ISOLE TREMITI, LO SFREGIO di Antonio V. Gelormini Non sappiamo se il pozzo della Petroceltic Elsa, immaginato al largo della costa del Gargano, in uno degli specchi marini più incantevoli del Mediterraneo, sarà in fondo un ennesimo buco nell’acqua. O se nell’affannosa ricerca di un fondo, che in fondo non c’è, sarà un nuovo ex-voto offerto al controverso patrono d’Irlanda: San Patrizio. Fatto sta che l’annuncio del "via libera" alle trivellazioni, per la ricerca di petrolio nel bacino delle Isole Tremiti, fa il pari con gli insensati colpi di martello a suo tempo inferti alla Pietà di Michelangelo o con l’inaudita distruzione dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan, perpetrata dall’incontenibile furia talebana.
Sfregiare la bellezza. E’ l’orrore che, in un mondo giorno dopo giorno travolto dal relativismo di valori sempre più evanescenti, sembra essere diventato il passatempo criminale di una generazione col cuore indurito dall’egoismo, e con la mente offuscata dall’allucinante illusione di un pragmatismo senza orizzonte.
A che serve celebrare la Terra per un giorno e poi piagarla, sfregiarla, imbottirla di minestroni radioattivi, asfissiarla di gas letali e trasformarla, senza sortilegi, da madre benigna e gaia in matrigna velenosa e rancorosa?
Si percepisce da qualche tempo un’angosciante sensazione. Abbiamo l’impressione non più di vivere, ma di sopravvivere su un pianeta dopato. Quotidianamente ed manifestamente dipendenti da overdose di ansia, benessere e consumo. In una corsa indiscriminata verso il baratro, la ricerca di zone vergini si fa più difficile. E la sindrome da "buco" non risparmia più nemmeno aree e tesori incontaminati, come il piccolo e sperduto Arcipelago pugliese delle Diomedee.
La Terra soffre e la mano nera dell’ingordigia stringe sempre più la presa soffocante su un ancorché precario equilibrio naturale. Mari avvelenati, colline e sottosuoli intossicati, etere sovraffollato, atmosfera in polluzione e surriscaldamento incontenibile da CO2, sono le spie in perenne ed allarmante "rosso fisso" sul quadro di controllo del pianeta. "Lasciarsi travolgere di più dalla bellezza", allora, resta "l’ultimo e più efficace antidoto alla pericolosa fragilità culturale delle moderne generazioni". Lo suggerisce con dolcezza rivoluzionaria Mons. Bregantini, presidente della Commissione C.E.I. per la Salvaguardia del Creato.
Voler cercare il petrolio anche alle Tremiti ha tutta l’aria di una colpevole indifferenza verso una delle più emozionanti suggestioni della Natura. Tutt’altra cosa che amore e cura verso il bene comune supremo del Creato. Sfregiarlo, prima ancora che un peccato verso Dio, è un reato imperdonabile verso i nostri figli e i figli dei nostri figli!
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