Welfare Italia :: Dal Mondo :: Ginevra, Stoccolma, Cancun, tre colpi al multilateralismo Invia ad un amico Statistiche FAQ
1 Maggio 2024 Mer                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Ginevra, Stoccolma, Cancun, tre colpi al multilateralismo
16.09.2003
Quello appena trascorso non è stato un fine settimana foriero di buone notizie.
A Ginevra, i ministri degli esteri dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito, (con l’ingombrante assenza della Germania, che pure pesa non poco nel dibattito in seno all’Onu), non hanno trovato un accordo per dare un carattere multilaterale alla gestione politica economica e militare del sanguinoso dopoguerra iracheno.
In una capitale svedese sgomenta per l’assassinio della giovane e brillante ministro degli esteri Ann Lindh, si è registrata la sconfitta del referendum con cui si proponeva di dare concreto avvio all’adesione della Svezia alla moneta unica europea. Referendum deciso dal precedente governo conservatore, di cui la socialista Lindh era la più convinta fautrice nell’attuale governo di Goran Persson.
A Cancun si è chiuso senza nessun accordo l’assemblea tra i 148 paesi aderenti all’organizzazione per il commercio internazionale (WTO).
Un fallimento che ridimensiona, per i prossimi anni, le aspettative di sviluppo per tutti i paesi che, in quel contesto, non hanno saputo trovare un accordo.
Su ciascuno di questi capitoli meriterebbe di soffermarsi a lungo, sono filoni della politica internazionale entro i quali si decide gran parte del nostro futuro, li seguiamo attentamente e continueremo a farlo.
Sull’insieme di questi fallimenti però è possibile fare delle considerazioni generali per cercare di superare l’attuale impotenza.
Innanzitutto, oggi saremmo tutti più ottimisti, le prospettive di pace, sviluppo e riduzione dei conflitti e delle ineguaglianze sarebbero migliori se in quelle tre sedi si fosse trovato un accordo. Chi è di sinistra non può gioire di fronte ad una battuta di arresto delle uniche sedi multilaterali e sovranazionali esistenti di governo del mondo.
In secondo luogo, emerge con sempre maggiore chiarezza un fatto: l’unilateralismo politico, militare e commerciale dell’attuale dirgenza statunitense non è frutto di un suo rinnovato dominio, ma è la reazione (pericolosa) alla sua perdita di influenza e peso relativo.
Anche l’Unione europea tuttavia perde influenza, rispetto al ruolo di “potenza civile” che potrebbe esercitare nel mondo, offrendo un approdo sicuro sia alle paure americane sia alle volontà di progresso dei paesi emergenti, se non è unita (come a Ginevra), se si manifesta unita solo per difendere in un braccio di ferro con gli Usa il proprio protezionismo agroalimentare (come a Cancun), se offre dell’euro una immagine asfittica, non il biglietto di ingresso ad un nuovo progetto comune di sviluppo, di protagonismo internazionale e di qualità della vita, ma consente che la sfida dell’euro sia misurata solo in termini di vantaggi (o svantaggi) congiunturali, derivanti dalla partecipazione a quello che appare ancora solo un accordo monetario ed economico di cui il governo politico è ancora debole.
Emerge poi a Cancun, in modo vistoso, il protagonismo globale delle nuove potenze provenienti dai paesi in via di sviluppo, Cina, India, Brasile, Messico. L’altra grande novità della scena mondiale degli ultimi anni insieme alla nascita dell’euro.
Si può dire e pensare ciò che si vuole del modo in cui è progredita l’integrazione dell’economia internazionale dopo la guerra fredda, la c.d. “globalizzazione”, ad una fase di ottimismo è seguita una di pessimismo, ad analisi dello sviluppo accelerato dei subcontinenti indiano, cinese, brasiliano, sono seguite grida di allarme sull’acuirsi delle differenze di reddito, sulle condizioni di sfruttamento del lavoro e sullo strapotere della finanza e delle multinazionali. Anche qui c’è da studiare e discutere per mesi, in modo approfondito e non pregiudiziale, ma non si può non vedere come il protagonismo di quei paesi oggi sia anche il frutto delle opportunità colte, negli anni passati, di democratizzazione e apertura delle loro società.
Quei paesi, che hanno fatto giustamente pesare i loro interessi nella sede del WTO, devono però fare attenzione a non affossare quell’organismo multilaterale; se si tornasse alle dinamiche degli accordi bilaterali infatti, la vittoria di oggi potrebbe dar luogo ad una pesante sconfitta domani.
Insomma usciamo delusi da questo fine settimana e stimolati a riflessioni di lungo respiro.
C’è un compito però che dobbiamo affrontare subito, per consentire che gli insuccessi di oggi portino a una migliore collaborazione domani: contrapporsi con nettezza a chi volesse fare di questo triplice smacco l’occasione per ridare fiato a tutte le pulsioni particolariste, contrarie all’euro, all’Unione europea, agli accordi negli organismi multilaterali, a intervenire come comunità internazionale in Iraq, non solo per ricostruire in modo efficace quel paese dopo la dittatura e tre guerre durissime, ma anche per aiutare gli Usa a ripensare in modo critico il disastro cui li sta portando l’unilateralismo militare.
Oggi gli stati da soli non bastano più per dare un governo equilibrato alle contraddizioni dello sviluppo globale, per cogliere le occasioni di crescita e distribuirne in modo equo i frutti. I tre fallimenti dei giorni scorsi ne sono paradossalmente una ulteriore conferma.
Per imprimere un rilancio alla prospettiva di una grande collaborazione internazionale tesa a risolvere i problemi del nostro tempo, serve più sovranazionalità, non meno. Più Europa, più partnership e meno competizione tra Europa e Stati Uniti, più capacità di fare di questa partnership l’asse che consente ai paesi emergenti di essere influenti e beneficiare dello sviluppo.
I banchi di prova non mancano a partire dalla nuova Costituzione europea, ma, se un’ultima considerazione vogliamo trarre dalla due giorni appena trascorsa, non possiamo sottovalutare la crisi di organismi sovranazionali il cui avanzamento è affidato in modo troppo esclusivo e tecnocratico al negoziato tra governi e tra amministrazioni, un meccanismo in cui l’immediatezza degli interessi particolari rende più difficile la lungimiranza delle scelte di largo respiro. Per un vero rilancio delle sedi multilaterali serve la politica, serve che l’oscuro lavoro dei negoziatori sia affiancato da una grande spinta popolare, da grandi partiti nazionali, da grandi famiglie politiche internazionali da inedite collaborazioni tra partiti diversi, per vincere le resistenze che impacciano il lavoro delle sedi multilaterali e che ci mettono in pericolo.
Il movimento “new global”, la grande mobilitazione internazionale per la pace sono fermenti di una società civile globale, ci hanno insegnato a sperare che questo grande impulso politico sia possibile, ma non possono essere consegnati a gruppi dirigenti e a ideologie “no global”, che li porterebbero a schierarsi con quei poteri e quegli interessi, e ci sono (anche da noi, anche a sinistra, anche in Europa), che di fare sacrifici per la scelta lungimirante di assicurare a tutti più sicurezza, sviluppo, opportunità, equità, facendo avanzare le sedi di un governo globale, non hanno alcuna intenzione.

di Ignazio Vacca
Welfare Italia
Hits: 1797
Dal Mondo >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicit | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti