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Fiesso (Ve). Osservazioni al piano delle acque
21.02.2010

Fiesso (Ve). Osservazioni al piano delle acque
Lettera aperta al Comune del Movimento Cittadino Fiesso
Al Comune di Fiesso D’Artico
OSSERVAZIONI AL PIANO DELLE ACQUE
Premessa:
Il Movimento Cittadino Fiesso - promotori per la sicurezza idraulica del territorio, è sorto spontaneamente dopo gli allagamenti del maggio 2008 a seguito delle ripetute emergenze idrauliche che hanno coinvolto insediamenti urbani, attività commerciali, agricole e strade del nostro paese, procurando pesanti danni materiali e morali ai cittadini.
Fin dall’inizio ci siamo posti l’impegno formale di volere rappresentare e tutelare unitariamente i diritti dei cittadini, con l’obiettivo di partecipare attivamente alla difesa e tutela del territorio iniziando a diffondere la cultura del rispetto e della salvaguardia dell’ambiente, cercando in primis il dialogo con gli amministratori attraverso numerosi incontri e protocollo di istanze.
Per ottemperare a questi principi riteniamo doveroso formulare alcune considerazioni e osservazioni in merito allo strumento “ Piano delle Acque”.
ANALISI IN MERITO
Analizzando attentamente la relazione illustrativa del Piano delle Acque e le relative cartografie allegate abbiamo riscontrato quanto segue:
1)in più punti la relazione illustrativa assume il carattere di palese denuncia e conferma che le problematiche principali riguardanti i ripetuti allagamenti ed esondazioni fognarie degli ultimi tempi, sono evidente conseguenza delle disfunzioni, trascuratezze e inadempienze delle istituzioni preposte alla difesa, tutela e controllo del territorio; le criticità evidenziate sono riconducibili in maniera prevalente ed inequivocabile, alla consistente e dissennata urbanizzazione sviluppatasi nel corso dell’ ultimo decennio che ha modificato la morfologia del territorio, con forte riduzione delle aree agricole (come evidenziato alla pag. 73 – punto 4.3.1 della relazione), impermeabilizzandone gran parte del suolo, diminuendo drasticamente i tempi di corrivazione del deflusso.
Fiesso D’Artico assieme a Quarto D’Altino e Martellago sono i comuni che nell’ultimo decennio hanno registrato il più alto tasso di urbanizzazione. Il comune di Fiesso il più piccolo della provincia di Venezia come estensione del territorio 6,3 kmq; registra anche il più alto tasso di densità di abitanti per kmq, 1119.
2) Le cartografie utilizzate per la stesura del Piano delle Acque non sono aggiornate allo stato attuale del territorio di Fiesso d’Artico. Si è appurato che in molte zone non sono riportati insediamenti abitativi e produttivi insiti nel territorio da almeno dieci anni, che hanno modificato radicalmente la rete idrografica minore, facilmente riscontrabili da indagini aerofotogrammetriche o semplici ricognizioni in loco.
E’ quindi evidente che sono state determinate delle classificazioni di criticità non fedelmente rispondenti alla realtà di fatto e delle previsioni di sviluppi urbanistici futuri.
3) Nella tavola n. 5 sono state evidenziate le zone ad alto - medio - basso rischio idraulico. Da una diretta conoscenza del territorio e delle sue problematiche, possiamo tranquillamente affermare che la zona ad ALTO RISCHIO IDRAULICO è localizzata nella fascia centro-meridionale che comprende i sottobacini PIOGHELLA – XXV APRILE – BOTTE – VICENZA – ZUINA – BALDANA EST –OVEST – MILANO – PAMPAGNINA e in maniera più lieve TRAMAZZO. Dalla parte opposta della strada Riviera del Brenta tutta la zona comprendente PIOVE – BELLINI con particolare attenzione alle vie Vecchia, Dante Alighieri e Vegro.
Risulta evidente che i bacini e le zone sopra indicate sono direttamente riconducibili ad aree che nell’ultimo decennio hanno risentito maggiormente del grande sviluppo urbanistico, conservando in molti casi sottoservizi vetusti “ risalenti agli anni 60/70 “ e non più adeguati per capacità e portata ai nuovi insediamenti abitativi e produttivi.
Ancora nella tavola 5 vengono indicate come zone al ALTO RISCHIO quelle direttamente adiacenti al fosso Castellaro ed al Rio Serraglio di Levante e di Ponente. Tale deduzione è riconducibile all’eventualità di esondazioni del fosso Castellaro e del Rio Serraglio. D’altra parte, è doveroso precisare che non si ricordano recenti rotture ed esondazioni sia del Castellaro che del Rio Serraglio. Le tracimazioni manifestatesi nell’ultimo decennio dallo scolo Castellaro a seguito di intense precipitazioni sono, con tutta probabilità, derivate dal sottodimensionamento della sezione del collettore e dalla datazione delle botti a sifone ( 25 anni ); tra l’altro priva di sistema automatico per la rimozione di ramaglie e sedimenti varie ( sgrigliatore ), non in grado di convogliare le attuali portate di deflusso conseguenti alla trasformazione dell’assetto territoriale.
Il progetto attuato dal Consorzio di Bonifica, con l’inizio dei lavori di risezionamento, la creazione di bacini di invaso, ecc.. ci auguriamo possa veramente significare l’inizio della messa in sicurezza del territorio.
4) Nelle tavola 4.1 e 6 di progetto e a pag. 81 della relazione e precisamente “all’Art. 5.1 Interventi ai capofossi principali”, sono stati numerati ed evidenziati i capofossi principali e il loro ordine di priorità di intervento, nel modo seguente:
a) capofosso 4 – Bacino Via Zuina - privato
b) capofosso 2 – Bacino Via Botte - privato. Questo capofosso, come il capofosso 1, costeggiano nella parte finale il Parco Pubblico XXV Aprile (area comunale). Da nostre ricognizioni, abbiamo riscontrato che all’interno di uno dei due fossi vi è presenza di liquame riconducibili a scarichi fognari. Appare quantomeno strana la considerazione degli stessi come fossi privati visto che insistono all’interno di una zona comunale;
c) capofosso 8 – Bacino di Via Milano – privato
d) capofosso 7 – Bacino Baldana Est – privato
e) capofosso 10 – Bacino Tramazzo Ovest – privato;
f) capofosso 11 – Bacino Tramazzo Est - privato;
Dalla suddetta classificazione risulta evidente che i fossi principali e di primaria importanza del comune di Fiesso d’Artico sono considerati privati. E’ altresì incontestabile affermare che tali fossi sono completamente a servizio delle zone residenziali che nell’ultimo decennio hanno subito la maggiore urbanizzazione territoriale. Concordiamo quindi con quanto rivendicano i proprietari del fondo su cui ricade il fosso principale, e cioè che il risezionamento non debba essere a loro carico, visto e considerato che sono di primaria importanza per lo smaltimento delle acque di una cospicua fetta di territorio urbanizzato, per il quale, tra l’altro, l’Amministrazione Comunale ha preventivamente incassato gli oneri di urbanizzazione. Riteniamo pertanto correttamente fondata la pretesa dei proprietari dei fondi di porre a carico dell’Amministrazione il primo intervento di risezionamento, rimanendo comunque in essere l’obbligo per questi della manutenzione ordinaria ed il rispetto del Regolamento di Polizia Idraulica.
Sono stati inoltre evidenziati, sempre nella tavola 6 altri capofossi “di minor importanza”, a tal proposito segnaliamo che il capofosso n. 9 – privato è per la maggior parte del suo tratto a servizio della zona di recente urbanizzazione Via Pampagnina, pertanto ribadendo il concetto appena enunciato, riteniamo spetti all’Amministrazione il primo intervento di risezionamento, così come in generale, fosse anche e solo per uniformità e modalità di esecuzione dei lavori stessi.
Il fosso di Via Baldana è stato nella parte prospiciente l’area cimiteriale risezionato e pulito, rimane comunque da pulire e risezionare la rimanente parte a monte di competenza comunale, come evidenziato nella tavola 4.1, si chiede inoltre se i due fossi adiacenti l’accesso alberato all’area cimiteriale siano esclusivamente privati, come pure quello posizionato nella parte retrostante il cimitero stesso.

5) Non risultano evidenziati nel Piano Acque interventi a favore delle zone adiacenti Via Vecchia (comprendenti Via Dante Alighieri, Via Vegro,ecc..) che hanno subito ingenti danni con gli eventi di Maggio 2008 e Settembre 2009, ove sono presenti due fossi comunali lungo entrambi i lati di Via Vecchia, che necessitano di una risezionatura e pulizia per l’intero tratto. Evidenziamo che in questa area a forte rischio idraulico è presente un cantiere denominato Città della Moda che attualmente stà creando grossi problemi “ idrogeologici “ agli insediamenti urbani adiacenti.
6) - Art. 5.2.1.Impianti idrovori di emergenza
Considerato l’imminente arrivo della stagione primaverile, caratterizzata da abbondanti precipitazioni e la frequenza sempre maggiore di eventi meteorici che (anche se non eccezionali) evidenziano le criticità più volte segnalate. Concordiamo pienamente con quanto proposto dall’Ingegnere redattore del piano, circa la necessità e urgenza massima di installare più idrovore permanenti nei punti strategici evidenziati nel piano stesso, in modo da prevenire con anticipo i ripetuti effetti degli allagamenti.
7) - Art. 5.2 Interventi strutturali.
Leggendo attentamente questo punto, appare evidente e di primaria importanza procedere subito alla videoispezione della rete di raccolta delle acque meteoriche lungo le dorsali principali, e dove necessario, contestualmente, provvedere alla manutenzione straordinaria per ripristinarne immediatamente la naturale funzione di condotte di scarico.
Segnaliamo a tal proposito, che oltre al primo tratto di via Zuina e dell’adiacente zona del municipio, è già stata realizzata la videoispezione e mappatura delle condotte di Via Baldana, a seguito di accertamento tecnico promosso da alcuni residenti; detti documenti sono tra l’altro depositati presso il tribunale ordinario di Venezia sede staccata di Dolo e presso gli uffici comunali , da quasi un anno.
8) Nelle proposte di intervento, non risulta essere stata prevista la realizzazione di vasche di laminazione nella zona urbanizzata posta nella fascia centro-meridionale del paese e/o comunque nelle aree che negli ultimi anni sono state interessate da ripetuti episodi di allagamento. Dette aree localizzate per lo più nel centro storico del paese, sono caratterizzate da edifici di non recente costruzione che dispongono, come già accertato, di sottoservizi ormai sottodimensionati, in condizioni strutturali precarie ed obsoleti, per i quali si dovrebbe intervenire con la massima urgenza riqualificando interi tratti di condotte interrate su marciapiede o manto stradale. Questi interventi per essere attuati nell’immediato, necessitano di una cospicua copertura finanziaria e comunque è facilmente ipotizzabile che i tempi di realizzo siano lunghi proprio per la loro complessità e vastità. Per questi motivi, riteniamo indispensabile l’inserimento tra le proposte strutturali da realizzare nel breve periodo, di idonee vasche di laminazione per compensare le portate immesse in rete durante i momenti di abbondanti precipitazioni piovose in poche ore.
9) Si evidenzia che nel sottobacino Pioghella non è evidenziata la presenza di un tombinamento del vecchio corso “Castellaro” ove attualmente si riscontra la presenza di una “caditoia” in un tratto interrato.
Si fa presente inoltre che l’attuale zona industriale presenta un quota del piano campagna molto più alta rispetto alla medesima di riferimento del bacino di via Pioghella.
I lavori di risezionamento del fosso Castellano, in fase di realizzazione da parte del Consorzio di bonifica, non prevedono la sistemazione del tratto dello stesso, posto a nord-ovest rispetto via Pioghella. Detta porzione di Castellaro, risulta essere in contropendenza rispetto la parte in fase di risezionamento, pertanto continuamente soggetta ad esondazioni (vedi ultimo episodio del 5-6 febbraio u.s.)
10) Nel sottobacino XXV Aprile si evidenzia una situazione critica all’altezza di via Colombo-Vespucci, ove è presente un fosso privo di manutenzione e con presenza di liquame riconducibile a scarico fognario; nella cartografia non è evidenziata la parte tombinata e la condotta che scarica a nord di via Colombo. Negli eventi emergenziali del maggio 2008 e settembre 2009, tutta l’area è stata interessata da estesi allagamenti, con punte di 35 +/- 50 cm., riconducibili ai sottoservizi vetusti / intasati e all’esondazione - riflusso del fosso citato in precedenza posto a nord rispetto la sr 11, di fronte al residence “ S. Marco - lato est “.
ULTERIORI INDICAZIONI
Dalla lettura del “piano”, abbiamo constatato inoltre, che nella valutazione idraulica del territorio, il documento è articolato nell’analisi dettagliata delle problematiche di competenze consortili, di altre autorità extra comunale e dei cittadini privati, mentre fornisce solo una sintesi sommaria degli aspetti di diretta competenza comunale e dello stato di fatto della rete idrografica e fognaria del paese.
Abbiamo riscontrato la mancanza di indicazioni precise relative a:
• un piano straordinario di interventi infrastrutturali in grado di risolvere in via definitiva e per le condizioni oggettive dei luoghi, le condizioni di rischio mediante la previsione di opere idrauliche, urbanistiche e architettoniche adeguate , per ridare sicurezza e serenità alla vita quotidiana ;
• un coordinamento tra Enti che, per le rispettive aree di competenza, attuano interventi strutturali di prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico;
• un coordinamento tra attività di protezione civile e attività di difesa del suolo (vedi ultimo episodio del 05- 06 febbraio u.s.)
• un piano di protezione civile in grado di riportare le zone insediate più colpite dagli allagamenti a livelli accettabili di qualità della vita in rapporto al rischio;

Si ricorda che anche il DPCM 27/02/2004 sottolinea l’importanza di garantire un efficace e proficuo coordinamento tra:
Attività di protezione civile nel tempo reale – interventi urgenti a superare l’emergenza
Breve periodo misurabile in mesi in cui deve svilupparsi e determinarsi l’efficacia dell’azione urgente di protezione civile (previsione di un evento, contrasto e contenimento degli effetti, gestione dell’emergenza finalizzata al ripristino delle normali condizioni di vita);
Attività di pianificazione e prevenzione nel tempo differito – interventi strutturali di mitigazione permanente del rischio
Medio lungo periodo misurabile in anni, in cui le azioni di studio e previsione, programmazione e realizzazione di interventi, sono volte a garantire condizioni permanenti ed omogenee sia di salvaguardia della vita umana e dei beni, che di tutela ed uso sostenibile delle risorse ambientali.

Riteniamo per di più indispensabile, ottimizzare la programmazione degli interventi strutturali volti alla mitigazione del rischio, in funzione delle esigenze e delle priorità del territorio, nonché delle reali risorse economiche disponibili.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Come movimento cittadino Fiesso - promotori per la sicurezza idraulica, riteniamo fondamentale che il piano delle acque diventi al più presto, regolamento in materia idraulica per il Comune di Fiesso d’Artico, come stabilito dalla normativa vigente. Le direttive in esso contenute devono essere attuate nel breve periodo (alcuni mesi per opere emergenziali) e medio - lungo per la sistemazione ed adeguamento delle rete idraulica urbana esistente perché il regolamento diventi effettivamente uno strumento atto a scongiurare i continui allagamenti e non un comodo escamotage a disposizione dell’Amministrazione, con il solo obiettivo di placare l’ira dei cittadini continuamente provati dalla contingente situazione.
Troppe volte il problema ha assunto livelli di gravità insopportabili, troppe volte i vari uffici coinvolti hanno ipotizzato soluzioni definitive mai attuate.
Di fronte ad eventi ritenuti straordinari, è necessario adottare risposte e strumenti di carattere straordinario.
E’ ormai improcastinabile che l’Amministrazione Comunale si impegni a:
• Concludere celermente l’iter approvativi del Piano delle acque, comprensivo della parte sanzionatoria;
• Sottoscrivere con le Autorità competenti (Consorzio di Bonifica, genio Civile, Provincia, ecc.) convenzioni di reciproca collaborazione;
• sulla base dei contenuti del Piano, a prevedere adeguati stanziamenti pluriennali di bilancio per far fronte alle opere e impegni di propria competenza.
• verificare la possibilità di accedere a stanziamenti regionali e/o provinciali per fronteggiare il rischio idrogeologico.

Infine, riteniamo che affrontare il problema allagamenti non può e non deve tradursi solo in “perizie” sulle capacità funzionali del sistema o nell’adozione di accorgimenti strutturali urgenti, ma si dovrà necessariamente affrontare e sciogliere, contestualmente, anche il nodo del funzionamento dell’apparato burocratico - amministrativo, per ridurre la frattura che si è creata tra la parte di cittadinanza ripetutamente offesa dagli eventi e le istituzioni stesse, Amministrazione Comunale in primis, per riportare un effettivo clima di sintonia e sinergia.

Movimento Cittadino Fiesso -promotori per la sicurezza idraulica del territorio.
Firme:
Adriano Zaramella - Catia Bordin - Paolo Frezza - Alberto Levorato - Spinelli Fabiano - Sebastiano Monetti
Michele Vecchiato - Carlo Rebeschini - Flavio Grisbherg
Recapito portavoce: Adriano Zaramella Via C. Colombo n° 18 30032 Fiesso D’Artico ( VE ).

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