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Epifani scrive sui gravi fatti di xenofobia contro gli immigrat
26.01.2010
Lettera di Guglielmo Epifani sui gravi fatti di xenofobia contro gli immigrati 
La lettera è stata inviata alla CSI (Confederazione Internazionale dei Sindacati), alla CES (Confederazione Europea dei Sindacati), alla CSI-Africa ed ai Sindacati Africani.
Il Segretario Generale della CSI-Africa,  Kwasi Adu Amankwah, è stato invitato in Italia per una serie di iniziative per la tutela dei diritti dei lavoratori immigrati, per una politica di accoglienza rispettosa dei diritti umani e delle risoluzioni delle Nazioni Unite.
CSI
CES
CSI-Africa
Sindacati Paesi Africani
Loro Sedi
Cari amici e compagni,
vogliamo informarvi della grave situazione che stanno vivendo in Italia i lavoratori immigrati a causa della politica del Governo Berlusconi che nega i loro diritti fondamentali, sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla stessa Costituzione italiana. Inoltre alcune forze politiche della destra stanno conducendo una campagna xenofoba nei confronti degli immigrati con l’intento di sollevare l’opinione pubblica contro di loro.
Si sta determinando in Italia una situazione insostenibile che crea condizioni di tensione sociale molto gravi e provoca fatti allarmanti ed inaccettabili come quelli avvenuti nelle scorse settimane a Rosarno
in Calabria e che hanno visto fenomeni di sciovinismo e di violenza contro gli immigrati impegnati nella raccolta di prodotti agricoli. La risposta del Governo è stata il trasferimento forzato di lavoratori immigrati in altre zone d’Italia e la rinuncia da parte dello Stato a difendere la legalità ed i diritti di tutti.
Contro questi fatti la Cgil si è immediatamente schierata a tutela dei lavoratori immigrati impegnati a Rosarno, contro la violenza organizzata dalle famiglie mafiose della zona, che dopo averli a lungo sfruttati selvaggiamente, ha creato le condizioni per respingerli quando il loro lavoro non è stato più necessario.
Violenze xenofobe si sono già verificate anche in altre zone d’Italia nel recente passato nei confronti di altre comunità di immigrati.
La Cgil e i suoi attivisti hanno ripetutamente denunciato queste condizioni inaccettabili, subendo spesso anche intimidazioni e pressioni inaccettabili da parte di imprenditori senza scrupoli e da parte della criminalità organizzata che gestisce il caporalato.
Le violazioni dei diritti degli immigrati assumono in Italia molteplici aspetti che vanno dai ritardi ingiustificabili nella concessione del permesso di soggiorno o del suo rinnovo, per tutti quelli che sono entrati legalmente ed hanno un regolare contratto di lavoro fino alla detenzione temporanea in centri di internamento per coloro che non risultano in regola, in attesa di accertamenti che, nella maggioranza dei casi si concludono con la loro espulsione.
L’introduzione del reato di clandestinità nella legislazione italiana ha
ulteriormente aggravato la situazione.
Inoltre il Governo italiano ha messo in pratica una politica di respingimento di quanti tentano di entrare via mare in Italia, senza nessuna valutazione delle diverse situazioni, compreso l’accertamento dell’eventuale condizione di richiedenti l’asilo politico e/o umanitario. Gli immigrati respinti vengono scortati nei presunti paesi di partenza, fra i quali la Libia, senza nessuna garanzia che in quei paesi vengano rispettati i loro diritti umani.
Questa politica cieca e crudele, che spinge ai margini della società e nell’illegalità un gran numero di immigrati, provoca di fatto una condizione che mette nelle mani della malavita organizzata e di imprenditori senza scrupoli manodopera senza diritti e tutele, da utilizzare in condizioni disumane e con retribuzioni da fame. In particolare nell’edilizia e nell’agricoltura il fenomeno assume le caratteristiche di una vera e propria
emergenza umanitaria e danneggia gravemente anche le aziende che praticano una politica retributiva e di assunzioni rispettosa della legge e delle regole sindacali.
L’effetto di questa politica si traduce anche nella sostanziale violazione dei diritti generali dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione per i lavoratori non in regola e per i loro figli.
La volontà del Governo di mostrarsi cattivo contro l’immigrazione provoca una totale indifferenza nei confronti di una politica di accoglienza, concreta ed organizzata, e costringe gli immigrati regolari e non i regola a vivere in condizioni disumane, soprattutto dal punto di vista delle condizioni abitative.
La Cgil, memore anche del trattamento dell’emigrazione italiana all’estero nei decenni passati, contrasta con forza la politica del Governo italiano ed ha provveduto, assieme a Cisl ed Uil, a denunciarla nella Commissione per l’applicazione delle regole dell’Oil, in occasione dell’Assemblea annuale del Giugno 2009. Inoltre la Cgil è fortemente impegnata ad organizzare sindacalmente i lavoratori immigrati per garantire una parità di trattamento economico e di diritti con i lavoratori italiani e nello stesso tempo favorire
una giusta soluzione ai loro specifici problemi. Molti sono i lavoratori immigrati iscritti alla nostra organizzazione e numerosi di loro hanno incarichi di direzione ai diversi livelli provinciale, regionale e nazionale. Inoltre la Cgil si adopera per favorire l’integrazione dei migranti nella società d’accoglienza, con pienezza di diritti e doveri, ivi compreso il diritto di voto nelle elezioni amministrative.
Naturalmente una effettiva integrazione deve riconoscere ed accettare come una ricchezza per tutti le differenze culturali, religiose e di tradizioni come un contributo alla nascita di una società pluralista e multiculturale, necessaria in una realtà nella quale gli immigrati regolari sono oltre quattro milioni ed oltre un milione sono quelli in
attesa di regolarizzazione.
In questa battaglia di civiltà è impegnata, assieme al sindacato, anche gran parte della società civile, le organizzazioni ecclesiastiche ed il mondo della cultura.
In un momento così difficile Vi chiediamo di affiancarci in questa battaglia, sostenendo assieme a noi presso il Governo Italiano, l’Unione Europea e le Istituzioni Internazionali la richiesta del rispetto dei diritti umani, di cittadinanza e sindacali per tutti i lavoratori migranti.
Guglielmo Epifani
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