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LO SCANDALO DI GIROLAMO - LE DIMENTICANZE DI FINI
27.02.2010

LO SCANDALO DI GIROLAMO - LE DIMENTICANZE DI FINI. L’esplosione dello scandalo della falsa elezione dell’Avv. Di Girolamo in una circoscrizione estera - ha dichiarato Angelo Sollazzo, della Segreteria Nazionale del PSI - ripropone un tema da noi sollevato inutilmente, più volte, negli ultimi dieci anni. Il Presidente Fini in queste ore finge di non ricordare e parla di revisione della legge per il voto degli italiani all’estero. Fini dimentica che tale obbrobrio di legge ha una chiara paternità, che è quella del suo Partito e del suo padrino politico, l’On. Mirco Tremaglia. Più volte, in occasione dell’approvazione della legge, Fini magnificò tale risultato ed il lavoro di Tremaglia. Oggi la legge in questione non ha più padri e sostenitori.

Gli Italiani all’estero hanno il sacrosanto diritto di votare, ma per i collegi di origine o di ultima residenza e non per collegi esteri che offendono i nostri stessi connazionali, che si vedono creare una sorta di riserva indiana, come se fossero corpo separato dell’elettorato nazionale. Questo tipo di rappresentanza è inutile ed incostituzionale. Inutile perché si vota per il Parlamento di un Paese sul territorio di altra Nazione. La tutela in loco viene già assicurata dai parlamentari di origine italiana. Si vota per i problemi italiani e non per quelli di altre nazioni.

L’impossibilità di votare presso seggi allestiti nelle sedi diplomatiche, di svolgere una pur minima campagna elettorale, la inesistenza di un voto libero ed uguale, come recita la Costituzione, la mancanza di controlli, rendono la legge Tremaglia incostituzionale ed inapplicabile. Se lo ricorda Fini quando esultava per l’approvazione della stessa?

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