Roma, 10/9/2003
Al Ministro dell’Ambiente 1 ALLEGATO
Al Ministro dei Beni e Attività Culturali
Al Ministro delle Politiche agricole e forestali
Al Ministro dei Trasporti e Infrastrutture
Al Ministro del Tesoro
Ai Presidenti della Camera e del Senato
Ai Presidenti delle Commissioni parlamentari interessate
Ai Capi gruppo parlamentari
Da tempo ormai si assiste a ogni genere di proposte e tentativi per aprire un nuovo condono edilizio.
Il WWF si oppone decisamente a qualsiasi ipotesi di nuovo condono, per le ragioni che vengono dettagliatamente esposte nel documento allegato, e che possono essere così sintetizzate:
- E’ di palmare evidenza che un ulteriore condono (e, purtroppo, anche soltanto il suo annuncio), avrebbe l’effetto di moltiplicare l’abusivismo e rafforzare la certezza dell’impunità . L’idea che il condono, sgombrando il campo dagli abusi più vecchi o meno gravi, possa agevolare l’azione repressiva in futuro è solo ridicola.
- Anche l’ipotesi di un "piccolo condono" limitato a opere interne, sopraelevazioni, ecc. appare illusoria. Da un lato infatti esiste il forte sospetto che, una volta iniziato l’iter parlamentare di approvazione (o conversione in legge), sarebbero gli emendamenti ad estenderlo praticamente a tutto; dall’altro la mancanza di controlli da parte dei Comuni renderebbe in gran parte dei casi impossibile accertare cosa effettivamente è stato realizzato, in quale data, ecc.
- Ricordiamo, comunque, che anche i cosiddetti "mini condoni" (ad esempio sopraelevazioni, modifiche interne ad edifici ed appartamenti, cambi di destinazione d’uso) provocano, oltre alla ciclica ondata di nuovi abusi, seri e concreti rischi per la stabilità degli edifici e quindi per la pubblica incolumità , in modo particolare nelle zone a rischio sismico e idrogeologico. L’abusivismo edilizio non è rappresentato solamente dagli ormai famigerati "ecomostri" (gran parte di quali sono comunque ancora in attesa di demolizione !) ma da milioni di metri cubi di costruzioni (abitazioni, edifici e capannoni industriali e artigianali, alberghi, campeggi, parcheggi, etc.) letteralmente spalmate sul territorio, al di fuori della minima pianificazione urbanistica, tutela paesaggistica, e salvaguardia della sicurezza.
- Comunque, le dichiarazioni di numerosi esponenti di Governo, riportate nei giorni scorsi dalla stampa, fanno prevedere un condono di vasta portata fin dall’origine, compreso un inaccettabile condono sul Demanio marittimo e lacuale (aree fin troppo fragili, edificate ed infrastrutturate oltre ogni limite , che sarebbe semmai il caso di provvedere finalmente a delimitare e recuperare). Appare evidente che, essendo l’unico scopo dichiarato del Governo per il nuovo condono quello di "fare cassa", solo un condono generalizzato e "tombale" potrebbe portare nelle casse dello Stato (ma non degli Enti locali) le cifre previste (2/3 miliardi di euro) , secondo stime molto virtuali, considerati i risultati dei precedenti condoni che vedono pendenti ancora centinaia di migliaia di pratiche.
- Un nuovo condono finirebbe per essere percepito come una sorta di "tassa periodica sull’illegalità ". Incostituzionale, illegittima e tale da rafforzare la convinzione che la pianificazione urbanistica e paesaggistica sia qualcosa di inessenziale, la cui violazione presto o tardi potrebbe sempre essere sanata con il pagamento di somme in denaro. Anche i vantaggi economici sarebbero più che altro illusori, esaurendosi in un gettito immediato che aiuterebbe a mettere formalmente in ordine i conti dello Stato. Sui Comuni ricadrebbe poi tanto l’enorme carico di lavoro richiesto dallo "smaltimento" delle pratiche, quanto (nel caso probabile di un ampio condono) l’onere assai maggiore di creare o riordinare infrastrutture e servizi essenziali. E questo avrebbe per conseguenza l’ulteriore aumento dell’ICI e di altri tributi comunali, già oggi al limite di guardia, che ricadrebbe a sua volta sulle spalle di quanti hanno costruito o acquistato una casa realizzata nel rispetto della legge (e che oltretutto vedrebbero probabilmente diminuirne il valore commerciale, causa l’immissione sul mercato di migliaia di edifici abusivi condonati).
- Ricordiamo che, proprio per questi motivi, già alcune Regioni e Comuni (ad esempio la Campania e Torino) hanno annunciato ricorsi alla Corte Costituzionale e forme di disapplicazione del condono, perchè la materia urbanistica è passata, con la recente riforma del "Titolo V della Costituzione" totalmente alle competenze regionali che verrebbero con questo nuovo condono completamente violate e scavalcate.
- Così come si sono dichiarati totalmente contrari , non solo i principali Sindacati italiani, ma anche l’INU e l’Associazione dei costruttori edili (è banale ricordare che l’abusivismo edilizio provoca gravi alterazione agli equilibri del mercato immobiliare). L’opinione del WWF è quindi che nessun condono sia più possibile dopo quello del 1994. Dopo di esso non si può parlare di "abusivismo di necessità e gente senza casa", ma solo di intenzionale violazione delle leggi, a scopo di lucro e confidando nella debolezza di chi dovrebbe applicarle.
Rivolgiamo al Governo ed a tutte le forze politiche e di governo del territorio per il blocco immediato di qualsiasi provvedimento di condono edilizio.
Si porgono nell’occasione i migliori saluti