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Dei tre errori della sinistra. Intervento di M.M,Pascale
24.04.2010

Dei tre errori della sinistra. Intervento di Mario Michele Pascale
Se io avessi un biglietto da dieci euro per ogni persona che, dalla caduta del muro di Berlino in poi, abbia detto che la sinistra debba essere unita, sarei un uomo ricco. Se avessi un euro per ogni persona che, sempre dalla fatidica data in poi, abbia detto che la sinistra debba ripartire dal basso, dai territori, dalla gente, nuoterei nella vasca di Paperon de Paperoni. Se avessi una monetina da un centesimo per ogni persona che abbia detto che la sinistra debba dire cose di sinistra, beh, sarei talmente ricco da avere Paperon de Paperoni come mio maggiordomo.
Tutti siamo concordi, almeno tra i coraggiosi che a voce alta rivendicano la loro appartenenza politica \"a sinistra\", che un\'alternativa a Berlusconi e al suo nuovo clerico-fascismo sia necessaria.
Come questo sarebbe possibile?
Andiamo con ordine.
Di certo il punto di partenza del rinnovamento \"nostro\" non può essere il PD. Come il protagonista di un film di Moretti la balena rosa cerca ancora di chiarirsi le idee, rimembrando i bei tempi andati e con questo pretendendo che il suo sempre maggiormente eroso peso politico faccia da contrappeso alla mancanza assoluta di idee e di una classe dirigente all\'altezza della situazione.
Siamo di fronte, nel PD, ad un paradosso di natura sovietica; una classe di quarantenni con l\'ansia del rinnovamento (D\'Alema etc.) un giorno prese il potere, scalzando i vecchi bacucchi. Questo in nome della freschezza e della gioventù. Ad oggi, quegli stessi uomini, invecchiati, decrepiti se non nel corpo nelle idee, diventati a loro volta vecchi bacucchi, si sono inchiodati alle loro poltrone e ai loro posti di potere, impedendo, di fatto, il ricambio generazionale.
Insomma, finché faceva comodo a loro, tutto bene; quando la storia vuole che si facciano da parte è la storia che sbaglia .
Inoltre l\'aria ideologica che si respira negli ambienti del PD è molto, troppo vicina al vecchio compromesso storico; la tentazione dell\'inciucio con il nemico per far fuori \"i piccoli\", i \"compagni\", i laici \"troppo arrabbiati\", e spartirsi amichevolmente la torta è sempre dietro l\'angolo e, con essa, un sempre maggiore e vile moderatismo piccolo borghese, dove cambiare è possibile, purché, nei fatti, rimanga tutto uguale.
Allo stato attuale il PD non può essere motore di alcun rinnovamento.

Il punto di partenza non può essere Sinistra Ecologia Libertà, partito che prende dall\'ideologia storica della sinistra la struttura piramidale ed il culto del leader di passaggio (in questa fase l\'incolpevole e bravo Vendola, cui la \"scatola\" SEL va anche stretta), ma tragicamente tanto vuota e priva di idee quanto satolla di parole d\'ordine. Vuoto di idee che SEL cerca di colmare scendendo sul terreno leaderistico proprio di Berlusconi ed ivi dando battaglia. Questa cosa da un punto di vista \"militare\" è semplicemente folle; ogni semplice recluta, senza scomodare i generali, sa che attaccare il nemico dove questo è forte, ben armato ed approvvigionato e gode della fiducia della popolazione civile (nel nostro caso la maggioranza degli operatori della comunicazione) è un suicidio bello e buono. Da un punto di vista tattico si potrà vincere qualche scaramuccia (a livello locale, come è accaduto in Puglia), ma la guerra è irrimediabilmente persa.
Sul terreno messianico, insomma, si fondano religioni, non alternative politiche.

Il punto di partenza non possono essere gli apparati ex socialisti e gli ex comunisti, ancorati all\'idea del vecchio PCI e del Craxismo come ad una età dell\'oro; se qualcosa dobbiamo ereditare dal marxismo questo è il carattere di potenza sociale del capitale e, con esso, sopratutto, il materialismo storico come metodo.
Non si può stare nel flusso della storia guardando perennemente alle proprie spalle e sospirando.
Così facendo si annega nei flutti del divenire.

Come arrivare all\'unità della sinistra?
Di certo non con una fusione di ceti dirigenti che si siedono ad un tavolo, contano i propri voti, piantano bandierine su di una cartina e si spartiscono territori inesistenti. Questo lo abbiamo già visto e vissuto; il risultato è stato la scomparsa della sinistra non PD dal parlamento.
Bisognerebbe, secondo ragione, evitare gli errori del passato e non riproporli.
Occorre avviare invece una fusione dei popoli che compongono la sinistra, lasciando fuori amministratori e politici di professione, uscendo dal tunnel della performance elettorale ad ogni costo per garantire una collocazione ad assessori e consiglieri, anche a costo di vederli, per una volta, disoccupati.
Ci vuole, da parte dei popoli della sinistra, un atto di coraggio.
Questo vuol dire puntare, ripeto, non sul fallocentrico risultato della tornata elettorale (che può essere menzognero), bensì su di una solida crescita di medio e lungo periodo.
Occorre, inoltre, recuperare quegli uomini e quelle donne che, stanchi di ceti dirigenti buoni soltanto a guardarsi l\'ombelico e a scannarsi sulla proprietà degli scranni disponibili, vivono oramai la propria appartenenza alla sinistra come qualcosa di interiore, facente parte dell\'anima e non del mondo, allontanandosi sempre di più dall\'impegno civile e politico.
Questo lo si fa non attraverso grandi proclami, né a partire dai salotti buoni della televisione, ma con un meticoloso lavoro sui territori, trasformando quelle che oggi, a livello locale, sono vili macchine produttrici di voti in comunità di dialogo e confronto.

Libertà ed Eguaglianza, movimento di cui io faccio parte e di cui sono stato tra i fondatori, nasce per questo.
Per essere la casa di quanti vivono, da un punto di vista politico, per strada; la casa di quanti vengono umiliati e scacciati dai padri-padroni, la casa di quanti con orgoglio vogliono continuare a dire, anche dopo un periodo di silenzio, che appartengono all\'altra Italia, quella giusta.

Ci rivolgiamo ai popoli della sinistra, dovunque essi siano dispersi, per ricominciare, lasciandoci alle spalle tutti quegli errori che hanno devastato la sinistra italiana.

Mario Michele Pascale
Membro del direttivo nazionale di Libertà ed Eguaglianza

http://www.libertaedeguaglianza.eu
http://www.mariannetv.eu/

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