15.03.2010
Rottura fra Cgil-Cisl-Uil sull'arbitrato. Nella giornata dell' 11 marzo u.s. si è consumata una grave rottura tra le organizzazioni sociali. Approfittando di una convocazione del Ministro del lavoro per discutere di “modulazione dell’orario di lavoro in funzione della conciliazione delle necessità di conciliazione”, su iniziativa della CISL, cui si sono accodate le altre organizzazioni sindacali e cui ha fatto riscontro la condivisione di quelle datoriali, si è proceduto alla stipula di una “Dichiarazione comune” in materia di arbitrato. Secondo questo testo, le parti si impegnano a dare corso al negoziato per definire linee guida per l’utilizzo, convenendo che l’arbitrato secondo equità non dovrà applicarsi alle “controversie in materia di risoluzione del rapporto di lavoro”. Il Ministro ha “preso atto con favore” e si è impegnato a fare propri i contenuti del futuro avviso comune come base per il decreto che spetterà a lui emanare.
La CGIL ha espresso il suo netto dissenso sul metodo, davvero inaccettabile, e si è dichiarata indisponibile sul merito, giudicando la legge pessima e le norme sull’arbitrato e sulla certificazione, non toccata dalle parole della dichiarazione comune, a forte rischio di incostituzionalità . Di seguito di riportiamo il comunicato emesso al termine dell’incontro:
“La legge sulla certificazione e l’arbitrato è sbagliata e incostituzionale, per questo non solo la via dell’avviso comune non è percorribile ma svilupperemo tutte le iniziative necessarie per cambiarla, a partire dallo sciopero generale di domani”. E’ quanto afferma Fulvio Fammoni, segretario confederale dellaCGIL, dopo la dichiarazione di intenti per un avviso comune in materia di arbitrato, siglata oggi dalle parti sociali ad esclusione della CGIL.
“In una riunione convocata al ministero del Lavoro su altro argomento - aggiunge il dirigente sindacale - si è consumato un accordo separato sull’applicazione di una legge che, come è noto, la CGIL non condivide. Perché lo si è voluto fare e proprio oggi? La legge, che per altro non è stata ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, prevede un anno di tempo prima di entrare in vigore. Tutto questo lascia pensare che si sia voluto operare in modo preordinato una grave rottura tra le parti, con la complicità del governo, alla vigilia dello sciopero generale”.
“A questa legge sbagliata, e a questo accordo sbagliato, - conclude Fammoni - reagiremo con tutte le iniziative necessarie, a partire dallo sciopero di domani, con una capillare informazione, con assistenza legale ai lavoratori e attivando i percorsi per fare emergere la sua incostituzionalità ”.
Seguirà nei prossimi giorni un esame dettagliato dei problemi lasciati irrisolti dalla “Dichiarazione comune”. fonte Cgil Nazionale
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