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L'ILO invita il Governo a revocare il reato di clandestinità
4.03.2010

L'ILO invita il Governo a revocare il reato di clandestinità. Diritti dei migranti: l'ILO invita il governo a valutare la revoca del reato di calendestinità di Leopoldo Tartaglia

Per il secondo anno consecutivo il rapporto degli esperti sull’applicazione delle convenzioni internazionali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) dedica ampio spazio alle violazioni, da parte del governo italiano, della convenzione 143 sui diritti dei migranti, ratificata nel 1981.

In particolare, "il Comitato esprime la grave preoccupazione che l’art. 10bis del Decreto Legislativo n. 286/1998" – quello modificato dal "pacchetto sicurezza" con l’introduzione del reato di clandestinità – "emarginerà e stigmatizzerà ulteriormente i lavoratori immigrati in situazione irregolare e aumenterà la loro vulnerabilità allo sfruttamento e alle violazioni dei loro diritti umani fondamentali". Per questo, "in linea con le conclusioni della Commissione della Conferenza" – che lo scorso anno aveva discusso delle violazioni italiane alla convenzione – "chiede che il Governo intraprenda un’analisi dettagliata dell’impatto delle recenti misure (….) sui diritti umani fondamentali dei lavoratori immigrati in situazione irregolare e sull’eguaglianza di trattamento di questi lavoratori rispetto ai loro diritti derivanti dal passato impiego, in vista di valutare la necessità di emendare o revocare questo ed altri provvedimenti del DL n. 286/1998".

Come si ricorderà, infatti, il rapporto del Comitato di esperti del 2009 aveva riportato le segnalazioni, da parte di diversi organismi internazionali, di gravi violazioni verso i lavoratori migranti, i Rom e i Sinti.

Su questa base, nel giugno scorso, CGIL, CISL e UIL e la Confederazione Internazionale dei Sindacati avevano portato in discussione davanti alla Commissione sull’applicazione delle norme della Conferenza Internazionale del Lavoro il caso delle violazioni italiane alla Convenzione 143.

Le conclusioni avevano richiamato il governo ad un maggior rispetto della Convenzione, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei migranti, indipendentemente dal loro status giuridico. Il governo, di fronte alle dettagliate analisi del sindacato contro le misure in approvazione nel "pacchetto sicurezza", aveva obiettato che non si trattava ancora di una legge, in quanto non era concluso l’iter parlamentare.

Le conclusioni ingiungevano al governo di presentare all’ILO un rapporto dettagliato entro il settembre 2009. CGIL, CISL e UIL, a loro volta, presentavano le loro osservazioni al rapporto del governo. (Tutta la relativa documentazione è già stata inviata alle strutture ed è comunque reperibile sul sito della CGIL nazionale)

Alle conclusioni del 2010, il Comitato giunge, dunque, dopo un’ampia disamina delle informazioni fornite dal governo e delle controdeduzioni di CGIL, CISL, UIL, in particolare sull’approvazione del "pacchetto sicurezza".

L’ILO, che cita tra l’altro l’obiezione di incostituzionalità sollevata in materia dal Tribunale di Pesaro, "attira l’attenzione del Governo sul fatto che se la lotta contro l’immigrazione clandestina è giustificata, allo stesso tempo, è importante assicurare il rispetto dei diritti umani fondamentali di tutti i lavoratori migranti, per evitare che (particolarmente quelli in condizione irregolare) si trovino in una situazione in cui i loro diritti non sono rispettati e loro sono vulnerabili agli abusi di ogni tipo".

L’obiettivo della Convenzione 143, infatti, è di salvaguardare i diritti umani di tutti i migranti e "di definire e applicare sanzioni contro gli organizzatori dei movimenti clandestini e contro gli imprenditori nei casi di occupazione illegale, e non contro i lavoratori migranti che si trovano in situazione irregolare".

La Convenzione "mira ad assicurare che i lavoratori migranti godano di un livello minimo di protezione riguardo ai loro diritti umani fondamentali e riguardo alle spettanze di diritti derivanti dal precedente lavoro, anche se essi sono immigrati o sono occupati illegalmente e la loro situazione non possa essere regolarizzata".

Per quanto riguarda la regolarizzazione, il Comitato, prendendo atto delle informazioni del governo sulla "sanatoria" relativa a "colf e badanti", chiede al governo se non intenda adottare "misure simili per regolarizzare lavoratori migranti senza documenti in altri settori, come l’agricoltura e l’edilizia". Le osservazioni degli esperti ILO tornano a sottolineare le preoccupazione per le discriminazioni, gli episodi di razzismo e xenofobia conto i migranti, i Rom e i Sinti e chiedono al governo informazioni dettagliate e misure adeguate su molti aspetti della protezione dei diritti umani per tutti i migranti e della garanzia di parità di trattamento per quelli regolari. In particolare, ancora, si richiede al governo "come sia assicurato che i lavoratori migranti, che si trovano in situazione irregolare, specialmente quelli accusati di reato di immigrazione illegale, e quelli oggetto di ordine di espulsione, possano presentare denunce sulle violazioni dei loro diritti umani fondamentali e possano rivendicare alcuni diritti derivanti dal passato impiego riguardo al salario, la sicurezza sociale e altri benefici" come previsto dalla Convenzione.

Il Comitato chiede anche di conoscere "il numero di uomini e donne migranti in situazione irregolare che sono stati identificati come vittime di abuso e sfruttamento in agricoltura e nell’edilizia, e a quanti di essi è stato garantito un permesso speciale come da art. 18 del Decreto Legislativo n. 286/1998". Su questo non sarà, certo, agevole una risposta positiva del governo, dato anche il recente stralcio dell’art. 48 della legge di ratifica della Direttiva Europea laddove prevede "il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro per i lavoratori irregolari che denunciano lo sfruttamento lavorativo o le condizioni di illegalità del loro rapporto di lavoro".

Per quanto riguarda le politiche di integrazione dei migranti, dei Rom e dei Sinti, dichiarate dal governo, il Comitato chiede di avere informazioni dettagliate sui loro risultati nel rapporto che il governo presenterà sull’applicazione della convenzione 122 in materia di occupazione. Ulteriori chiarimenti sono richiesti anche sull’"Accordo di integrazione" che dovrebbe consentire ai migranti l’accesso alla cittadinanza italiana. Il Comitato ha inviato ulteriori domande – non pubblicate nel rapporto – direttamente al governo e chiede di avere, su tutto, dettagliate risposte nel corso del 2010.

E’ evidente, quindi, che l’ILO intende mantenere uno stretto controllo sulle politiche del governo italiano verso i migranti e i loro diritti.

Il Comitato, nella sua prossima sessione di ottobre, esaminerà, peraltro, anche la segnalazione presentata dalla CGIL per violazione delle Convenzioni 29 e 105 in materia di lavoro forzato, presentata nei giorni scorsi dalla CGIL in relazione alle condizioni di molti migranti, da ultimo in alla situazione di Rosarno.

fonte: Cgil Nazionale

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