è un coerente sostenitore
delle primarie. Anzi, quelle rese possibili da lui e da Boccia sono state
le prime vere primarie della nostra storia.

Emiliano ha detto: le accetto, ma se si vota la legge ad personam che mi
consente di correre da sindaco.
(scuote la testa) Questa storia della legge ad personam l'ho già sentita da
qualcuno....

Si riferisce a Berlusconi?
Non credo che le leggi ad personam non vadano bene a Roma ma in Puglia sì.

Per i suoi avversari le primarie, soprattutto se all'ultimo momento, creano
lacerazioni.
Perchè, le nomine d'autorità no? E in ogni caso questa argomentazione la può
usare chiunque, ma non chi ha fatto tutto per rinviarle con l'obiettivo di
renderle impossibili.

Lei seguì da garante le primarie pugliesi del 2005. Ribaltarono il
pronostico della vigilia. E lanciarono Vendola verso la vittoria vera.Che
ricordo ha?
Uno: le file in mezzo alla neve per votare. Gli elettori le vivono come un
istituto ordinario, i politici no. Strano no?

Altra obiezione dalemiana: così si rischia di perdere l'Udc che si sente
esclusa.
Infatti le primarie dovrebbero essere di coalizione. E' per questo che
bisogna fare prima la coalizione, e farla attorno ad un programma. Molti
aspettano il candidato per decidere se associarsi o meno. Già. A tutto si
pensa, ormai, tranne che al programma. Da qualsiasi parte mi volga, mi viene
da piangere.

Contesta la linea Bersani?
Quale linea?

Non sia sarcastico.
Dico sul serio. Latorre avverte: "Bisogna seguire la linea del segretario!"
Se ci dicesse anche di quale linea parla potremmo rispondergli. Basta che
non ci risponda che e' stata decisa dal Congresso.

Irride Bersani o Latorre?
E' dall'inizio del congresso dico: tutti sanno che D'Alema sostiene Bersani.
Ma nessuno sa cosa pensi Bersani della linea di D'Alema.

Che a lei non piaccia non è un mistero.
Un partito puó dire di avere una linea politica se ha una proposta utile per
i cittadini. Non puo' banalmente limitarsi a chiedere di vincere. Deve
innanzitutto dire cosa intende fare della vittoria.

La realpolitik dice: se non si vince non si va da nessuna parte.
Senza un progetto questo equivale alla ricerca del potere per il potere.
Sara' pure vero che il potere logora chi non ce l'ha. Ma logora ancor di
piu' chi non sa cosa farne.

Profetizza sventure?
Mi limito a ricordare al Pd che quello che conta e' il progetto. Un progetto
nuovo di un partito nuovo capace di rispondere alla profonda crisi del
Paese. Un progetto che abbiamo difficolta' a comunicare in quasi tutte le
regioni del Paese..

E le regioni rosse?
Lì c'è un nobile progetto di conservazione. Ma per battere la destra la
conservazione non basta?

Altra obiezione dei suoi avversari: se si scelgono i dirigenti con le
primarie, i partiti a che servono?
Sì, la conosco. E' il sottointeso di quello che va accadendo nei fatti: un
altro modo per ricordarci che la ricreazione è finita, e' tornato il momento
che in politica tornino a decidere i professionisti della politica.

E' una tesi illegittima?
Se avessero il coraggio di sostenerla a viso aperto, no. Sarebbe sbagliata,
ma legittima.

Lei dice che non hanno il coraggio di farlo?
Ho letto una intervista di D'Alema in cui ha avuto il coraggio di proporre
il ritorno al proporzionale, per restituire al partito il profilo che
merita "una forza politica che nasce dalla storia dell'Ulivo". Come se fosse
possibile dimenticare che il maggioritario e' il presupposto e allo stesso
tempo l'orizzonte della storia degli ultimi ventanni. Sarebbe meglio dire
che quello che abbiamo finora sostenuto son tutte boiate, rivendicare quel
primato della politica come primato dei politici che D'Alema teorizzò a
Gargonza. Sostenere il proporzionale in nome dell'Ulivo mi sembra veramente
troppo.

Cosa non le piace del Pd?
Vedo il ripetersi del percorso di Veltroni. Prima si elegge il leader senza
discutere adeguatamente la linea. Poi si decide che la linea scelta e'
quella proclamata dal leader o qualche altro a suo nome. In nome di quella
linea si apre poi il dialogo con Berlusconi. E poi si resta fregati.

E la giunta siciliana?
Meraviglioso il Lombardo ter! Avevamo detto che avremmo scelto i candidati
con le primarie, e i Presidenti col voto e solo col voto dei cittadini. Non
si capisce se abbiamo vinto noi con i loro voti, o se sono loro a
sopravvivere con i nostri.

E per lei non va bene neanche quando lo fa il Pd?
Quello che mi chiedo e' dove possa portarci questa furbizia.

Dove?
A una lapide su cui c'è scritto "trasformismo": il male italiano più antico.
Il prodotto della nostra incapacità di fare scelte che tengano nel tempo.
Il contrario del progetto per il quale siamo nati: la democrazia dei
cittadini.

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