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La nuova social card delle Acli
9.04.2010

La proposta di un Piano bipartisan contro la povertà assoluta
WELFARE: LE ACLI LANCIANO LA “NUOVA SOCIAL CARD”: 133 EURO MENSILI PER 2,4 MILIONI DI POVERI. 665 MILIONI DI SPESA PER TRE ANNI
Milano, 9 aprile 2010 – 133 euro mensili di media contro i 40 attuali. Nessun limite di età e nessuna preclusione verso i cittadini stranieri stabilmente residenti, per un totale di 2milioni e 400mila potenziali destinatari, quante sono le persone in condizione di “povertà assoluta” in Italia. Integrazione della prestazione monetaria con i servizi alla persona gestiti dai Comuni. Sono queste le caratteristiche principali della “nuova” social card, nella proposta che le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani hanno presentato questa mattina a Milano all’Università cattolica, nel corso della loro Conferenza organizzativa e programmatica.
Nell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, le Acli sollecitano un accordo bipartisan tra le forze politiche per introdurre finalmente in Italia – unico Paese dell’Unione, con Ungheria e Grecia, ad esserne priva – una misura universale di contrasto alla povertà assoluta. Spesa prevista: 665 milioni di euro all’anno per tre anni, dal 2011 al 2013, secondo un percorso di progressiva estensione dei destinatari.
Per il presidente delle Acli Andrea Olivero «si tratterebbe della più grande riforma mai realizzata per i poveri in Italia, a partire da uno strumento voluto dal governo, che noi proponiamo di potenziare correggendone contemporaneamente i limiti che si sono manifestati nel corso del suo primo anno di applicazione». «La politica italiana – ha proseguito Olivero - è tradizionalmente disattenta verso i poveri. Se si escludono le sperimentazioni, le prestazioni una tantum e gli interventi di alcune Regioni, la social card ha rappresentato, pur con tutti i suoi limiti, la prima misura nazionale contro la povertà introdotta in Italia. E’ stata attivata per questo un’infrastruttura istituzionale e una prima mappatura che consentirebbe oggi di raggiungere i poveri in tutto il paese. A questo punto chiediamo al Governo di credere fino in fondo nel suo strumento e all’opposizione di rendersi disponibile a lavorare al miglioramento della social card secondo un approccio pragmatico e costruttivo. E’ l’unico modo per fare le riforme. Non c’è tema migliore di questo per iniziare la stagione auspicata e promessa di riforme bipartisan».
La proposta delle Acli per un “piano triennale contro la povertà assoluta” è stata elaborata da un gruppo di esperti coordinati da Cristiano Gori, docente di politiche sociali alla cattolica di Milano. L’aumento del contributo da 40 a 133 euro medi, 1600 annui, consentirebbe un incremento medio del 23% del reddito per le famiglie beneficiarie. Importo e soglie di accesso variano in base al reddito delle famiglie e al costo della vita nell’area geografica di residenza. La gestione dei servizi e l’integrazione con la Social Card sarebbero di responsabilità dei Comuni, con il coinvolgimento del terzo settore, secondo i principi di un welfare locale e sussidiario perfettamente in linea con la riforma “federalista” dello Stato. 665 milioni di euro per tre anni costituiscono “un volume di risorse contenuto rispetto agli abituali flussi di spesa pubblica. Una spesa agevolmente sostenibile se c’è una scelta politica in questa direzione”.

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