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HAMAS NON DEVE ESEGUIRE CONDANNE A MORTE
31.03.2010

GAZA: AMNESTY INTERNATIONAL SOLLECITA HAMAS A NON ESEGUIRE CONDANNE A  MORTE
Amnesty International ha sollecitato l’amministrazione de facto di Hamas a
Gaza a non eseguire una serie di condanne a morte, inflitte per
‘collaborazionismo’ e ‘omicidio’ dai tribunali militari locali. Alti
funzionari dell’amministrazione di Gaza hanno manifestato l’intenzione di
procedere in tempi brevi a queste esecuzioni che, se avessero luogo,
sarebbero le prime dal 2005.
Da quando ha assunto il controllo di Gaza, l’amministrazione de facto di
Hamas non si e’ resa responsabile di esecuzioni, sebbene i tribunali
militari abbiano continuato a emettere condanne a morte, a seguito di
procedimenti non in linea con gli standard internazionali sui processi
equi.
‘Hamas non deve iniziare a eseguire condanne a morte. Sarebbe un profondo
passo indietro e cozzerebbe contro la crescente tendenza verso una
moratoria mondiale sulle esecuzioni’ – ha dichiarato Malcolm Smart,
direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty
International. ‘Sarebbe particolarmente orribile mettere a morte
prigionieri che, come in questi casi, sono stati condannati a morte al
termine di processi iniqui’.
Hamas non ha reso noto il numero delle persone che rischiano l’esecuzione.
Tuttavia e’ noto che nel 2009 14 persone sono state condannate a morte dai
tribunali militari per ‘collaborazionismo’, tradimento e omicidio.
Domenica 28 marzo, l’Ufficio della procura generale di Gaza ha affemato
che la ratifica delle condanne a morte non e’ solo necessaria ma
rappresenta anche un obbligo di legge.
Il 25 marzo Mohammed Abed, procuratore generale di Hamas nella Striscia di
Gaza, aveva annunciato l’avvio della procedura di ratifica delle condanne
a morte per i reati di ‘collaborazionismo’ e tradimento. Il 23 marzo Fathi
Hammad, ministro degli Interni di Gaza, aveva a sua volta dichiarato alla
radio che il suo dicastero aveva deciso di andare avanti con le esecuzioni
di prigionieri condannati per ‘collaborazionismo’, nonostante la
contrarieta’ degli organismi locali per i diritti umani.

Il ministro Abed aveva anche aggiunto che la pena di morte sarebbe stata
usata contro persone accusate di traffico di droga. L’anno scorso
l’amministrazione de facto di Hamas aveva approvato una modifica
legislativa in questa direzione.

Secondo la legge palestinese, le condanne a morte devono essere ratificate
dal presidente dell’Autorita’ palestinese prima di essere eseguite.

Tuttavia, a seguito delle tensioni tra i due principali partiti
palestinesi, Fatah e Hamas, esplose a partire dal luglio 2007, la
Cisgiordania ha un governo nominato dal presidente dell’Autorita’
palestinese Mahmoud Abbas, appartenente a Fatah, mentre Gaza e’ governata
dall’amministrazione de facto di Hamas, guidata da Isma’il Haniyeh. Nel
giugno 2007 il presidente dell’Autorita’ palestinese Abbas ha sospeso le
attivita’ delle forze di sicurezza e degli organismi giudiziari a Gaza,
creando una situazione di vuoto legale e istituzionale. Hamas ha risposto
creando una forza di sicurezza e un apparato giudiziario paralleli, privi
di personale adeguatamente addestrato e senza prevedere meccanismi di
controllo e garanzie procedurali.

Nel maggio 2009 Hamas ha annunciato che avrebbe istituito un comitato
composto da consulenti legali e funzionari del ministero della Giustizia,
competente per ratificare le condanne a morte emesse dai tribunali di
Gaza.

Le ultime esecuzioni note ad Amnesty International hanno avuto luogo nel
giugno e luglio 2005. Quattro uomini vennero impiccati nella prigione
centrale di Gaza e uno venne fucilato nel quartier generale della Polizia,
sempre a Gaza City. I cinque prigionieri erano stati condannati per
omicidio.

Per ulteriori informazioni, interviste e approfondimenti:
Paola Nigrelli
Amnesty International Ufficio Stampa
tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, press@amnesty.it
Roma, 31 marzo 2010

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