18.01.2010
BOBO CRAXI: "IL TEMPO STA RIVELANDO LA GRANDEZZA DI MIO PADRE" “Mio padre è stato una figura significativa, sia perché la sua fine fu drammatica e, certamente, non comune, sia per la vistosa differenza di statura che si rileva tra gli uomini politici della sua epoca – e tra questi lui fu di sicuro una figura significativa – rispetto a quelli di oggi. E’ chiaro che, tanto più passa il tempo, tanto più si rileva la sua grandezza”. E’ quanto afferma Bobo Craxi in un’intervista pubblicata sulla rivista quindicinale ‘Periodico Italiano’, diretta da Vittorio Lussana, da questa mattina in edicola con un numero dedicato ai dieci anni dalla scomparsa del leader del Psi, Bettino Craxi. “Io non penso”, spiega Bobo Craxi, “che oggi regni lo stesso clima “infame” del 1992 – ’94, perché chi sta al potere possiede gli strumenti e una ‘potenza di fuoco’ sui mezzi di comunicazione di massa che può risultare utile a organizzare un sistema difensivo, mentre all’epoca il potere politico crollò anche per incapacità di difesa, cioè per il venir meno di un sistema di comunicazione che potesse influenzare in un’altra direzione le opinioni pubbliche”. Nel corso dell’intervista, Craxi ha inoltre espresso i suoi dubbi circa l’efficacia del bipolarismo e del bipartitismo vigenti nel nostro Paese da dopo la fine della Prima Repubblica: “L’Italia non è fatta per una democrazia a ‘blocchi’. Il nostro Paese non è, né può essere considerato, una terra in cui la divisione tra ‘fronti’ è così netta, così assoluta. Noi italiani non abbiamo una vocazione ‘maggioritaria’ per la molteplicità delle nostre culture politiche, che hanno preso ispirazione dal Risorgimento prima e dalla lotta di Liberazione poi. L’Italia non può chinarsi a un bipolarismo ‘geometrico’, anche perché non possiamo far finta di dimenticare che il grande Partito che ha dominato la scena italiana per un cinquantennio era una forza politica di centro. Quindi, per natura, proprio il centro è il luogo attorno al quale si costruiscono le alleanze politiche. La divisione in blocchi destra – sinistra, senza conservatori liberali compiuti e progressisti riformisti moderni e adatti ai tempi”, conclude, “rende il nostro bipolarismo acerbo, anomalo e, quindi, improduttivo, quando non dannoso, per la democrazia italiana”.
Roma, 18 gennaio 2009
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