Welfare Italia :: Il punto :: Pasquino racconta: “Due o tre cosette che so sulla cupola del PD Invia ad un amico Statistiche FAQ
5 Maggio 2024 Dom                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Pasquino racconta: “Due o tre cosette che so sulla cupola del PD
17.02.2010

Pasquino racconta: “Due o tre cosette che so sulla cupola del PD a Bologna e  su chi ne fa parte”
A quasi un mese dalle tardive dimissioni del sindaco Delbono, non sembra
esserci adeguata, corretta e ampia consapevolezza di quello che è
effettivamente successo a Bologna. Oltre al più famoso libraio cittadino,
Romano Montroni (direttore delle Librerie Coop e, prima della campagna
elettorale, mio amico), erano molti – ad esempio, anche il senatore PD
Walter Vitali – quelli che sostennero che il Delbono era un bravo
amministratore. Mentre, nel migliore dei casi, poteva essere definito un
contabile che, peraltro, “sbagliava” i conti. Se era un bravo assessore al
bilancio e ha fatto cattivo uso del denaro pubblico, la sua competenza deve
essere considerata un’aggravante. Ci contava per farla franca. No, non si
tratta soltanto di un affare di soldi e di donne, che, ad ogni buon conto,
sarebbe più che sufficiente a squalificare chiunque dalle cariche pubbliche.
Si trattava di arroganza. Aggiungo che il silenzio delle donne del Partito
Democratico, che non potevano non essere al corrente delle modalità con le
quali l’assessore Delbono si rapportava alle donne, è assolutamente
preoccupante. Una di queste donne, poi, Luisa Lazzaroni, già responsabile
organizzativa delle pre-confezionate primarie, che, nel pieno dell’inchiesta
portava buste contenenti denaro all’ex-amante di Delbono, ha addirittura
sostenuto di non sapere e di non avere chiesto di che cosa si trattava.
Pazzesco (o incredibile). Infine, ed è questo il punto che conta, molti
sapevano. Qualcuno aveva sperato nell’insabbiamento, grazie ad una
magistratura passivamente benevola, disposta ad una “benevolenza ambientale”
Adesso, molti dicono, ad esempio, anche l’on. Salvatore Vassallo, che le
primarie vinte da Delbono avevano un esito preconfezionato. Insomma, non
sono state primarie esemplari, che è esattamente quello che alcuni di noi,
“Cittadini per Bologna” (il gruppo che sosteneva la mia candidatura, alcuni
dei quali poi brillantementi espulsi dal Partito o sospesi, qualche giorno
prima di Ferragosto 2009: rara applicazione di un regolamento e di uno
Statuto che il PD locale abitualmente calpesta), avevamo sostenuto quando
rifiutammo di parteciparvi, non accettando il regalo avvelenato di firme che
lo staff di Delbono ci propose all’ultimo minuto in base al ragionamento
“Pasquino ci fa più male fuori o dentro?”. Risposta, “prendiamolo dentro
alle primarie, e lo ‘facciamo fuori’ una volta per tutte”. Bravi, ma non ci
siamo cascati, e magari qualcuno potrebbe darcene atto. Per esempio la
Repubblica di Bologna, che fece campagna quasi più contro di noi che a
favore di Delbono. Loro non sapevano niente e non investigarono su niente.

Il fatto è che dall’indicazione del candidato alle primarie alla campagna
elettorale, nella quale Delbono eluse sistematicamente, qualche volta in
modo ridicolo, per lo più con arroganza, il confronto, alla sua elezione,
l’elemento più visibile era costituito dall’esistenza di un blocco di potere
che aveva deciso, con la sola motivazione di mantenere il controllo del
Comune, di appoggiare il candidato del Partito Democratico, a prescindere da
qualsiasi altra considerazione. Poi, ci avrebbero pensato loro. Questa non
proprio nobilissima motivazione fu condivisa da ex sindaci rossi, Zangheri e
Fanti, da più o meno autorevoli parlamentari, in carica e non, dai
presidenti delle cooperative che ho incontrato (ma anche da quelli della
CGIL e della CNA che non hanno voluto neppure incontrarmi), incontri
sgradevolissimi come quello con il presidente del Consorzio Cooperative
Costruttori, Piero Collina, della cui tesi in Scienza politica fui, quasi
quarant’anni fa, relatore. Ecco, quello che il dibattito in corso sembra
volere trascurare, per ignoranza o per malafede, non è tanto e non è
soltanto l’esistenza effettiva di un blocco di potere e del suo radicamento.
È che quel blocco di potere è acciecato, più o meno consapevolmente, dalla
sua arroganza. Ritengono di potersi permettere tutto, a cominciare dalla
scelta di un candidato mediocre, ma arrogante, quindi adeguatamente
rappresentativo del gruppo dirigente. A continuare con il sostenere che il
consenso elettorale (mitico il segretario provinciale in scadenza, Andrea De
Maria, con la sua scivolata berlusconiana «gli elettori [su Delbono] si sono
già espressi») cancella eventuali misfatti contabili e amministrativi. Per
finire con il tentativo annunciato di ritiro delle dimissioni, eppure
salutate da chi, Romano Prodi in primis, ne sapeva certamente molto di più,
come un “gesto di sensibilità”, mentre erano soltanto un atto troppo a lungo
rinviato e già arrivato ai limiti della decenza.
L’arroganza del potere fa perdere la testa, ma purtroppo nient’affatto tutti
hanno perso la carica. Anzi, abbiamo assistito alla promozione in Regione
del gestore della campagna elettorale di Delbono e suo vicesindaco, Claudio
Merighi – da premiare anche se non ha fatto abbastanza vigilanza? – e di
qualche altro consigliere comunale. L’arroganza del potere si traduce nella
convinzione di avere non soltanto la possibilità, ma quasi il diritto di
fare qualsiasi cosa senza tenere conto dei controlli e senza temere
sanzioni. L’arroganza del potere si manifesta anche nella presuntuosa
affermazione di autosufficienza e nel rifiuto di ascoltare qualsiasi idea e
qualsiasi critica.
I dirigenti del PD locale, dei quali in campagna elettorale mi ero augurato
la sconfitta, sono effettivamente stati sconfitti dalle loro scelte
sbagliate, ma, sfortunatamente per la città e per il PD, non stanno
pagandone il fio. E le diverse componenti del blocco di potere si sono
soltanto acquattate sperando che il commissariamento della città sia breve
affinché possano tornare, come se niente fosse successo, a servire i propri
interessi e le proprie carriere con rinnovata arroganza.
Gianfranco Pasquino
Presidente Associazione "Cittadini per Bologna"

NOTA
Gianfranco Pasquino, laureato con Norberto Bobbio e specilizzato con
Giovanni Sartori, è professore di Scienza politica nell'Università di
Bologna. Insegna anche al Bologna Center della Johns Hopkins. Nel 2009 ha
pubblicato "Le istituzioni di Arlecchino" (www.scriptaweb.it). Nella
primavera 2010 il Mulino manderà in libreria "Le parole della politica". È
socio dell'Accademia dei Lincei. Già senatore della Sinistra Indipendente
dal 1983 al 1992, poi senatore dei Progressisti dal 1994 al 1996, nel 2009
si è candidato a sindaco del capoluogo emiliano con la lista 'Cittadini per
Bologna'.
Bologna, 15 febbraio 2010

Welfare Italia
Hits: 1799
Il punto >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti