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Schulz incontra a Milano il popolo della sinistra
18.09.2003

Alla Festa dell’Unità di Milano Schulz incontra il popolo della sinistra democratica

“Per un’Europa forte, aperta e democratica”: queste sono le parole del titolo dell’incontro di lunedì 15 settembre che hanno visto come protagonisti l’eurodeputato Martin Schulz, l’eurodeputata Fiorella Ghilardotti, Emilia De Biase della segreteria regionale dei DS come moderatrice e Andrea Tella come rappresentante della Sinistra Giovanile.
La parola passa all’ospite d’onore, tanto atteso dalla platea di numerosi donne e uomini: “L’Europa, considera l’eurodeputato tedesco, non può risolvere i problemi di squilibrio ecologico, sociale ed economico tra Nord e Sud del mondo con la forza delle armi; - e aggiunge – la multilateralità determina una via risolutiva dei conflitti interni al globo. L’Europa è esempio di multilateralismo e di unità nelle differenze”.
Un’Europa dei valori è quella che Schulz considera necessaria da fondare con un patto costituente: valori etici, economici e sociali, che determino una suddivisione delle ricchezze tra i paesi contro una separazione intellettuale e civica tra due porzioni del mondo, causa di gravi conflitti.
Schulz invita a costituire un’Europa unita della democrazia e della pace soprattutto in occasione dell’adesione per il prossimo 1° maggio 2004 di 10 stati dell’Est, usciti da un decennio di conflitti e di mutamento radicale del sostrato istituzionale. Un riferimento a Lula viene preso in esame: “L’Europa sia esempio per una futura unione dei Paesi dell’America Latina dove la solidarietà contrasti il capitalismo selvaggio”.
La moderatrice pone la questione dei diritti umani come parte fondante della Carta Convenzionale europea tra pochi mesi in dirittura di completamento e definizione; Fiorella Ghilardotti considera necessaria un’Europa della convivenza civile, da statuirsi nel testo della Convenzione in atto di approvazione, anche come parte attrice di una “governance mondiale”.
L’eurodeputata parla di un’Europa politica che deve nascere: solo così, pensa Ghilardotti, si può definire un’unione forte che determini un aiuto positivo alla risoluzione del sottosviluppo internazionale. Il 60% degli aiuti umanitari, tiene a sottolineare la relatrice, derivano dall’Unione, e l’Europa ha contrastato il protezionismo oligopolista dei diritti di brevetto rivendicato dalle multinazionali farmaceutiche: il tema dei diritti umani, conseguentemente, deve diventare discrimine nell’attuazione di accordi economici tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo; prassi etica, questa, non sempre rispettata. Un pensiero viene rivolto alle migliaia di cittadini che hanno dimostrato per la pace: “La forza della mobilitazione per la pace ha determinato un rafforzamento del rapporto di rappresentatività tra cittadini e istituzioni”.
La presenza di Antonio Di Pietro viene ampiamente apprezzata da gran parte della platea e dal proprio collega Schulz. Prendendo la parola l’ex Pubblico Ministero definisce Berlusconi come esempio cattivo per l’Europa solidale, civile, libera, democratica e legale, fondamento di un multilateralismo internazionale. Parla di nuovo feudalesimo: Berlusconi considera la carità come possibile strumento per comprare la dignità del povero. La guerra, secondo Di Pietro, non era lo strumento risolutivo della crisi irachena: un raccordo delle forze di polizia avrebbe potuto dare uno sbocco positivo alla questione. “Berlusconi è sacrestano di Bush – sottolinea l’eurodeputato – L’aver promosso leggi che gli assicurano l’impunità personale determina un esempio di conduzione del potere grave e illegittima. Berlusconi – conclude – è problema europeo. Dobbiamo combatterlo – esorta – con l’arma del referendum, oggi oscurato dalla stampa italiana, ma non da quella internazionale”.
In riferimento all’intervento di Andrea Tella, che ha ricordato l’episodio in cui una delegazione della sinistra giovanile, in visita al Parlamento di Strasburgo, aveva ricevuto un ammonimento da Tajani, in quanto avevano applaudito l’intervento di Schulz, l’eurodeputato tedesco parla di politica umana, politica fatta con piacere. Lui stesso, di fronte alla richiesta di Tajani, fatta al Vicepresidente del Parlamento, di provvedere a interventi disciplinari contro la delegazione e contro al comportamento di Schulz, che aveva invitato a lasciare applaudire, ha detto: “Forse ho compreso perché non è stato eletto sindaco a Roma. Vox populi vox dei”. L’immigrazione è il tema, introdotto da Emilia De Biase, su cui Schulz appronta l’ultima analisi del suo intervento. La ricetta per risolvere il problema consiste nell’accoglienza e nell’eliminazione dei motivi di abbandono delle proprie terre originarie. L’UE può risolvere il problema, considera: “Abbiamo il dovere di cooperazione con il Sud del mondo e di istituire un partenariato mondiale. Dividere le ricchezze tra i due blocchi mondiali diventa necessario”. Infine Schulz parla di ruolo delle donne nella società: “Dove le donne erano prevalenti nei ruoli decisionali le società erano più sane. Un ricordo – invita – è doveroso nei riguardi di una grande donna quale il ministro svedese ucciso Anna Lindh, dall’alto senso civile ed etico”.
Alla fine l’Associazione Communitas 2002 – Cittadini per l’Etica nella politica, rappresentata da Simona Giovannozzi, ha conferito nelle mani dell’eurodeputatato la lettera inviata il 4 luglio in solidarietà di fronte alle deliranti esternazioni dell’attuale Presidente del Consiglio al momento del discorso di assunzione del mandato di Presidenza di turno dell’Unione Europea: “Gli ideali di Europa federale di Spinelli e gli ideali di solidarietà sociale di un uomo, Adriano Olivetti, costretto ad emigrare perché perseguito dalle disumane leggi razziali contro la Comunità Ebraica, sono le basi della nostra associazione – sottolinea Giovannozzi – che fa dell’etica e della legalità la propria battaglia politica”.

Alessandro Rizzo
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Schulz alla Festa dell’Unità di Milano

Appena veniva riconosciuto (“Ma quello è il tedesco che le ha cantate a Berlusconi!”), partivano gli applausi, gli incitamenti, le strette di mano... Alla festa dell’Unità di Milano, Martin Schulz è stato accolto come un eroe. Allo stand della sinistra giovanile nella lista delle consumazioni c’è anche “lo Schulz” (wurster e senape, naturalmente) e lui chiede di essere fotografato con il dito che indica il panino con il suo nome.

Martin Schulz è un libraio prestato alla politica. Colto, pacato, socialdemocratico. Un politico come sono i politici in Germania, senza Vespa e senza Sgarbi. Presidente del gruppo socialdemocratico al Parlamento europeo, Schulz è diventato un eroe suo malgrado, per aver posto quattro domande a Silvio Berlusconi, il giorno del fallimentare avvio del semestre europeo a guida italiana, e aver ricevuto, invece che risposte, un insulto: “Lei è perfetto per il ruolo di kapò nazista in un film”.

Invitato per una serie di dibattiti in Italia, comincia da Milano, festa dell’Unità. È ospite di Communitas 2002, l’associazione di cittadini che vogliono che l’etica torni dentro la politica. Parla di Europa. Non vorrebbe tornare sull’argomento “kapò”. Non vorrebbe rinfocolare polemiche che non ha cercato. Ma come si fa? Basta che passi tra un ristorante e una libreria, e viene acclamato: “Bravo, digliene ancora, al Berlusconi!”. Schulz sorride. Ritenta con l’Europa, ma forse in cuor suo sa che l’Europa si fa anche con leader limpidi, senza stallieri mafiosi e conflitti d’interesse.

“Io quel giorno mi sono limitato a proporre al presidente di turno dell’Unione europea al suo debutto quattro semplici domande: che cosa intendeva fare per accelerare l’approvazione del mandato di cattura europeo, che cosa intendeva fare per accelerare l’approvazione del procuratore europeo, che cosa intendeva fare per semplificare lo scambio d’informazioni giudiziarie (le rogatorie) tra diversi Paesi europei, che cosa intendeva fare in materia di diritti degli immigrati. Dov’è l’aggressione che mi è stata rimproverata? Erano quattro semplici domande sulla politica europea della giustizia e dei diritti umani. Quattro domande: le avrei poste anche a un ministro greco, se fosse stato il turno della presidenza greca”.

Invece era il turno dell’Italia. E l’Italia era (è) rappresentata da Silvio Berlusconi. E invece di risposte, sono arrivati gli attacchi, le ingiurie. Ma di questo, Schulz non vuole più parlare. “Il semestre italiano sarà fruttuoso. Ne sono convinto. Avrà ottimi risultati. L’Italia si sta impegnando per arrivare in fretta all’approvazione della Costituzione europea. Il ministro Frattini sta lavorando molto bene, e così anche Pisanu”.

E Berlusconi? Su questo Schulz preferisce non rispondere. Segnala però che sulle quattro questioni da lui poste quel fatidico 1 luglio non si è mossa una foglia. Non è successo niente. Non è stato fatto un solo passo avanti. Si vedrà in futuro: “Berlusconi dovrà tornare davanti al Parlamento di Bruxelles”, dice sornione. E segnala che uno spettro si aggira per l’Europa: il rapporto tra potere politico e potere mediatico. “È un grave problema per la democrazia”. La separazione dei poteri resta un cardine della democrazia, spiega, e oggi ai tre poteri classici (legislativo, esecutivo, giudiziario) si è ormai aggiunto quello dell’informazione. “I cittadini hanno il diritto a una informazione libera”. E a una politica non asservita agli interessi aziendali. Ma questa è una cosa che Schulz non vuole dire. Aspetta Berlusconi al suo bis in Europa. Per parlare di politica. O almeno tentare.

G.B.

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